Bossi «Ora il Polo ha bisogno di noi»
«La Lega a Milano ricandida Formentini. La Moratti e Fumagalli? Due grandi borghesi, il popolo non li vota» «La Lega a Milano ricandida Formentini. La Moratti e Fumagalli? Due grandi borghesi, il popolo non li vota» Bossi: «Ora il Polo ha bisogno di noi» «Ho visto Berlusconi, bussa alla nostra porta per vincere» to. Bossi spiega che con Berlusconi si è visto un mese fa e si sono sentiti al telefono quando il Cavaliere è tornato dalle vacanze caraibiche. «Non è mica un fatto eccezionale. E' successo, succede e succederà ancora. E' la politica, no? E io parlo con tutti». Allora, argomenti degli incontri e delle telefonate? Le elezioni a Milano e Letizia Moratti? «Ma no. Lui per le amministrative vuole un candidato qualsiasi. Bussa alla nostra porta perché alla porta della Lega, per vincere, bussano tutti». Ieri, ha bussato anche Rocco Buttiglione. «Bussano perché sanno che chi tocca la Lega è miracolato». Bossi apre, ascolta, richiude la porta e prende tempo. «A metà febbraio, a Milano, c'è il nostro congresso federale. C'è ancora tempo e valuteremo lì». Il titolo del «Giornale», secondo il diffidente Bossi, è un capitanato nel pds dal Massimo Villone e dallo stesso Cesare Salvi». Accanto a lui, un altro degli esploratori «istituzionali», Paolo Armaroli di Alleanza Nazionale, dice più o meno le stesse cose. «Si tratta di un partito trasversale osserva - che passa per tutti i partiti. I senatori, innanzitutto, non vogliono essere trattati come un ente inutile, in più nessun lavoratore accetta a cuor leggero che sia chiusa la sua fabbrica. Alche perché, se il Senato fosse trasformato in una Camera delle regioni, quelli che adesso siedono nei banchi di palazzo Madama dovrebbero lasciare il loro posto ai membri delle varie giunte regionali...». Naturalmente già si vedono i primi sintomi della rivolta. Uno dei motivi per cui Antonio Soda si è visto crocifisso sulle pagme dell'Unità è da ricercarsi nell'arrabbiatura dei senatori del pds, i quali hanno appreso di non avere più un futuro appunto dalle bozze di riforma messe a punto dal poveretto. E ieri sera dall'assemblea del gruppo progressista del Senato sono arrivati alla Camera nuovi segnali di guerra. Inutile dire che un personaggio esperto, che da decenni persegue il sogno delle riforme come Ciriaco De Mita, si aspettava tutto questo. E l'ex segretario de non si fa trovare impreparato. «Era chiaro che prima o poi - dice - ci saremmo trovati di fronte a questa grana. Ne so qualcosa io di quello che mi ha fatto passare Nicola Mancino sull'argomento. Negli ultimi dieci anni, ogni volta che abbiamo affrontato il problema di cambiare il ruolo e le funzioni del Senato, lui si è sempre infuriato. Né bastavano le mie rassicurazioni: "A Nicò... ma tu non ti devi preoccupare, ti puoi sempre presentare alla Camera". Niente da fare, nessuna garanzia lo calmava. Solo ora ho visto che sta cambiando opinione. Cioè, di¬ trucco ispirato dal Cavaliere. «Vuol farmi passare come uno straccione che si presenta in villa con il cappello in mano». E, invece, a sentir Bossi, sarebbe vero il contrario perché sarebbe il Polo ad aver bisogno della Lega: «Il Polo sa dove abitano i fuoriclasse che da soli possono vincere le partite». Sulle elezioni a Milano conferma la ricandidatura di Marco Formentini. «Tutti quelli che lo voteranno saranno bene accetti», dice. E, nel dirlo, prende le distanze dall'ipotesi contraria, quella che vorrebbe la Lega pronta ad appoggiare il candidato del Polo al ballottaggio: «Non me ne frega niente, ma un conto del genere non mi pare che torni». E se il candidato del Polo fosse Letizia Moratti, l'ex presidente della Rai, una delle poche persone invitate a cena a casa Bossi? «Se, se, se un cazzo. Pensate che la grande borghesia ce la possa fare contro la piccola e media borghesia? Moratti per il Polo e Aldo Fumagalli per l'Ulivo, due grandi borghesi. Ma il popolo li vede come grandi delinquenti e non li vota...». Dunque, anche se con un certo fastidio, Bossi lascia che Berlusconi continui a sognare, come nella vignetta. «So | bene che si è già messo d accordo con D Aleni a, III e adesso sta cercando di usare la Lega per chiedere altre cose, per alzare il prezzo. Ma non importa, la spada della Lega taglierà comunque in due questa Italia». Bossi si sente sicuro e Roberto Maroni interpreta e spiega: «Degli ultimi incontri nulla so, ma certo ci stanno cercando tutti e il motivo è semplice. Dai sondaggi, i loro sondaggi, leggono che la Lega sta aumentando ancora i consensi. Chi si mette contro la Lega perde. Ma per noi, aspettando il congresso, non ha senso fare accordi per le ammini¬ strative con partiti che non riconoscono la Padania e giudicano incostituzionali le nostre proposte». Berlusconi sognerà Bossi, ma la Lega potrebbe cominciare a sognare Berlusconi. «Ovvio che se Berlusconi si presentasse in televisione dicendo "Viva la Padania", allora sì che sarebbe possibile un dialogo», conclude Maroni. In questo caso, a metà febbraio, al congresso della Lega, qualche sogno si avvera. Giovanni Cerniti
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