Il padre la violenta Suicida a 17 anni

Il padre la violenta Suicida a 17 anni Il padre la violenta Suicida a 17 anni POTENZA. Si è tolta la vita qualche giorno prima di compiere 18 anni, sopraffatta dalle umiliazioni e dalle violenze del padre. Il suicidio di Francesca ila chiameremo così) risale al giugno scorso, a Rapone, un comune di poco più di 1000 abitanti in provincia di Potenza. Ma il velo su questo gesto disperato è stato sollevato solo ieri, quando i carabinieri della compagnia di Melfi hanno arrestato il padre - S.M. -, un operaio disoccupato di 48 anni che dovrà rispondere di incesto e maltrattamenti nei confronti di persona sottoposta alla sua potestà, con l'aggravante della morte della vittima. La ragazza frequentava con profitto l'ultimo anno del liceo artistico di Melfi; era l'8 giugno dell'anno scorso quando decise di farla finita: ingerì una quantità tale di farmaci da rendere inutile l'intervento dei medici del San Carlo di Potenza, dove morì il 13 giugno, dieci giorni prima di divenire maggiorenne. Nessuna lettera aveva lasciato, Francesca, nemmeno un saluto ai parenti, se n'era andata, sembrava, portandosi dietro il suo segreto. «Era una brava ragazza, molto riservata - racconta il giovane parroco del paese, don Giuseppe Fano -; frequentava molto la parrocchia, era una mia catechista. Sapevo che aveva dei problemi coi genitori, entrambi dediti all'alcol, ma non immaginavo che la realtà fosse così tragica». Il parroco ricorda che, nonostante la situazione difficile, Francesca ha sempre difeso in pubblico i suoi genitori. Il padre, siciliano, era disoccupato dopo aver lavorato per un periodo di tempo come operaio della società che gestisce l'area industriale di Calitri nella vicina provincia di Avellino. Uomo violento, spesso ubriaco, sottoponeva la famiglia ad ogni sorta di angherie. La madre subiva in silenzio; sostegno concreto della famiglia era la vecchia madre di lei, la cui pensione integrata con la indennità di accompagnamento costituiva gran parte del reddito. E proprio sulla famiglia si sono concentrate le indagini degli inquirenti, allargate poi man mano alla cerchia di amiche e compagne di scuola. Sono così affiorate confidenze, confessioni, rivelazioni sulla vita in casa. Francesca ora disperata, aveva confessato alle amiche che il padre la costringeva ad avere rapporti sessuali da quando aveva 10 anni, che la picchiava e la umiliava, che era impossibile sottrarsi alla sua autorità, che la madre sapeva del rapporto incestuoso ma non aveva mai trovato il coraggio di denunciare il suo uomo. I carabinieri hanno anche sequestrato delle lettere che la ragazza aveva scritto alle amiche, alle coetanee. Le ultime conferme del rapporto che il padre imponeva alla figlia sono venute dai risultati dell'autopsia e dalle dichiarazioni della sorellina di 12 anni. La piccola già da qualche mese - da quando i sospetti avevano cominciato a prendere corpo - è stata tolta ai genitori e trasferita dal tribunale dei minori in un istituto. E qui si è confidata con un'assistente sociale raccontando l'inferno che si viveva a casa. Il padre era giunto a Rapone a fine anni 70. Dopo aver scontato il carcere a Matera, era stato mandato nel paesino lucano in soggiorno obbligato. E qui si era legato alla donna che gli ha dato due figlie. Avola, il sacerdote: «E' ripugnante» anna esecutiva

Persone citate: Giuseppe Fano

Luoghi citati: Avellino, Calitri, Matera, Melfi, Potenza, Rapone