Pietrostefani a Parigi: non so cosa farò

Pietrostefani a Parigi: non so cosa farò Pietrostefani a Parigi: non so cosa farò E' il presidente di una comunità per tossicodipendenti LA STAMPA HA SCOPERTO LA RELIGIONE GPARIGI IORGIO Pietrostefani, per i compagni «Pietro», è diventato un signore di mezza età. Ha 54 anni, i capelli ricci sono imbiancati. Vive in un condominio molto ben curato, di un quartiere borghese e molto di moda a Parigi. Sul citofono c'è il suo nome, sull'elenco del telefono anche. Architetto Pietrostefani, ora in attesa di scontare 22 anni di carcere per un omicidio di 25 anni fa, quello del commissario Calabresi, di cui lui e gli altri leader di Lotta continua, Adriano Sofri e Ovidio Bompressi, hanno sempre negato di essere all'origine. «Pietro» abita a Parigi dal 1992. Molto del suo tempo lo trascorre però nel dipartimento del Loir et Cher, 150 chilometri a Sud di Parigi, in un magnifico castello detto «Corvier». Là c'è l'associazione per il recupero dei tossicodipendenti che porta Io stesso nome e di cui l'ex leader di Lotta continua è presidente. Nata come «filiale francese» della «Saman», la comunità di recupero fondata da Mauro Rosta- Giorgio Pietrostefani vive da anni in Francia gno, ora Corvier rivendica la sua sovranità, anche se il castello in cui opera e parte delle sovvenzioni sono di Saman France. Il direttore, monsieur Malek, risponde cortesemente al telefono bersagliato dai giornalisti, ripete di essere molto «colpito» da quanto sta succedendo al presidente, di essere «solidale» con lui. «Proprio adesso - spiega - che stavamo partendo con la nostra attività... E' stato difficile avere i permessi, le autorizzazioni mediche, ci siamo riusciti il 10 gennaio. Pietrostefani è continuamente in viaggio, sta prendendo contatti con psicologi e psichiatri. Abbiamo già in cura una quindicina di persone, ma penso che a giugno lavoreremo a pieno ritmo. Noi aiutiamo i ragazzi da tutti i punti di vista, da quello medico vero e proprio, ma anche per i documenti, per la carta di soggiorno. Sì continua - perché da noi vengono soprattutto italiani che hanno paura di rientrare perché pensano che tornando sul luogo in cui si drogavano possano ripiombare nel tunnel. Così cerchiamo di curarli, tranquillizzarli e poi reinserirli nella società, cercando loro un lavoro». «Pietro», il presidente, non sa ancora quale sarà il suo futuro. In Italia l'aspetta il carcere, 22 anni. In Francia ha la sua attività e non si è mai considerato un rifugiato politico. Ieri, scosso dalla notizia che gli ha comunicato per telefono Sofri, è rimasto molto sul vago, ma recentemente ha ripetuto di considerare la sua esperienza politica un capitolo doloroso e comunque del tutto chiuso. Frequenta di rado la «colonia» dei rifugiati, i Toni Negri, gli Oreste Scalzone, soprattutto rifugge dalle loro iniziative e posizioni pubbliche. Ha scoperto la religione ed ora crede in Dio. Al ci¬ Quotidiano fondalo nel 1X67 DIRETTORE RESPONSABILE Carlo Rossella CONDIRETTORE Luigi La Spina VICEDIRETTORI Vittorio Sabadin. Paolo Passarmi REDATTORI CAPO CENTRALI Roberto Rcllato Dario Cresto-Dina, Franco Tropea EDITRICE LA .STAMPA SPA PRESIDENTE Giovanni Agnelli VICEPRESIDENTI Vittorio Caissotti di Chiusami Umberto lutti™ AMMINISTRATORE DELEGATO E DIRETTORE GENERALE l'aiili i Paloschi AMMINISTRATORI Luca Corderò di Montezemolo Giovanni Giovannini Francescu Paolo Mattioli, Alberto Nicolellu STABILIMENTO TIPOGRAFICO Lu Stampa, via Marenco 32, Torino STAMPA IN FACSIMILE * LaSUmpa,v.G.Bruno»),Torino STI tri, v.C Fetenti 130, Roma STS spu. Quinta Strada 33, Catania Nuora SAME spa,>. della Giustizia 11, Milano L'Unione Sarda spa, vie Elmas, Cagliari Nord Frlair. IMI Rue du Cairo, Roubaix CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ' Publikompass Spa v. Carducci 29, Milano, tel. (02) 86470.1 c. M. d'Azeglio 60, Torino, tel. (011) 6665.211 tofono dell'elegante portone nell'ampio condominio del quartiere del «Marais», prima di chiudersi nel silenzio, risponde con disponibilità: «Non ho commenti da fare, per il momento aspetto per capire. Sono stato colto completamente di sorpresa». Ma tutti gli chiedono cosa farà adesso: «Non lo so - risponde - non so quello che farò. Intanto sto mettendo in ordine le mie cose, sto sistemando tutto quello che ho in sospeso. Poi vedremo». Dolore, come per una ferita riaperta, ma anche preoccupazione per il proprio futuro, emergono dalle sue parole: «Sono molto amareggiato confessa - e anche stupito. Non pensavo che i giudici arrivassero a questo». «Corvier» ha bisogno di lui, ripetono all'associazione, il lavoro vero e proprio deve ancora cominciare. Se Pietrostefani sceglierà di tornare in Italia, dovranno fare a meno di lui. Ma di fronte alla sentenza, c'è per ora soltanto smarrimento: «Non lo so - ripete non so niente...». © 1907 Editrice La Stampa SpA Reg. Trib. di Torino n. fil.V1926 Certificato n. 3,120 del 13/12/19% I>a tiratura di Giovedì 23 Gennaio 1997 è stata di 491.157 copie Tullio Giannotti