«Diteci che fine ha fatto nostro figlio in Libano» di Lui. Gra.
«Diteci che fine ha fatto nostro figlio in Libano» «Diteci che fine ha fatto nostro figlio in Libano» TORINO. «Prima di fare la pace bisogna sanare le vecchie ferite»: ò il grido di dolore di una anziana coppia di israeliani che non si rassegna al silenzio sulla sorte del giovane figlio disperso sui monti del Libano Sud nella guerra del 1982. L'hanno visto partire diciottenne, oggi sarebbe un uomo fatto; ma a Dama sco - contro cui si combatteva dicono di non supere che cosa sia stato di lui e dei due commilitoni spariti in quel 6 giugno di 15 anni fa. Neanche il processo negoziale avviato fra Israele e Paesi arabi ha smosso la situazione, lori i genitori di Zvi Feldna erano a Torino, tappa di un viaggio nel nostro Paese promosso dall'Associazione ItaliaIsraele. Negli anni scorsi hanno parlato al Papa, hanno scritto al presidente siriano Assad tramite il segretario di Stato americano Christopher: hanno ottenuto poco o nulla, ma la speranza di una coppia in cerca del figlio perduto non muore mai. Quando si parla di israeliani dispersi, si cita sempre il pilota Ron Arad, ina c'è anche la storia di questi tre carristi. Due tank israeliani furono colpiti il primo giorno dell'operazione «Pace in Galilea»; alcuni soldati si misero in salvo, altri furono catturati (e liberati dopo lunghe trattative); di Zvi Keldna, Yehuda Cats e Zacaria Baumel non sono arrivate più notizie, neanche dai commilitoni che, uno dopo l'altro, rientravano dalla prigionia. Una traccia fa sperare per Zvi: una zia giura di averlo visto in un servizio tv siriano, che mostrava israeliani prigionieri. Ma Arafat, che si è interessato della cosa, dice che il ragazzo è morto e ne ha anche restituito la piastrina alla famiglia. Però nel luogo indicato come sepoltura il corpo non c'era. Per i genitori, la ferita resta aperta. [lui. gra.]
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