Simona Izzo, Umberto Marino, Mauro Cappelloni e la rinascita d'un genere «povero»
Simona Izzo, Umberto Marino, Mauro Cappelloni e la rinascita d'un genere «povero» Simona Izzo, Umberto Marino, Mauro Cappelloni e la rinascita d'un genere «povero» Coppie d'amore, purché sia film Storie coniugali d'oggi e la guerra con Hollywood ROMA. Tornano le commedie coniugali, un genere non catalogato dagli esperti ma presente nella storia del cinema fin dalle origini: bisticci di coppia, rappacificazioni, dialoghi fitti, qualche bacio, lacrime, risate. Tornano perché costano poco o non troppo, riflettono il nostro sociale senza predicozzi e senza banalizzazioni. A volte, al botteghino, sono perfino in grado di opporre resistenza ai filmoni americani. Simona Izzo gira «Letti separati» con suo marito Ricky Tognazzi, la lussuosa Maria Grazia Cucinotta e il corposo Diego Abatantuono, storia di un marito e una moglie che, sommerei dalle mille incombenze quotidiane, non trovano più il tempo per l'amore. Umberto Marino gira «Le donne preferiscono Banderas»: anche questa è una storia di trentenni, Marco Milano, Giorgio Panariello, Rocco Papaleo, tre amici fissati col cinema e con la bella vita, che dopo aver rotto con le rispettive moglicompagne-fidanzate, finiscono a Roma, a casa di un famoso calciato- Marinella Venegoni potenziata: 24 ore di programmi al giorno ricavati d letto satirico, uno inventa battute l'altro disegna, in crisi esistenziale con le loro compagne, Eliana Miglio, ricca e viziata che finisce per cercar se stessa in Oriente, e Barbara Livi, determinata femminista che aspira a diventare direttore di un telegiornale. Anche se, dei tre film, questo è il più piccolo, quello con il budget più basso, due miliardi appena della Dania di Luciano Martino, è quello che vanta le origini più nobili: è nato infatti dalla collaborazione tra Cappelloni e il famoso cartoonist Wolinsky, che anni fa lavorarono al progetto di un film mai realizzato. E proprio ai personaggi di Wolinsky si ispirano i caratteri di questi giovanotti afflitti dalla sindrome di Peter Pan: ansiosi e infantili, libelli e ambiziosi, confusi e idealisti. «Dieci anni fa, quando Ettore Scola ebbe l'idea di trasformare in cinema le strisce di Wolinsky, non ci riuscimmo - racconta il regista -. I suoi personaggi, stressati dalla vita contemporanea, sembravano delle caricature. Oggi, solo dieci amii do¬ po, li puoi invece portare sullo schermo senza esser costretto a troppe modifiche». Ma come sono questi venti-trentenni che, chiusi col loro giornaletto satirico in una vecchia osteria di quartiere gestita da un post-sessantottino, passano le ore a sognare una rivoluzione che non esiste e una società che non si rinnova? Non più proletari, perché il proletariato se n'è andato in paradiso, e neanche grandi borghesi, perché la borghesia s'è chiusa nel silenzio, credono allo slogan Anni 90 «Sii imprenditore di te stesso» e progettano imprese che diano utili lasciando però spazio alla creatività. Vogliono le donne, ma le vogliono alla pari. Vogliono il sesso ma non lo prendono sul serio. L'amore gli fa paura. La convivenza li terrorizza. La solitudine li agghiaccia. Però non sono né scemi né cinici. Girato nell'ex mattatoio di Roma «Stressati» sarà pronto a primavera, più o meno quando avranno finito le loro storie di coppie anche Simona Izzo e Umberto Marino. [si. ro.l mmmmmm Maria Grazia Cucinotta è nel cast di «Letti separati» di Simona Izzo re, il bellissimo Daniele Liotti rivelazione di «Cresceramio i carciofi a Mimongo», che dovrebbe insegnar loro come si vive alla grande, fregandosene dell'amore. Gira anche Mauro Cappelloni, al suo secondo lungometraggio dopo «Il decisionista» con Gianmarco Tognazzi e Maria Grazia Cucinotta, in uscita in primavera. Lui gira «Stressati», vicenda intrecciata di due coppie d'amici: Gian Marco Tognazzi, ancora lui, e Daniele Liotti, di nuovo anche lui, sono due redattori di un giorna¬ alle tre reti
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