il caso. Bandito per le teorie razziste, la sua lenta rimonta arriva ora al nuovo romanzo della Tamaro di Bruno Ventavoli
il caso. Bandito per le teorie razziste, la sua lenta rimonta arriva ora al nuovo romanzo della Tamaro il caso. Bandito per le teorie razziste, la sua lenta rimonta arriva ora al nuovo romanzo della Tamaro Parlano Berardinelli Vivami, De Turris Messori: «Susanna scelga, o lui o noi cristiani» E~ì VOLA? Il fantasma ritorna. Il filosofo maledetto della destra riaffiora nell'ultimo | romanzo di Susanna Tama—Irò Anima Mundi, da ieri nelle librerie di tutta Italia per l'evento editoriale più atteso e blindato dell'anno. Prima ancora di leggerlo, i due poli nostrani si sono accapigliati per arruolare la pronipote di Svevo nelle proprio legioni ideologiche. C'è il giustificato odio per i «rossi» provato dal figlio di esuli istriani che hanno visto gli orrori titini. E c'è anche la fugace evocazione dell'odiato nome: il racconto scritto da uno dei protagonisti di Anima Mundi rivelerebbe secondo qualcuno «echi evoliani». E' vero che la Tamaro dice subito: «Un altro non era assolutamente d'accordo, la forza prorompente che emanava il testo, la sua assolutezza derivavano soltanto dal fatto che io ero un narratore selvaggio». Ma per Giuliani, su Repubblica, è l'indizio decisivo di una presenza ingombrante, attraverso temi, parole, invettive. Ma chi è stato davvero Evola? Per Almirante era «il Marcuse della destra»; per uno storico di sinistra come Furio Jesi era così «sporco che ripugna toccarlo con le dita», e le sue «farneticazioni», «trivialità», avrebbero avuto una ricaduta sul terrorismo nero degli Anni 70. Pittore e filosofo, ufficiale d'artiglieria durante la prima guerra mondiale, si avvicina al papiniano grappo di lacerba, al futurismo di Marinetti, al dadaismo di Tzara. Oscilla tra filosofia e alchimia, religioni orientali e magia. Ed elabora una sua personale ribellione contro la decadenza, il nichilismo moderno, pubblicando anche testi razzisti, e un'introduzione ai Protocolli dei savi di Sion (il più famoso dei testi antisemiti) tradotto da Preziosi. Dopo la guerra, maledetto dalla sinistra, è diventato un punto di riferimento per molti giovani della destra, che si trovavano in casa sua per riflet- Protezione civile per i dimostranti A Milano c'è la «guerra del latte»: gli agricoltori scendono in piazza coi trattori a protestare per certe multe. Blocchi stradali e scontri con la polizia, Durante la notte però fa freddo e allora, ci spiegano i telegiornali, interviene la Protezione civile, che fornisce coperte ai dimostranti. Longanesi diceva che in Italia «la rivoluzione si fa solo col permesso delle prefetture», ma non aveva previsto l'assistenza della Protezione civile. Come sempre, la realtà supera l'immaginazione. prof. dott. Rosalino Sacchi Torino L'ipocrisia e i colpevoli Con quale ipocrisia e insensibilità si può chiedere ai parenti delle vittime (a fatto appena avvenuto! il perdono per i colpevoli? Solo col passare del tempo e con l'aiuto di Dio potranno trovare un po' di pace e forse perdonare. Chiedere perdono e clemenza per gli assassini e dimenticare subito la vittima è un peccato contro carità, verità e giustizia. Questi assassini solo Dio li può perdonare se avranno la capacità di pentirsi, lo Stato no. Tutto questo discutere, se punire tanto, punire poco, o perdonare, è negativo-diseducativo. Il fatto è grave, non è una ragazzata; non bastano i cattivi esempi dei nostri politici e quelli di uno Stato che regala miliardi ai pluriassassini? Rina Sabbadini, Torino Pittori, classifiche e mercato dell'arte In un articolo apparso su La Stampa del 18 gennaio, Ugo Nespolo nel comprensibile tentativo di difendersi dal giudizio di una gallerista milanese che lo tere sulla corruzione della moderna democrazia. Dopo la condanna, il disgusto, il silenzio, qualcosa sta cambiando a 22 anni dalla morte dell'autore di Cavalcare la tigre. Se per Eco l'evolismo e una baggianata (una sorta di «Mago Othelma»), alcuni intellettuali di sinistra - da Cacciari a Del Buono - hanno cercato il confronto. Ultima, cauta riesumazione, la fugace citazione in Ani ma Mundi. «Devo ancora leggere il libro - dice Messori - e spero che tutto questo nasca da una confusione. Se ora la Tamaro dimostra davvero simpatie evoliane, deve scegliere, deve chiarirsi le idee: non può tenere una rubrica su Famiglia Cristiana. Sono sempre stato un "politicamente scorretto", battendomi contro i lebbrosari della cultura, e molti scrittori "maledetti" di destra sono più brillanti del gauchismo. Però Evola è un caso a parte. E' il solo vero irriducibile, feroce, nemico del cristianesimo. Tant'è che nell'Italia fascista del Concordato fu messo da parte per non creare imbarazzi col Vaticano. E' un teorico del paganesi- Julius Evola nel 71, tre anni prima della morte. In alto la Tamaro e Vivami, qui accanto Messori ra comprato Anima Mundi e si ripropone di leggerlo per verificare se l'autore di Gli uomini e le rovine sia oggetto di una citazione volante, o se il suo pensiero venga davvero approfondito. «In ogni caso mi sembra positivamente sintomatico che un romanzo di presumibile successo lo nomini. Significa che Evola non è più considerato un odioso tabù. Nessuno come lui è stato vittima di una congiura di silenzio e mistificazione. Non è letto, tuttavia viene citato impropriamente: secondo le etichette del passaparola sarebbe il razzista, l'uomo dell'azione per l'azione, l'ultimo dei nietzschiani... io spero che si ricominci a studiarlo davvero, mettendo da parte le invettive e le maledizioni ideologiche. Considerandolo come un pensatore del '900 che ha saputo riflettere sulla crisi della modernità e elaborare un forte antidoto contro il nichilismo contemporaneo». Corrado Vivanti, autore della Storia degli ebrei in Italia, non può dimenticare l'antisemitismo dichiarato e sbandierato da Evola. Chi si è battuto nelle riunioni alla Einaudi per sollevare dubbi sull'opportunità di pubblicare Celine nei Millenni, che cosa ne pensa della citazione di Evola in un romanzo destinato a centinaia di migliaia di lettori? Risposta affidata a una citazione di Shaw: «Diffidate sempre delle prime impressioni, sono quelle giuste», dice Corrado Vivanti. «A priori non me la sento di dare un giudizio definitivo. Diffido però della confusione che vedo affiorare nei libri, nell'informazione moderna. Si può mettere in scena il diavolo, a patto però che abbia un contraltare. Mann l'ha fatto, bisogna vedere se la Tamaro è all'altezza di Mann. Non c'è bisogno di ricordare quanto l'antisemita Evola sia stato pericoloso per la modernità. La cosa grave in questo caso, non è solo citarlo, ma giocarci sopra». Bruno Ventavoli
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