Prodi convoca i metalmeccanici di P. Pat.
La Fiat smentisce di avere avanzato una proposta ai sindacati: «Notizie false, la trattativa è in mano a Federmeccanica» La Fiat smentisce di avere avanzato una proposta ai sindacati: «Notizie false, la trattativa è in mano a Federmeccanica» Prodi convoca i metalmeccanici Con/industria: siamo pronti a chiudere ROMA. «E' necessario che il governo a questo punto riprenda il filo della matassa - si augura Altiero Grandi, responsabile per il lavoro del pds - perché è l'unico soggetto in grado di tentare di risolvere il problema dei metalmeccanici». Il maggior partito della maggioranza unisce la sua pressione a quella espressa lunedì con una lettera da Cgil, Cisl e Uil per un intervento di Prodi nella vertenza, a sostegno della proposta avanzata dal ministro Treu alla vigilia di Natale (200 mila lire d'aumento a regime nel biennio) sulla quale si è arenata la trattativa contrattuale. E ieri sera Palazzo Chigi si è mosso. Ma non proprio nella direzione voluta dai sindacati. Il presidente del Consiglio ha infatti spedito una convocazione per venerdì ai leaders di Cgil, Cisl e Uil, ma non a Confindustria, come i sindacati avevano richiesto, per un incontro «informale». Sullo sfondo, la conferma della validità della politica dei redditi, nel cui ambito, secondo il governo e i sindacati, si colloca anche la proposta avanzata da Treu e giudicata invece «inflattiva» da Federmeccanica. Basterà quest'incontro a Palazzo Chigi ad accontentare i sindacati e a sbloccare la vertenza? Stando alle posizioni finora espresse da Cgil, Cisl e Uil c'è da dubitarne. I sindacati sollecitavano, infatti, un incontro formale anche con Confindustria, firmataria dell'accordo del luglio '93, perché il governo proprio in quest'occasione ribadisse la validità della politica dei redditi e difendesse la sua proposta di compromesso nella vertenza dei metalmeccanici. C'è da notare, inoltre, che proprio venerdì è in programma a Bologna un convegno per il ven¬ ticinquennale di Federmeccanica alla quale dovevano partecipare, fra gli altri, i ministri Treu e Bersani, il presidente di Confindustria, Fossa, il leader della Cisl, D'Antoni e anche i sindacalisti dei metalmeccanici. Sarà possibile, allora, disincagliare la trattativa dalle secche in cui è bloccata? «Noi siamo pronti a chiudere», ha affermato ieri sera in tv il vice-presidente di Confindustria, Carlo Callieri. Ma ribadendo subito la solita condizione: «Noi siamo pronti a concludere, non sulla base dell'ipotesi del governo, che a nostro parere è inaccettabile, ma su basi accettabili che possono essere tali anche per i lavoratori». E D'Antoni, dopo la riduzione del tasso d'interesse, sbotta: «Ora niente alibi sul contratto dei metalmeccanici». Insomma le parti sono alla ricerca di un difficile compromesso. E ieri, tirata in ballo da alcuni giornali, la Fiat per bocca del responsabile delle relazioni esterne del Gruppo, Paolo Panzani, ha chiarito che «non esiste una sua proposta per favorire la chiusura del contratto». Panzani ha spiegato che «il compito di condurre le trattative con il sindacato e di formulare eventuali proposte di soluzione è della Federmeccanica. E' chiaro che far circolare notizie di questo genere crea ulteriore confusione, a vantaggio di quanti hanno interesse che la situazione si complichi senza motivo». Interpellato dall'agenzia Ansa sulle «voci» circolate circa una proposta incentrata su 180 mila lire d'aumento e una proroga di sei mesi del contratto, Panzani ha risposto: «Sarebbe una soluzione molto onerosa, in particolare per le imprese che, come Fiat, hanno una presenza rile¬ vante nel Mezzogiorno. Quest'area, mentre avrebbe bisogno di tassi di sviluppo più elevati, sta invece subendo la progressiva perdita dei benefici previsti per ridurre i contributi sociali, e quindi il costo del lavoro. Quindi, per quanto ci riguarda, gli aumenti di questa proposta innescherebbero una crescita del costo del lavoro nettamente superiore all'andamento previsto del tasso d'inflazione». Ma naturalmente la responsabilità della trattativa, ha concluso Panzani, spetta a Federmeccanica che rappresenta 12 mila aziende e valuta la situazione tenendo conto del quadro generale, [p. pat.]
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