Un curioso romanzo, divertente e cinematografico, negli austeri «Coralli» Einaudi di Mirella Appiotti

Un curioso romanzo, divertente e cinematografico, negli austeri «Coralli» Einaudi Un curioso romanzo, divertente e cinematografico, negli austeri «Coralli» Einaudi Marilyn-Nabokov, una Buick in due Gli Anni 50 di un esordiente miliardario Disc-jockey a Nashville, pony-express e poi giornalista, Virresistibile ascesa di uno scrittore che ama il jazz e le auto «storiche» TÌE' un grave episodio di / spionaggio industriale, nella Detroit dei primi Anni 50. Ci sono un top manager che teme per la propria carriera, una giovane e bella «creativa» rampante alla caccia del traditore, un giornalista che decide di condurre un'inchiesta sui segreti dell'industria automobilistica. Protagonista la General Motors che ha visto la concorrente Ford Plymouth uscire con il suo nuovo modello fornito delle medesime alette inventate per la Buick Century: una buona storia alla Michael Douglas, veloce, tutta da leggere. Ma non basta. Bill Morris, l'autore americano (esordiente) di Motor City, in uscita nei Coralli di Einaudi, non ha dimenticato il più celebre romanzo di Doctorow nel quale tra cascate del Niagara e Disneyland passeggiavano amabilmente, accanto a personaggi di fantasia, Freud, il mago Houdini, l'arciduca Francesco Ferdinando. E quello che ci offre è un Ragtime motoristico, ma molto singolare. Perché nella miscela di fiction e di realtà c'è una precisione cronologica quasi maniacale. Sentite un po'. Poiché in America è noto che le piace enormemente far l'amore sui sedili posteriori dell'automobile, è lei, Marilyn, e soltanto lei che Ted Mackey, falco raffinato della Buick con capelli d'argento e moglie scrittrice (corteggiata da Eugene O'Neil tra ottime dosi di highball e Bloody Mary), vuole come testimonia] per la campagna pubblicitaria della Wildcat, la prossima macchina gioiello (che non vedrà mai la luce) della General Motors, e la insegue persino durante la luna di miele con Joe Di Maggio, mentre l'immortale bionda colloquia al telefono con il suo giornalista scandalistico preferito raccontandogli impensabili intimità. Quanto alla giovane Claire, venuta dallo Iowa e ora designer capo dell'azienda, il maturo e lievemente bavoso Nabokov è stato suo professore alla Cornell University, Ithaca, sicché lei trova naturale sceglierlo come primo partner sessuale, e il tutto avviene proprio sul rottame (di Buick si capisce) che il grande russo ha installato nel suo giardino come un'opera postmoderna di Lavier dentro la quale sta scrivendo Lolita. Per il giornalista politico della Washington Post, Morey Caan venuto alla luce a Memphis Tennessee, nulla, poi, potrebbe accadere di più naturale che l'incontro, tra un colloquio con il McCarthy della caccia alle streghe e una conferenza stampa di Ike, con un ragazzino esordiente e scatenato di nome Elvis Presley; mentre un po' meno prevedibile gli risulterà trovare seduto al volante di una Century ipercromata in trasferimento dalle sponde del lago Mirrar, Michigan, a New York, nientemeno che Neal Cassidy, l'eroe-alter ego di Kerouac che «sembrava fuggito da un ospedale psichiatrico» con accanto addirittura il suo autore, intento a Climatizz. - L. 16.500.000 anno 1991 - Metall. - Cerchi le Nell'immagine grande Bill Morris. Qui a lato Miles Davis, in basso Vladimir Nabokov do di rock. Con l'«artificio più dichiarato, a metà tra fotografia e scena teatrale» ci invita «al gioco dell'America Anni 50 - come dice Ernesto Franco che per la casa editrice torinese si accinge ora a leggere il dattiloscritto del secondo libro dell'americano -, un gioco molto laico», dove i miti rimpiccioliscono, la notte di nozze della Monroe che dura 15 ore non ha meno effetto piccolo borghese che le prime immagini tv a colori di Mamie Eisenhower, e dove i personaggi famosi funzionano da grandi poster variopinti messi a tappezzare le pareti di un'America «on the road» ancora in grado di presentarsi come «bastione di libertà», il Vietnam lontano, un'atmosfera «warm» e un po' ottusa di sicurezza, tra alta produttività, consumi e felice alienazione... Facciata che, nella trama di Morris, copre, ma non del tutto, le grandi tensioni dell'epoca, i neri e il comunismo, ['«eredità» di Hiroshima e la politica estera di Eisenhower-Foster Dullss, soprattutto i meccanismi spietati della competizione industriale. Sempre però sorridendo, con uno swing degno di Ike, sicché il romanzo non sembra poi tanto lontano dai prodotti di alta confezione e di buon intrattenimento dell'industria cinematografica, e ovviamente editoriale, americana. Di conseguenza piuttosto lontano dal famoso «stile Einaudi». Ma perché? Se divertire e divertirsi non sono le «parole» che lo Stilizzo ha finora amato di più pronunciare, era tempo di ricredersi. Cominciando con gli orribili e affascinanti Aimi 50. perché la diva comincia le riprese di Gli uomini preferiscono le bion de e il matrimonio con il campione di baseball non fila troppo liscio, evento che al Presidente degli Siati Uniti sembra stare più a cuore, insieme al proprio «swing» al golf, che le sorti di Dien Bien Phu, di Giap e della guerra fredda. Finché Detroit, la città dell'automobile «nella quale la ripetizione e la monotonia erano state elevate a forma artistica» risulta così stravolta dagli avvenimenti da convincere Will Comax, il «carattere» che nella storia figura come capo delle pubbliche relazioni della GM, ad andarsene e tornare al vecchio, poco redditizio ma ancora abbastanza indi pendente lavoro di giornalista. Lotte nel mondo industriale, amori, matrimoni, tradimenti, corsa al successo guidata da un cinismo certo meno feroce di quello «magnifico e progressivo» dei nostri giorni: Bill Morris, nato a Waslungton nel '52, cresciuto a Detroit e poi, come da indistruttibile copione, disc-jockey a Nashville e a New York pony-express, ora abitante e giornalista nel North Carolina, racconta con un ritmo morbi- scolarsi nel mutismo più assoluto una caraffa di tocai nell'attesa che qualcuno lo piloti nell'appartamento di mammà a Queens. Siamo nel 1954. Morris ci fa imbattere anche in Omette Coleman e in Miles Davis nonché nei due fratelli Kroc, i quali a San Bernardino, California meridionale, hanno aperto il loro primo McDonald, in¬ tanto che il Grande Squalo Bianco della Buick va a confessarsi, prima di rompere brutalmente con la sua giovane amante, dal terribile revedendo Coughlin, il prete reazionario e antisemita che continuerà a imperversare negli Stati Uniti sino alla fine degli Anni 60. Nel frattempo il progetto di trasformare Marilyn in «ragazza Buick» va a rotoli Mirella Appiotti HJA