Il Parlamento dice sì alla Bicamerale

Per la riforma della Costituzione hanno votato a favore tutti eccetto Lega, Rete e patto Segni Per la riforma della Costituzione hanno votato a favore tutti eccetto Lega, Rete e patto Segni Il Parlamento dice sì alla Bicamerale Le «soluzioni» entro il 30 giugno lusconi) che organizzano la regia dell'impegnativo appuntamento. Entrambi decisi a rafforzare il sistema bipolare. Tutti gli altri, ieri, alla Camera, hanno dato l'impressione di intervenire come ospiti. Fini come uno che non ha proprio potuto dire no a un invito che avrebbe volentieri gettato nel cestino. Cossutta, Marini, Casini come cani da guardia impegnati ad impedire che il duo Berlusconi-D'Alema escogiti soluzioni che finiscano per penalizzare i «piccoli» di fronte agli elettori. Per il resto, nessuno ha usato toni esagitati e negli interventi di tutti serpeggiava la dichiarata volontà di combinar veramente qualcosa di concreto. C'è stato lo spazio anche per battute di spirito. Il capogruppo della Lega alla Camera Domenico Cornino annunciando il voto contrario del suo partito e usando argomenti forti come partitocrazia e imbroglio romano a danno dei padani ha terminato citando un proverbio piemontese poi tradotto: «Meglio essere uccello di ramo che uccello di gabbia». La risposta, pesante come una stoccata, è arrivata da D'Alema: «Mi dispiace che l'on. Cornino ci abbia annunciato che la Lega intende andare per un cammino che appare nella direzione opposta a quella della evoluzione della specie! Scendemmo dai rami... caro Cornino!». Le risate generali sono aumentate quando subito dopo, per riportare ordine al dibattito, il presidente Violante rivolgendosi ad al¬ cuni deputati leghisti che avevano sollevato una sciarpa con una scritta inneggiante alla «Padania libera», ha detto: «No, no, colleghi queste sciocchezze mettetele da parte... Mettetele sui rami». Massimo D'Alema è apparso come il vero protagonista di questa vicenda e non l'ha nascosto. «Noi che siamo stati dipinti come i vincitori - ha detto - ora ci sentiamo messi alla prova. Chi rischia di più è chi ha voluto più fortemente questa Bicamerale. Lavoreremo perché non ci siano né vincitori né vinti». Di fatto, il segretario del pds è pronto ad accettare la presidenza della commissione che ha fermamente voluto. «Sono disposto, ma non voglio neppure creare intralci». Bisognerà trovare «un ragionevole compromesso», promette D'Alema. «Un accordo esige un grande coraggio. Il coraggio di sfidare i propri elettori». Berlusconi, immediatamente prima, aveva benedetto anche lui l'inizio dei lavori precisando, però, una condizione che nessun altro ha citato: la Bicamerale («strumento da noi non voluto ma accettato come una unica possibilità») deve affrontare anche i temi della giustizia. «Ogni potere deve avere e conoscere il proprio limite. Aorcom Anche quello dei giudici». Condizioni varie hanno posto anche gli altri. Fini con aria rassegnata ha ricordato a Berlusconi che «il Polo tutto» ha sottoscritto con gli elettori il «contratto» per arrivare a presidenzialismo e federalismo. «Ma sappiamo di non poterli imporre», ha precisato Fini, dando la sua disponibihtà (a D'Alema) ad un «compromesso storico, senza ironia». Cioè, il capo di An punta sulle riforme per ottenere una definitiva legittimazione. I partiti minori temono soprattutto una riforma elettorale che li spazzi via. Avvisi e moniti, quindi, da Casini, segretario del ccd. E duro altolà di Cossutta a D'Alema: la maggioranza non si dovrà dividere nel «no» al presidenzialismo. Altrimenti cade il governo. Comunque, ed è una novità, Rifondazione accetta «l'indicazione» del capo del governo agli elettori. Che è la posizione del segretario del ppi, Franco Marini. Il quale ha riproposto premier e cancellierato alla tedesca «ma senza ostacoli insormontabili». LET L//d Alberto Rapisarda disarmato e potrà sperare solo nel coraggio innovativo di D'Alema, nel suo impegno a non rispettare i vincoli della maggioranza governativa nella Bicamerale. Ma, si sa, in queste cose fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Di questa situazione, il Polo può dare colpa solo a se stesso, all'improvvisazione con cui si è avvicinato a questa scadenza fondamentale. Non si può dire prima di «sì» alla Bicamerale, poi ritornare sui propri passi e, quindi, ripen- POLO DELLE LIBERTA' FORZA ITALIA / AN / CCD / CDU. Semiprediretta del premier (CCD e CDU vogliono proporzionale). PDS. Premier indicato sulla scheda con la PPI. Cancellierato (e mantenimento di una RINNOVAMENTO ITALIANO. SemipresideRIFONDANONE COMUNISTA Indicazione del premier (e mantenimento d Né semipresidenzialismo né elezione dirett sarci ancora. Specie quando si affrontano questi problemi, bisogna avere in testa una strategia e non si può andare appresso a Francesco Cossiga per motivi propagandistici sperando magari nel rinvio, su quella certezza tutta italiana che le cose non si faranno mai. Questa è una nuova lezione, l'ennesima, per il centro-destra sempreche in futuro si presenti una nuova occasione. Spadolini-Visentini fino alla lunga gestione di Montecitorio, affidata al burocratico duo Marra-Traversa, anche in Italia, com'è giusto, questo genere di potere binario ha avuto significative applicazioni istituzionali. Lo storico Sergio Bertelli, ad esempio, legge il ventennio come una sostanziale diarchia tra fascismo mussoliniano e monarchia sabauda. Della stagione della solidarietà nazionale, con Moro e Berlinguer in qualità di sfortunatissimi diarchi, s'è detto sopra. Qui, semmai, vale la pena di aggiungere che alla fine degli Anni Ottanta, da parte di Occhetto e dei vari segretari dei partiti laici, si lamentò pure una supposta e comunque effimera diarchia Craxi-De Mita. Quindi il Caf, che fin dalla sigla evocava un potere a tre, spazzò via quel duplice dominio. Bene, a circa dieci anni di distanza, con singolare ciclicità, D'Alema e Berlusconi ripristinano una qualche forma di diarchia. Di questa alleanza inespressa la Bicamerale è palestra. In ogni caso attenti ai terzi e ai quarti giocatori. QUALE RIFORMA VOGLIONO? ULIVO LEGA NORD Augusto Minzolini Filippo Ceccarei1' sidenzialismo alla francese o elezione anche il mantenimento di una quota sua maggioranza. quota proporzionale). nzialismo alla trancese. i una quota proporzionale). a del premier: vuole il federalismo. LETTERA

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