Casalecchio, nessun colpevole

Casalecchio, nessun colpevole Casalecchio, nessun colpevole I genitori: «I nostri figli uccisi due volte» BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Assolti «perché il fatto non costituisce reato». Parole di pietra, accolte da un silenzio glaciale, seguite da alcuni attimi di incredulità. Poi, la folla di genitori, familiari e amici dei 12 studenti, tutti quindicenni, uccisi da un jet precipitato come un missile sopra l'istituto tecnico commerciale di Casalecchio di Reno, il 6 dicembre del 1990, si rianima: qualcuno comincia a piangere, qualcun altro ad inveire. Il dolore e il senso d'ingiustizia li accomuna. Dopo oltre sei ore di camera di consiglio, ieri sera i giudici della corte d'appello di Bologna hanno scagionato dalla responsabilità del disastro (che provocò anche il ferimento di 90 persone) i tre ufficiali dell'aeronautica militare, accusati di disastro aviatorio e omicidio colposo plurimo, che in primo grado erano stati condannati a 30 mesi. Bruno Viviani, 31 anni, l'allora sottotenente pilota (attualmente capitano alla base di Cameni, in Piemonte), che si gettò con il seggiolino eicttabile prima che il jet Macchi MB-326, incendiatosi in volo, precipitasse sulla scuola, non ha alcuna colpa della tragedia. E come lui non hanno colpe i suoi superiori: l'allora comandante di Villafranca, col. Eugenio Brega, 52 anni, oggi addetto militare all'ambasciata italiana a Mosca, e il col. Roberto Orsini, 43 anni, allora responsabili delle operazioni del 3° stormo ed ora allo stato maggiore dell'aeronautica. I giudici hanno accolto la tesi della difesa, secondo la quale 0 comportamento dei tre ufficiali fu da manuale: i tre militari fecero il possibile per evitare la sciagura. Anche se ineccepibile dal punto di vista della disciplina giuridica, è una sentenza difficile da accettare per chi porta ancora il lutto ed ha addosso i segni della tragedia. Ilenia De Vita, 21 anni, ha ferite in tutto il corpo: «Sono morti dei gio¬ vani, noi continuiamo a soffrire, non abbiamo soldi per poterci operare e adesso si dice che il reato non sussiste?». I genitori delle 12 giovani vittime sono choccati. «Hanno ucciso due volte i nostri figli e sono riusciti ad uccidere anche quelli sopravvissuti», commenta un padre. Gli fa eco una madre: «Hanno privilegiato l'aereo sugli esseri umani, per questi giudici il valore primario non è la vita, ma continueremo a batterci perché i nostri figli non possono essere cancellati così». Federica Tacconi è una delle studentesse sopravvissute: «I trenta mesi della prima condanna potevano anche essere ridotti, l'importante però era ribadire la responsabilità penale degli imputati». Reazioni dure anche da parte dei legali. Andrea Fornasari, che assiste numerosi feriti: «Siamo sconcertati, avviliti, agghiacciati». Guido Magnisi, avvocato di parte civile: «Da qualunque parte si guardi il comportamento del pilota, non si possono non trovare precise responsabilità». E per Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione familiari vittime di Ustica, «questa sentenza porta il segno dell'impossibilità dei militari di essere giudicati». L'assoluzione di ieri apre anche un delicato problema relativo all'entità del risarcimento economico che dovrà essere definito in sede civile. La responsabilità penale, riconosciuta in primo grado, significò anche una condanna al pagamento di provvisionali, a titolo di anticipazioni del risarcimento, di cui peraltro era stato chiesto un consistente aumento. Ad alcuni dei feriti, i 250 milioni anticipati non sono sufficienti a coprire le spese per i numerosi interventi di chirurgia plastica ed ortopedica che ancora devono subire. Il rischio è che ora l'entità del risarcimento venga ridotta. Marisa Ostolanl Il pilota Bruno Viviani A destra una gru recupera la carcassa dell'aereo precipitato sulla scuola Assente al processo, cond

Persone citate: Andrea Fornasari, Bruno Viviani, Daria Bonfietti, Eugenio Brega, Guido Magnisi, Ilenia De Vita, Marisa Ostolanl, Roberto Orsini

Luoghi citati: Bologna, Casalecchio, Casalecchio Di Reno, Mosca, Piemonte, Ustica, Villafranca