«Le Generali paghino le polizze anteguerra» di Gian Carlo Fossi

«Le Generali paghino le polizze anteguerra» «Le Generali paghino le polizze anteguerra» GERUSALEMME. Il controverso caso delle polizze di assicurazione sulla vita aperte prima dell'ultima guerra nei Paesi dell'Est Europa presso le locali filiali della Società di Assicurazioni Generali da ebrei poi morti nei campi di sterminio nazisti è stato discusso a Gerusalemme dalla sottocommissione finanze del Parlamento israeliano. Alla seduta hanno partecipato alcuni eredi delle vittime. Accomuna gli eredi presunti il fat¬ opera», che riuscì ad inaugurare di persona quando i lavori non erano ancora finiti. Certo, memore delle tante polemiche sulla sua adesione al regime collaborazionista del maresciallo Pétain e sulla sua amicizia con René Bousquet, capo della polizia e responsabile della deportazione di migliaia di ebrei francesi, il defunto Presidente si sarà certo interrogato sulle inevitabili ombre che si sarebbero addensate sulla sua creatura, nata e cresciuta in luoghi di oscure memorie. il passaporto in mano to che le polizze non siano state onorate dalle Assicurazioni Generali dopo la guerra. L'avvocato delle Generali ha spiegato che dopo la guerra «in tutti i Paesi dell'Est Europa le attività delle Generali furono rilevate sia nei crediti che nei debiti dalle autorità locali. Da questo punto di vista le polizze, che erano soggette alla legislazione locale, hanno cessato di rappresentare legalmente un debito della società». [Ansa] Parigi, Bernard Tapie verso il carcere Francois Mitterrand: continua la discussione sulle grandi opere pubbliche che hanno contrassegnato la sua era schi a partire dal gennaio 1942. Anche le masserizie degli ebrei venivano sequestrate, con dispiego ingente di uomini e mezzi, raccolte e inventariate, per essere poi spedite ai tedeschi che si erano installati sul fronte orientale, nei territori strappati all'Urss. Centocinquanta camion al giorno, 26.935 vagoni di 647 treni, tutto fu mobilitato per portare via quanto più possibile dagli appartamenti di 38 mila famiglie ebraiche francesi. Lo strano destino che vuole che tutte le opere con cui Mitterrand, in 14 anni di «regno», ha cambiato il volto di Parigi, siano discusse, amate e odiate, o cadano in pezzi prima del previsto, ha colpito ancora. Ma stavolta, se è vero - come nota «Die Zeit» - che «non c'è documento della cultura che non sia allo stesso tempo documento della barbarie», forse la Bibliothèque de France, ora intitolata Mitterrand, è nata nel giusto luogo della memoria. <Al primo piano c'era il dormitorio - rammenta Jacqueline JacobDelmas nel "Calendario della deportazione degli ebrei di Francia" di Serge Klarsfeld - eravamo in 450. uomini e donne insieme... E al piano terra c'era il centro di smistamento, dove arrivava ogni giorno da Parigi e dalla periferia tutto quello che i tedeschi avevano trovato negli appartamenti degli ebrei presi nelle retate o in seguito a denuncia» Era l'«Aktion M», l'operazione-mobili intrapresa dai tede¬ Tullio Giannotti Alcuni dei calciatori etiopi che hanno chiesto asilo politico all'Italia con il loro avvocato Mario Lana etnie diverse, non ha rispetto per chi è di religione diversa. E' questa situazione di repressione che ci ha indotti, nel breve soggiorno in Italia, a chiedere asilo politico». Preoccupati per i parenti rimasti in Etiopia? «Certamente - ha risposto - siamo molto preoccupati. Se fossimo rimasti lì, avremmo sofferto tutti, mentre stando in Italia noi soffriamo di meno». A sostegno della richiesta di asilo politico, l'avvocato Lana ha affermato: «Se è vero che esistono motivi politici, il governo italiano li deve prendere in seria considerazione». Scarsi i precedenti di atleti in «fuga»: nell"82 la campionessa romena di tennis-tavolo Eva Ferenezi, nell"84 il portiere della nazionale bulgara Zvetan Zvetanov, nell" 88 il centrocampista polacco Andrej Rudy, nel '90 lo spadista sovietico Vladimir Reznichenko. dovrà essere esaminata dalla commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiati. Dopo le procedure amministrative, i calciatori dovranno cercare accoglienza nella capitale tramite la Caritas o il Comune. «Al momento - precisa l'attaccante etiopico - speriamo soltanto di ottenere l'asilo politico. Non sappiamo se in Italia continueremo a fare i calciatori o qualche altra cosa. Ci penseremo dopo. Abbiamo chiesto asilo politico perché siamo di etnie diverse in aperto contrasto con quella Tigri che è al potere». Nel corso di una breve conferenza stampa in questura, Timam si è soffermato sui motivi della sofferta decisione. «Il governo etiopico - ha detto - non dà spazio legale e democratico, perseguita gli appartenenti ad Gian Carlo Fossi

Persone citate: Andrej Rudy, Bernard Tapie, Francois Mitterrand, Mario Lana, Mitterrand, René Bousquet, Serge Klarsfeld, Tullio Giannotti, Vladimir Reznichenko