La Cassazione: si possono allontanare le prostitute perché adescano i minori

La Cassazione: si possono allontanare le prostitute perché adescano i minori La Cassazione: si possono allontanare le prostitute perché adescano i minori ROMA. Le prostitute che «lavorano in luoghi pubblici» costituiscono un pericolo per «l'integrità fisica e morale dei minori e per la sicurezza pubblica» e possono dunque essere allontanate dal Comune nel quale svolgono la loro «professione». Il divieto è legittimo anche se non esistono prove del coinvolgimento di minori, considerati comunque «a rischio» perché possono essere adescati dalle prostitute. Lo sostiene la I sezione penale della Cassazione che ha annullato una sentenza della pretura circondariale di Pisa con la quale si dichiarava non doversi procedere nei confronti di una prostituta alla quale, con provvedimento del questore di Pisa, era stato vietato di soggiornare nel comune di Bientina per tre anni perché il suo comportamento era ritenuto contrario all'integrità fisica e morale dei minori e alla tranquillità pubblica. Per la pretura il provvedimento era illegittimo, in quanto fondato sul «sospetto» che la donna «nell'esercizio del meretricio compisse atti osceni o adescamento di minori». Secondo la Cassazione invece le stesse modalità di svolgimento della prostituzione «danno verosimilmente luogo alla commissione di reati contro la moralità» e l'integrità morale e fisica dei minori viene turbata perché non si può escludere che vengano adescati. (r. cri.]

Luoghi citati: Bientina, Pisa, Roma