Se potessi parlare col giudice...
Se potessi parlare col giudice- Se potessi parlare col giudice- A Bompressi: lo convincerei che sono innocente .:■ . : . .:■ ^ .: . : Pl^^^vpp^^l/.::: A IL PRESUNTO «ESECUTORE» to molte telefonate di solidarietà». La vedova Calabresi dice che è disposta a perdonarvi da cattolica e credente, e che non si opporrebbe se voi chiedeste la grazia. Se la sente di dirle qualcosa? «Rispetto i suoi sentimenti, ma io non ho nulla di cui farmi perdonare. Noi volevamo solo che venisse rispettata la verità processuale, ma adesso si mette molto male». Non ha più speranze? «Continuo ad averne nell'inchiesta di Brescia, quella nelle mani del dottor Salamone. Se venisse provato che un giudice d'appello ha fatto pressione sui giurati per condannarci senza prove né convinzione, potremmo forse arrivare alla revisione del processo. Ma ci vorrà tempo, troppo tempo». In quel caso - lei dice - si potrebbe cercare di provare ancora che lei non ha ucciso Calabresi e che Lotta continua non c'entra nulla con l'omicidio. Giusto? «In questi anni, con i processi a nostro carico, si è tentato di criminalizzare quegli anni, quel movimento. C'è stato il tentativo di liquidare storicamente tutto quel periodo». Respingete quindi anche la ricostruzione politica di quegli armi, del movunento a cui lei ha appartenuto? «Lo ripeto e lo ripeterò sempre: né io, né i miei compagni, né Lotta continua c'entrano nulla con quella vicenda». Però, Leonardo Marino... «Leonardo Marino ha detto quello che ha detto, poi si è fatto da parte». E' forse troppo tardi, ma se potesse incontrare ancora, un giudice della Cassazione che mercoledì l'hanno condannanata definitivamente, che gli direbbe? «Lo convincerei che ha sbagliato a condannarci. Troverei mille esempi per dimostrargli che non conosceva tutto il processo, se no non sarebbe finita così». che la portino in carcere... «Sono pronto a una soluzione veloce». Lei si è sempre dichiarato innocente, non ha mai pensato di scappare? «E' una cosa legittima, molti - amichevolmente - mi hanno consigliato di rendermi irreperibile, di non farmi prendere, di evitare anche un solo giorno di carcere ancora». Ma lei ha sempre detto di no, giusto? «Ho sempre scartato questa idea, anche se la prospettiva di passare anni e anni in carcere, lontano dai miei affetti, dal mio lavoro, dalla mia vita, mi fa soffrire». Perché non fuggire, allora? «Non posso scappare, questa è ima battaglia. Devo rimanere per senso di responsabilità e per ribadire la mia innocenza e quella dei miei compagni, di Adriano, di Giorgio». Li ha sentiti, dopo la sentenza? «Solo Sofri, brevemente. Ci siamo telefonati per un saluto. Pietrostefani no, è a Parigi dove vive da 5 anni. Ma so che anche lui ha ricevu¬ MILANO
Persone citate: Bompressi, Calabresi, Leonardo Marino, Pietrostefani, Salamone, Sofri
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