«E nelle dichiarazioni di Brusca c'è un'evoluzione» di Mario Deaglio

| Il superprocuratore all'Antimafia: i fondi devono servire anche per risarcire le vittime | Il superprocuratore all'Antimafia: i fondi devono servire anche per risarcire le vittime Vigna; soldi ai pentiti coi tesori dei boss «E nelle dichiarazioni di Brusca c'è un'evoluzione» | ROMA. «E' in corso un'evoluzione». Distilla le parole il superprocuratore Antimafia Piero Luigi Vigna, quando si tratta di parlare dell'ex boss Giovanni Brusca che s'è messo a parlare di Andreotti. Anche se la cautela è massima, evidentemente Vigna è propenso a dare fiducia a Brusca. Ma il tutto viene condito da una grande severità. Il superprocuratore ha illustrato ieri alla commissione parlamentare Antimafia i suoi criteri per la riorganizzazione dell'ufficio. Le direttive contro la mafia di casa nostra, ma anche cinese e albanese. E anche le modifiche da apportare alla gestione dei pentiti: pagarli con i fondi sequestrati ai boss (e con quei soldi risarcire anche le vittime), costringerli a deporre in dibattimento, puntare più sulla qualità che sulla quantità. Il primo per importanza dei pentiti, in questi giorni, resta Giovanni Brusca. L'uomo che fece saltare in aria Giovanni Falcone. L'emergente di Cosa Nostra che, appena arrestato, volle pentirsi. Il «dichiarante» che però non riesce ancora a beneficiare della qualifica di «col- LA DEPOSIZIONE DELL'EX CAPOCLAN PROMA RIMA che calasse il sipario sulla «prima» di Giovanni Brusca, palcoscenico ancora ieri l'aula bunker di Rebibbia, l'aspirante pentito non si è risparmiato l'epilogo ad effetto. Così, rispondendo ad una domanda del giudice a latere, ha detto: «Mi sono pentito di fronte a Dio...». Poi ha percepito il gelo per l'assoluta assenza di autocritica, diciamo, terrena, ed ha aggiunto: «E di fronte alla corte». Il «dichiarante» - ancora oggi è questa la sua posizione - è quindi scomparso fra un nugolo di agenti, proprio come un vero pentito. Cambierà il suo stato di «sospeso», dopo queste due giornate sotto i riflettori? E' probabile che le ultime 48 ore serviranno quantomeno per accelerare una decisione finale. Ed è anche probabile che i magistrati non potranno fare a meno di accettarlo, mettendo da parte la diffidenza ma senza mai sottrarlo ad «esami continui». Se l'è giocata bene la partita, Giovanni Brusca. E' riuscito cioè a trasmettere una immagine rassicurante di sé come collaboratore, esibendosi in un meticoloso resoconto dogli orrori, suoi e dei suoi ex amici. E' stato spietato nei ricordi, un ragioniere della morte che non ha dimenticato un solo particolare. Tutto ciò senza sbilanciarsi e senza dover dare troppe anticipazioni - a parte le allusioni ad Andreotti e ai legami di Cosa nostra con la Viveva a Roma, nel 74 a inolo». E decade da pentito, con tutte le conseguenze che ciò comporta. Secondo, la questione dei beni illeciti. Che vanno dichiarati tutti, questi «soldi sporchi di sangue», anche se intestati a prestanome. Pena la solita decadenza. «Avranno altre destinazioni. Da quelle di utilità sociali, previste in una legge del 1966, al conto dì garanzia a favore delle vittime come ha proposto il ministro Flick». Ma quei soldi potrebbero andare, oltre che a finanziare i costi del servizio protezione, anche a beneficio delle vittime della mafia. Propone Vigna: «I familiari devono essere risarciti, purtroppo con denaro, di ciò che hanno perduto». Terzo, le scadenze. 11 pentito non deve avere la possibilità di centellinare le informazioni. «Il collaboratore deve parlare dei cosiddetti "fatti indimenticabili" entro un certo termine. Ciò renderebbe la sua dichiarazione più genuina». Soprattutto se resterà detenuto, anche se sottoposto a un regime carcerario leggero. Francesco Grignetti A sinistra Giovanni Brusca mentre depone in aula protetto da un paravento. Sopra il superprocuratore. Piero Luigi Vigna garella intendevano inchiodare 10 Stato ad una trattativa tesa ad «ammorbidire» il regime carcerario di Pianosa ed Asinara, attuando l'idea stragista di Totò Riina. I segnali, anche in questo campo, non mancano. Brusca precisa 11 ruolo del padre («aveva dato la delega in bianco a Riina), del fratello Enzo («non è uomo d'onore e non capisce niente di mafia») e dell'altro fratello, Emanuele («è uomo d'onore ma non ha partecipato alla vita di Cosa nostra»). Però lascia intendere che parlerà senza riserve di tutto quello che sa, di se stesso e delle sue responsabilità. Prima mossa, ha chiesto di essere sentito al dibattimento per la strage di Capaci. Sono tante, come si vede, le aspettative. Giovanni Brusca sta reggendo bene il suo ruolo, sorretto dall'appoggio incondizionato del suo legale, Luigi Li Gotti. Ieri ha chiesto scusa ad un avvocato per un diverbio del giorno precedente: «Quando parlo del piccolo Di Matteo, non riesco a mantenere la calma». Quindi ha ripetuto di non aver nulla da chiedere alla Stato, in cambio della sua collaborazione. «I beni mi sono stati quasi tutti sequestrati, non mi aspetto nessun premio», la frase ovviamente è rivolta a quanti, da Arlacchi al prefetto De Gennaro, gli avevano chiesto - come segno di reale pentimento - di consegnare allo Stato tutti i suoi averi. Francesco La Licata nto: le quote vanno ade IL RILANCIO PROSSIMO VENTURO nella misura indicata dal Governatore; anche cosi, il provvedimento della Banca d'Italia ridurra di qualche migliaio di miliardi l'anno la spesa delle imprese per interessi, alleggerendo i loro conti in un anno in cui sono chiamate a sopportare un carico fiscale ingente. E renderà più convenienti i nuovi investimenti. Man mano che Bot, Cct, Btp giungeranno alla scadenza, saranno sostituiti con altri titoli dal rendimento sensibilmente inferiore (i rendimenti nominali sono diminuiti di circa un terzo nel giro di un anno, un calo solo in parte compensato dalla discesa dell'inflazione, e la tendenza continuerà), i risparmiatori saranno quindi invogliati a cercare altre forme di impiego dei loro risparmi, per esempio con l'investimento in azioni o con vari tipi di tondi di investimento. Buona parte del rialzo in Borsa delle ultime due settimane deriva precisamente dall'aspettativa della riduzione che il Governatore ha deciso ieri. Se coloro che detengono titoli indicizzati, come i Cct, percepiranno un interesse inferiore, coloro che hanno sottoscritto un mutuo a interesse variabile pagheranno rate più basse; e molti altri italiani saranno invogliati a contrarre un mutuo. Per una parte consistente di cittadini, l'acquisto dell'abitazione diventerà meno pesante e gli acquisti a rate meno gravosi. La riduzione del tasso di sconto avrà quindi, comenormale, un effetto generale di stimolo, anche se è difficile dire ora quali saranno le sue dimensioni effettive. In ogni caso, la «fase due» della politica governativa e cioè il passaggio dalla severità a un rilancio, sia pure molto moderato, ha ora qualche probabilità di prendere davvero il via. Mario Deaglio guate

Luoghi citati: Capaci, Roma