«Il Csm mi ha bocciato, ma io non mi arrendo» di Paolo Colonnello

«Il Csm mi ha bocciato; ma io non mi arrendo» «Il Csm mi ha bocciato; ma io non mi arrendo» Pintus: e pensare che mi ha votato contro proprio il mio pds MILANO. «Mi spiace, ma per ora non voglio dire niente. Sono una persona seria. Di sicuro presenterò il ricorso, appena il Presidente della Repubblica firmerà il decreto di nomina del collega Loi. Perché mi hanno silurato? Dovrebbe chiederlo agli altri. Sarà per il carattere, dicono che ce l'abbia cattivo. Veda lei...». Sulla nomina del nuovo procuratore generale di Milano, è già battaglia. Il «silurato» Francesco Pintus, procuratore generale a Cagliari, ieri ha ribadito che presenterà ricorso al Tar del Lazio contro la nomina di Umberto Loi, attuale presidente vicario della corte d'Appello milanese e prescelto dal Csm per occupare la carica, vacante da due anni, di massimo responsabile degli uffici inquirenti di Milano. Dal canto suo Loi sfugge, per il momento, al pressing dei giornalisti. «Lasciamo passare un po' di tempo, quando m'insedierò potremo chiacchierare», dice. Di polemiche non vuol sentir parlare: «Non c'è da drammatizzare, è nell'ordine delle cose che ci siano polemiche, ma i drammi sono altri». E il ricorso da Pintus? «Anche questo è nell'ordine delle cose, nella normalità. D'altra parte io conosco questo palazzo dal 1960, pietra per pietra, angolo per angolo». Come a dire che in fondo Loi si sentiva candidato più naturale di Pintus, i cui effetti del ricorso sono per il momento vaghi: «Se interverrà anche la sospensiva che richiederò - spiega Pintus allora la nomina verrà bloccata». C'è da aggiungere che al Csm durante la votazione si sono verificate tre assenze strategiche di membri togati importanti: Zucconi, Galli Fonseca e Sgroj, il cui voto avrebbe potuto essere determinante, dato che la nomina di Pintus è stata respinta con 14 «no» e 11 «sì». I legali di Pintus, gli avvocati Silvana Congiu, Agostino Castelli e Filippo Lubrano, stanno comunque affilando le armi: «In linea generale - dice la Congiu - vi sono a nostro giudizio già due profili d'illegittimità. Il primo riguarda il modo con cui ha provveduto il Csm che, innovando la prassi, ha avviato una sorta di processo protrattosi per un anno e mezzo, anziché decidere sul curriculum del candidato. E poi il ripescaggio di altri due aspiranti alla nomina, dopo il terzo rinvio alla commissione, fa sorgere il legittimo dubbio che sia stato strumentale e non caratterizzato da criteri di giustizia amministrativa». Pur esasperato da un anno di «sgambetti», il pg di Cagliari, a dispetto del caratteraccio che gli viene attribuito, è in realtà gentilissimo: «Le polemiche non c'entrano: ho una sentenza del Consiglio di Stato che dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la persona che hanno nominato non era legittimata», dice a botta calda. E poi aggiunge di dover prendere atto che proprio «il pds mi ha votato contro». Amareggiato? «Vuol dire che in fondo io, 12 anni fa, ero stato eletto come indipendente nelle liste del pei, e non sono cambiato. Avevo avuto tutte le assicurazioni, e inve¬ ce...». Invece, all'ultimo momento gli è stato preferito Loi, anch'egli cagliaritano e della corrente di sinistra di giudici, Magistratura democratica. Sposato e senza figli, a Milano dal 1960, prima come giudice di tribunale, poi, dal 1990, come presidente vicario della corte d'appello, nominato dal defunto presidente Piero Pajardi e riconfermato dall'attuale Vincenzo Salafia. Colleghi e collaboratori, cancellieri compresi, sono soddisfatti: «E' un'ottima persona», dicono all'unisono. Ma forse non è quell'uomo «forte» che molti si aspettavano in una città importante come Milano. Loi ha 70 anni: un'età che in magistratura rappresenta la soglia della pensione, e quindi durerà in carica non più di due anni. Sempre ammesso che il ricorso di Pintus non abbia effetti e riapra i giochi: lo si vedrà tra circa un mese, quando il presidente della Repubblica firmerà il decreto di nomina per Loi. Paolo Colonnello

Luoghi citati: Cagliari, Lazio, Milano