ùGuerra del latte con coperta; solo Dio può perdonare gli assassini di Gustavo Selva

Guerra del latte con coperta; solo Dio può perdonare gli assassini Guerra del latte con coperta; solo Dio può perdonare gli assassini collocava in un servizio annuale del Giornale dell'Arte «Il meglio e il peggio del 1996» nella casella del «peggio» tra gli artisti, esprime pesanti opinioni su Julian Schnabel e Francesco Tabusso. Come tutti sanno si tratta di artisti sostenuti da critica e collezionismo: Schnabel gode di fama internazionale, Tabusso è artefice di una ricerca pittorica nella quale gli studiosi rinvengono una ripresa del magistero di Felice Casorati. Francamente non si capisce a chi giovino queste polemiche in momenti già così poco favorevoli alle cose dell'arte; stupisce, infine, che un artista della notorietà e del valore di Ugo Nespolo tenti, come forma di autodifesa, l'attacco ad altrettanto noti e valenti colleghi. Silvano Gherlone Galleria d'arte Davico, Torino Risponde Ugo Nespolo: Considero Tabusso, su cui non ho espresso alcun giudizio, un ottimo artista e un caro amico. Per Schnabel confermo la mia opinione: e un fenomeno modesto gonfiato dal mercato internazionale. L'orecchino e i figli «di un mondo arcaico» Ho appena terminato di leggere l'articolo di Ferdinando Camon «Figli di un mondo arcaico» su La Stampu del 17 gennaio. Non voglio commentare il contenuto dell'articolo stesso perché a mio modesto parere ognuno ha il diritto di pensarla come vuole. L'unica cosa che personalmente mi ha dato fastidio, è una frase che ha usato: «... Intimamente insensibili, mitomani, ultras, con orecchini...», fastidio sì perché è grazie a citazioni come questa che normalissimi giovani come me (ho 24 anni e lavoro per il Fondo Sociale Europeo a Bolzano) vengono tuttora etichettati come degli sbandati solo perché hanno deciso di portare i capelli lunghi e gli orecchini. LA LETTERA DI O.d.B. uitato 4 anni ulte rio comunale. Con dispiacere, dovetti constatare che ci si può sempre arrangiare. A Roma era stata registrata la voltura (asserzione di Pra e Aci), ma il burosauro incaricato, forse per doverosa sosta al bar per cappuccino e giornale, dopo la lettura della prima proprietà della macchina nuova (io) ignorava il trasferimento. E così avrebbe continuato per 13 anni e tutti contenti. Poi nel 1983 il gioiello della inefficienza: la multa passa attraverso il cortese filtro dei vigili e io ricevo il penultimo passaggio: l'ingiunzione della Prefettura per multa e connessi. Porto l'ingiunzione ai vigili e vado tranquillo. Un anno dopo ricevo la stessa ingiunzione (non una copia, ma lo stesso foglio, riconoscibile) e lo porto al vigile conscio della situazione. Dopo di allora, non conosco che cosa sia successo alle multe e a quella macchina. Poi un'altra disfunzione; ma questa è un'altra storia (diceva Kipling)...». Gentile Signor Cannavo, le auguro di non aver più notizie della sua ex macchina. Ma non sospenda la vigilanza, bisogna sempre stare all'erta quando la burocrazia a torto o a ragione è alle nostra calcagna. Soprattutto quando ha torto. Egregio Signor Del Buono, accolgo volentieri il suo invito a farle conoscere esempi di burocrazia ottusa: non di auto fantasma, ma di persecuzione di auto «vivente» che per 14 anni mi ha fatto ricevere multe per una macchina ceduta nel 1969. Per la prima volta, in occasione di una delle tante «una tantum» mi viene notificato che io non avevo pagato per quella macchina (sulla mia di allora, sì). Corse e documenti per certificare il versamento e il cambio di proprietà: ricevuta, notaio, Aci, Pra, vigili, Prefettura... Furio Cannavo, Savona ANCHE la sua, gentile signor Cannavo, è una bella storia d'avventure ma lei continua: «I vigili dissero che dovevano attenersi alle segnalazioni fornite dall'Ufficio di Roma che indicava la mia persona come titolare della targa SV51234. Mi misi allora alla ricerca dell'acquirente che, raggiunto, ammise l'infrazione e l'omissione e andò a pagare a nome mio. Di poi seguirono numerose comunicazioni di multe che io passavo ai vigili cortesi e comprensivi che provvedevano a recapitare al proprietario che fu sempre disponibile a pagare. Si instaurò così un compromesso, poi sfociato in un accordo per cui i vigili, ricevuta la richiesta romana di identificazione, giravano direttamente l'avviso al vero proprietario, sempre solvibile. Accordo perché a quel tempo ero funziona- Persegcon 1di m Ritengo che sia molto più facile scrivere ciò che tutti vogliono leggere, ma commentare senza giudicare e ogni tanto remare contro corrente contribuirebbe finalmente a stimolare la capacità di pensiero e di giudizio di ogni singola persona, senza influenze da ciò che la società ci detta. Patrick Traino, Bolzano Risponde Ferdinando Camon: Dicevo che sono «intimamente insensibili, mitomani, ultras, con orecchini...», e altri, adesso, vengono fuori a dire che mentre scagliavano pietre, ad ogni bersaglio colpito lanciavano un urlo di gioia. Se è così, ripeto tutti i miei aggettivi. Di tutte quelle qualifiche, lei ha (spero) solo gli orecchini. Si ritenga escluso. Grazie, ma dubito molto che i miei articoli abbiano un potere educativo sui lanciatori di sassi, visto che non leggono niente, non hanno in camera uno straccio di libro o di giornale. Noi siamo hi un mondo, loro in un altro. La loro ignoranza è più grande della loro malvagità: uccidono ma non sanno cos'è la morte. Questo è il problema. Sono analfabeti morali. Cominciano a farsi una cultura, e una coscienza, e un rimorso, dopo due-tre anni di carcere. Perciò non mandarli in galera, a lungo, vorrebbe dire fare il loro male, togliergli un diritto. Chi autorizzò il Tgl a entrare in casa Furlan In merito all'articolo di Gabriele Romagnoli dal titolo: «Il circo dell'assurdo» desidero chiarire che se gli inviati del Tgl sono riusciti ad entrare in casa Furlan non è certo su mia autorizzazione, poiché non ho né mi arrogherei mai tale potere: per vero l'inviata del Tgl mi ha chiamato da casa Furlan sul mio cellulare e di lì mi ha passato la signora Furlan, alla quale non riuscivo a comunicare l'ordinanza del Gip perché il telefono di casa era occupato dalle tele¬ fonate dei giornalisti. Senza necessità di mia smentita, dunque, i fatti dimostrano che non sono certo io ad aver, «autorizzato» ingressi nell'abitazione. Quanto all'intervista, alla domanda della signora Furlan se poteva rilasciare una dichiarazione al Tgl ho detto che non avevo obiezioni e, se riteneva, di farlo: certo non mi sono neppure sognato di «concedere esclusive», tantomeno per ottenere qualche «ringraziamento». Personalmente io ho sconsigliato e sconsiglio alla famiglia Furlan di fare dichiarazioni relative alle indagini in corso: quanto ad interviste di altro genere non spetta a me alcuna decisione. Mi pare, comunque, che, indipendentemente da quanto possa io aver detto, non sia stata utilizzata la lesina con nessuno. avv. Massimo Bianchi, Tortona Ho personalmente visto i vicini di casa Furlan fermare gli operatori delle altre reti dicendo: «Solo il Tgl perché l'ha autorizzato l'avvocato Bianchi». E di questo ci sono altri testimoni. [gab. rom.] Selva e il ruolo assegnato dagli elettori Maria Teresa Meli ha scritto ieri che «Gustavo Selva rivendica un posto come ex Presidente della Commissione Affari Costituzionali» nella Bicamerale. Se la simpatica e brava giornalista mi conoscesse meglio saprebbe che, politicamente, io «rivendico» soltanto - come ho sempre fatto l'esercizio diligente del ruolo che mi viene assegnato dagli elettori. Sono contrario ai canonicati e ai diritti di ereditarietà delle funzioni politiche o istituzionali. Sarei grato a Maria Teresa Meli se lo facesse sapere ai suoi disinvolti «informatori». on. Gustavo Selva Vicepresidente del Gruppo parlamentare di Alleanza nazionale

Luoghi citati: Bolzano, Roma, Savona, Torino