Clinton riparie con la strada spianata di Franco Pantarelli

Il Congresso condanna lo speaker repubblicano a pagare 300 mila dollari per reati fiscali Il Congresso condanna lo speaker repubblicano a pagare 300 mila dollari per reati fiscali Clinton riparie con la strada spianata Gingrich troppo indebolito per bloccare il bilancio mettere a punto il nuovo bilancio che dovrà «coprire» il periodo che comincia il prossimo ottobre, e l'intenzione dichiarata di Clinton era quella di preparare un documento, ha detto il suo portavoce Mike McCurry, «realistico, credibile, pieno di buon senso», capace di trovare «un rapido consenso bipartitico, se il Congresso vuole». C'è quindi una specie di immediata conferma di ciò che Clinton ha auspicato lunedì, e cioè la fine «delle risse e delle contrapposizioni estreme», ma forse c'è anche la preoccupazione di evitare ciò che av- venne l'anno scorso: quando il braccio di ferro con la maggioranza repubblicana portò alla «chiusura» di vari uffici governativi, compresi i giardini zoologici, i parchi nazionali, i musei, perché la mancata approvazione del nuovo bilancio aveva reso improvvisamente «illegali» gli stipendi dei loro dipendenti. Ma allora a capo della maggioranza repubblicana c'era un Newt Gingrich con il vento in poppa, reduce dalla grande vittoria elettorale del 1994 di cui tutti gli riconoscevano il merito. Ora non è più così. Il capo è ancora lui, tanto è vero che è stato rieletto speaker, cioè Presidente, della Camera; ma il suo ascendente nel partito è molto diminuito e il suo consenso nel Paese è preci¬ pitato. Proprio ieri la Camera ha votato a larga maggioranza le raccomandazioni della «commissione etica», consistenti nell'indirizzare a Gingrich una reprimenda e soprattutto nell'infliggergli una multa di 300.000 dollari, quasi mezzo miliardo di lire, perché è stato riconosciuto colpevole di avere mentito su certi suoi traffici finanziari. Tutto questo Clinton lo sa, e presentando un bilancio che almeno parzialmente vada incontro alle «esigenze» repubblicane conta di approfittare dell'attuale debolezza di Gingrich per ottenere un bel po' di voti provenienti dai banchi di quel partito. Se ci riuscirà (la consegna del suo progetto di bilancio al Congresso è prevista per il 6 febbraio), almeno una delle due «riconciliazioni» di cui ha parlato lunedì (l'altra, molto più difficile, è E dopo l'incoronazione, parliamo di soldi, intesi come il bilancio degli Stati Uniti per il 1998 e il finanziamento delle campagne elettorali. Sono questi i due temi di cui si è occupato Bill Clinton ieri, nel suo «day after», con una sola concessione ai bagordi di lunedì sera: quella che la riunione con i suoi consiglieri economici, anziché al mattino presto come è suo costume, l'ha tenuta dopo pranzo. A qualche ora di sonno in più, dopo la gloriosa ma massacrante giornata di giuramenti, «messaggi per il futuro» e «14 balli 14», non ha saputo rinunciare. La riunione di ieri era mirata a tl!ÌÌÌSi quella razziale), potrà dire di averla realizzata. Ma i guai finanziari di Gingrich sono anche quelli di Clinton, accusato come si sa di avere preso tanti soldi, durante la sua campagna elettorale, senza badare troppo alla loro provenienza. Anche della necessità di rivedere questo problema lui ha parlato nel suo discorso di lunedì, e a questo scopo aveva in programma, sempre ieri, un'altra riunione, questa volta con i dirigenti del partito democratico, per discutere la messa a punto di nuove regole capaci di «restaurare la fiducia del pubblico nel sistema politico». Farà proposte «molto concrete», ha detto il suo portavoce, ma nessuno ne conosce i dettagli. Franco Pantarelli

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