Cossutta: non ho paura del «Compromesso»

Cossutta: non ho paura del «Compromesso» Cossutta: non ho paura del «Compromesso» IL PRESIDENTE DI RIFONDAZIONE CROMA OMPROMESSO». E' la parola chiave di Rifondazione comunista. La parola con cui si chiude la direzione di ieri mattina del prc e si apre nuovamente il dialogo tra il partito di Bertinotti e il governo di Romano Prodi. E dietro questo tentativo di Rifondazione di rinsaldare l'asse con il presidente del Consiglio sembra celarsi un motivo ben preciso: il timore che Massimo D'Alema cerchi di mettere nell'angolo il prc. Dunque, onorevole Cossutta, Rifondazione è disposta a cercare un compromesso sulle privatizzazioni... «Noi abbiamo sempre detto che se si verifica ogni singola questione si può tentare di trovare un compromesso. E io ritengo che anche sulle privatizzazioni si possa trovare un accordo». Ma se arrivano dei supporti dal Polo non c'è bisogno di questo accordo. E la Bicamerale potrebbe accelerare certi processi politici tra pds e Forza Italia. Non è anche per paura di questa prospettiva, per il timore di essere emarginati, che ora voi chiedete a Prodi un compromesso? «Le risponderò non con parole mie ma con le parole di D'Alema il quale ha detto che nella Bicamerale bisogna evitare la rottura dell'attuale maggioranza perche essa - sono sempre affermazioni sue - porterebbe alla crisi di governo e alla fine di ogni ipotesi di riforma. Comunque questa paura non c'è, perche il Polo in cambio chiederebbe delle contropartite economiche e politiche troppo pesanti. Franco Marini può mettersi contro la Cisl di D'Antoni, intaccando le pensioni, e contro Rosy Bindi, colpendo la sanità? E il nuovo portavoce dei verdi può stravolgere la politica di larga intesa condotta con Rifondazione? E infine anche il pds, o almeno gran parte di esso, può ingoiare un'alleanza con Berlusconi laddove tutti sanno che il cavaliere per l'elettorato della Quercia è come il fumo negli occhi?». Lei parla così, ma non è forse vero che voi avete la necessità di stringere un nuovo patto con Prodi perché D'Alema punta all'abolizione della quota proporzionale che vi spazzerebbe via? Tra l'altro la Corte Costituzionale deve pronunciarsi proprio su questo punto. «Il timore di questo io ce l'ho. ROMA. «Ma quale compromesso proposto da Bertinotti! Qui le privatizzazioni non le vuole neppure Prodi». Il pessimismo di Giorgio La Malfa sull'Ulivo ormai è di tipo leopardiano. Il segretario del pri ha in viso la tipica espressione di chi non si fa illusioni. «Questi - spiega nel Transatlantico - non hanno la cultura delle privatizzazioni. E il problema non è neppure la percentuale delle azioni che rimangono allo Stato. Lo Stato può mantenere il 51%, il 45 o il 20, ma se non c'è una vera volontà politica di privatizzare tutto rimane tranquillamente come prima. Non dimentichiamo che lo Stato ha continuato a controllare Montedison per tanti anni avendo appena i'8% delle azioni. Ecco perché è inutile discutere di privatizzazioni con Bertinotti quando il governo non ha nessuna intenzione di ingaggiare una battaglia vera. Si fa solo un po' di polemica per mettere in scena una commedia. Tanto varrebbe non perdere tempo», [au. min.) Il presidente del Consiglio Romano Prodi A destra, Armando Cossuttpresidente di Rifondazione UN SUPER-PARTITO PER SEGNI E COSSIGA ROMA. I due vecchi amici sassaresi ne hanno parlato ieri pomeriggio per un'ora e alla fine Francesco Cossiga e Mariotto Segni hanno preso una decisione: oggi a mezzogiorno rilasceranno ai giornalisti un annuncio a sorpresa. Se i partiti grandi e piccoli - pds, Forza Italia, Alleanza nazionale, partito popolare, ecd-edu - finiranno per mettersi d'accordo sulle nuove regole, in altre parole se dovesse prendere corpo «una nuova stagione consociativa», a quel punto potrebbe nascere un nuovo «movimento liberal-democratico», un super-partito anti-inciucio. I leader? Loro due, l'ex presidente della Repubblica Cossiga e Mariotto Segni, oltre all'ex presidente del Senato nel governo Berlusconi Carlo Scognamiglio. Certo, Cossiga può disporre di uno «status» speciale, quello di ex Capo dello Stato e come tale, con ogni probabilità, si terrà un passo indietro, assumerà le vesti del «padre nobile». Tanto più che per il momento Segni continuerà a raccogliere firme per la Costituente con i suoi Cobac. Ma la novità, per quanto subordinata agli sviluppi della situazione politica, potrebbe essere grossa, destinata a condizionare le mosse dei due leader del Polo delle libertà: Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Ifab. mar.]

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