La Stampa - Consultazione Archivio

Per punizione 50 flessioni Studentessa all'ospedale Per punizione 50 flessioni Studentessa all'ospedale BARI. Una, due, tre, dieci, quaranta, cinquanta. Forse perché «le flessioni fanno bene all'asma», come dice lui in assoluta serenità stupendosi per il clamore della notizia, il preside ne ha ordinate cinquanta a una studentessa di 15 anni, punendola così per non essere scattata in piedi al suo passaggio. E lei, asmatica, si è messa ai piedi della cattedra, ma non ce l'ha fatta. Prima di chinarsi è svenuta. Soccorsa dai compagni, portata in ospedale, si è risvegliata grazie all'ossigeno e al cortisone. Ora sta meglio. In realta, dice il preside, Antonio Tateo, «ha solo finto di sentirsi male». Comunque sia andata, questa vicenda finirà nel capitolo «Storie d'altri tempi» dell'istituto tecnico commerciale di Grumo Appula. Daniela è una ragazzina introversa. Il professor Tateo un signore il cui rigore non sfugge agli studenti e neppure agli insegnanti. I quali su una cosa sono d'accordo: lo contestano. Ora c'è una denuncia alla procura della pretura, presentata dai genitori della studentessa. Sabato, ora di religione, i ragazzi, approfittando dell'assenza dell'insegnante, scalpitano. Udito il chiasso, il preside entra in classe. S'aspetta che tutti, in silenzio, scattino ossequiosamente in piedi. Niente. «Ma avete forse i reumatismi?» si inalbera. «Adesso ve li faccio passare io». Così mette mano al registro di classe, scorre i 22 nomi prima di condannare gli studenti alle flessioni. Il dito cade sul nome di Daniela. E lei, timidamente, si avvicina alla cattedra, singhiozza, dice che è ammalata e non può. «Ho l'asma, c'è anche un certificato medico in segreteria». Corre a prenderlo, torna in classe. Il preside lo legge, ma non cede. «Il certificato sconsigliava sforzi intensi, ma le flessioni non fanno male, anzi so che fanno addirittura bene ai malati di asma» si giustifica ora. E si procede. Ma lei non ce la fa. Neanche una su cinquanta, [t. a.]