In galera pesci e canarini di Stefano Bartezzaghi

Sì ai piccoli animali in cella con i detenuti, «visite» per cani e gatti Sì ai piccoli animali in cella con i detenuti, «visite» per cani e gatti In galera pesci e canarini BISOGNA sperare che l'ispirazione non sia arrivata dal Miglio verde, il recente romanzo di Stephen King in cui un inquietante topolino prende alloggio nel braccio della morte di un carcere americano. Però di topolini e carceri pure si tratta, visto che il ministero della Giustizia ha concesso ai detenuti a lunga pena di allevare animaletti in cella. Concessione graziosissima, ancorché vincolata a precise condizioni e limitata a un ristretto numero di specie. Gli animali passibili di detenzione sono quelli che, a modo loro, già vedono il sole a scacchi: animali «pregiudicati», avanzi di galera come i criceti e gli uccellini da gabbia e i pesci rossi da vaso. Questa disposizione è appena entrata in vigore, e l'onorevole Athos De Luca ha già procurato un acquario con pesci per il carcere di Rebibbia. Naturalmente restano fuori i cani e i gatti: si pensa che sia impossibile tenerli in gabbia, e del resto loro non commettono reati e sarebbe ingiusto. Però vi è la richiesta (da parte di un'altra onorevole verde, Anna Maria Procacci) di concedere ai detenuti di essere visitati, di tanto in tanto, dal cane di casa. Notizie sorprendenti, magari, ma si intuisce subito che sotto ci sono questioni importanti. Diceva Gertrude Stein: «Io sono io perché il mio cane mi conosce». E' una verità profonda anche per chi non ha cani, e ci fa capire che ottima cosa possa essere la convivenza con piccoli animali, in con¬ dizioni come la detenzione. Lo si vede negli Stati Uniti, dove (oltre ai bracci della morte) in carcere ci sono anche gli animaletti, e l'esperimento è considerato riuscito. Si tratta di un provvedimento destinato certamente a facilitare la serenità dei carcerati. Quanto la aiuti, però, forse è da non chiederselo. Un criceto è ottima ma è anche minima cosa, che là dentro può assumere grande rilievo proprio perché (là dentro) le cose che hanno grande rilievo sono grandemente rimosse. Parliamo di bestiole, insomma, per tacere del resto. Da questo punto di vista, quello contenuto nella circolare relativa a questo provvedimento pare un melanconico lapsus: l'introduzione degli animaletti nelle celle risponde all' esigenza di «umanizzare il carcere». 70 1 22> 771122H176003 Stefano Bartezzaghi

Persone citate: Anna Maria Procacci, Athos De Luca, Gertrude Stein, Stephen King

Luoghi citati: Stati Uniti