«Baile/ come Pi Maggio»
«Baile/ come Pi Maggio» «Baile/ come Pi Maggio» i/ senatore: spero costi meno «Sono solo un garantista» Sgarbi: mai conosciuto quell'uomo MILANO. I fratelli Brusca? Le loro sono «balle di riserva», tirate fuori adesso per annullare l'impatto negativo dell'«infortunio» di Balduccio Di Maggio, il pentito che ha rivelato di aver ricevuto mezzo miliardo dallo Stato. Questa, in sintesi la replica del senatore a vita Giulio Andreotti alle nuove contestazioni nei suoi confronti in rapporto agli incontri con i vertici di Cosa nostra in arrivo da Giovanni Brasca. «Ma il termine pentito - è l'esordio del senatore - è improprio per Brusca. Eppoi sono qui a Milano per tutt'altra cosa...». E' in programma, infatti, la presentazione dell'ultimo libro di Andreotti, ospite Gianfranco Miglio. Ma le attenzioni sono tutte per l'ultima, clamorosa deposi¬ zione a Palermo. E Andreotti, dopo aver respinto il «Gabibbo» che gli offre il «Tapiro d'oro, Strass e lapislazzuli» in omaggio alla carriera, replica duro alle accuse di Giovanni Brusca. «La realtà - dice - è che, siccome hanno avuto l'infortunio di Balduccio Di Maggio, hanno fatto ricorso ad una sostituzione con una riserva. Da cittadino italiano mi auguro che allo Stato costi meno». Piccola pausa e Andreotti continua così: «Mi auguro, da cittadino italiano, che la sua prestazione costi meno allo Stato italiano». Ma, allora, insiste un cronista, che cosa risponde alle accuse dei Brusca? Prima ci sono state le accuse di Enzo Salvatore Brusca, adesso il fratello Giovanni conferma le accuse dei pentiti... «Replico che si tratta Firenze: amica dei conte , m ROMA. Onorevole Sgarbi, ha sentito cosa dice di lei il pentito Giovanni Brusca? «Si cercavano personaggi fuori da Cosa nostra per convincerli a denunciare abusi e soprusi agli onorevoli Sgarbi e Maiolo, che così potevano intervenire contro il 41 bis». «Ottimo. Il fatto è che io ho una prospettiva illuministica e umanitaria. Non ho bisogno che mi scrivano Brusca o i suoi adepti per essere contro la 41 bis: mi basta leggere Voltaire o Beccaria». La differenza è che qui si lascia intendere che vi utilizzavano all'interno di una precisa strategia politica. «Ma io ho ricevuto almeno 50 mila lettere di detenuti che si lamentano delle condizioni dei carceri, tra gli ultimi Renato Vallanzasca. Il fatto che mi scrivano non vuol dire che mi convincano loro: sono già con¬ senatore Giulio Andreotti, sotto processo per mafia di balle - risponde secco il senatore -. Sono balle altrettanto gigantesche di quelle dette a suo tempo da Balduccio di Maggio». E, nei confronti delle prime contestazioni, quelle di Enzo Salvatore Brusca (il bacio presunto tra l'ex presidente del Consiglio e Totò Riina) il senatore aveva già dichiarato: «Baggianate, ma con questo sistema dei pentiti nulla più mi meraviglia», [r. m.] ette sotto accusa l'ambiente di lavoro della vittima vintissimo». Lei ha mai incontrato Brusca? «Mai visto. L'unico che conosco in questo senso è Vallanzasca». Neppure qualcuno di quel giro, niente? «La madre ha detto ai giornali che io ero l'unico che lei riteneva rispettabile. Ma qualunque mafioso ritiene che lo sia, per le mie idee». Pensano tutti a lei. «Io ho sempre difeso le garanzie di chiunque, della figlia di Riina come di Vallanzasca. Ma contro i pentiti userei anche la tortura». La tortura? «Proprio. Sono contrario a ogni violenza verso i detenuti, ma contro i pentiti che fanno un contratto con lo Stato e poi dicono, come Di Mag gio, "parlo se mi date un miliardo", a quelli strapperei le unghie. Con il Brusca attuale sarei durissimo». Delle grane però le ha già avu- Caserta: è stato salvato in L'onorevole Vittorio Sgarbi citato in aula da Giovanni Brusca te, in Calabria, per questi in teressamenti ai detenuti. «Mi hanno avvisato per mafia, con Tiziana Maiolo. Ma non si può scambiare il convincimento con scambi di favori a questo e a quel lo. Io poi i voti li ho sempre presi per conto mio, anche prima». In Sicilia? «Dappertutto. Ma la volta che mi sono candidato in Sicilia poi ho vinto in Sardegna». [m. g. b.] extremis dal padre
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