Incontro Aidid-Mahdi: promessa di riaprire porto e aeroporto e di abolire la «linea verde»

Incontro Aidid-Mahdi: promessa di riaprire porto e aeroporto e di abolire la «linea verde» Incontro Aidid-Mahdi: promessa di riaprire porto e aeroporto e di abolire la «linea verde» Prove di riunificozione a Mogadiscio Una stretta di mano tra i due signori della guerra «Il popolo potrà andare tranquillamente dal Nord al Sud della capitale». Bisognerà vedere se le promesse dei due grandi nemici diventeranno realtà la rivincita della grande fame Non piove da due anni, la tragedia ricomincia MOGADISCIO. Seguire le file intricate del labirinto somalo ha fatto smarrire la strada a fior di diplomatici. C'ò riuscito invece Giuseppe Cassini, 56 anni, con la sua aria educata da diplomatico dell'età degli imperi, spendendo tesori di pazienza e quel tanto di fantasia indispensabile per far crollare i muri di diffidenza e odi reciproci. Quando, nel settembre '96, ha avviato la sua missione di capo della delegazione speciale per la Somalia era perfino difficile arrivare in questo Paese e l'Italia era scomparsa dalla scena da due anni. Per scalare tutte le infinite formazioni somale Cassini ha percorso il Paese da Nord a Sud e attraversato otto volte la linea verde che divide Mogadiscio. L'ultima ieri per convincere Aidid a spostarsi nella zona del nemico Ali Mahdi. [d. q.] Un primo, piccolo passo. Ma lo hanno compiuto. Hussein Aidid e Ali Mandi, capi delle due maggiori frazioni somale, impegnati dal '91 in uno scontro sanguinoso, si sono stretti la mano. Era la prima volta che questo succedeva a Mogadiscio. Per dare il primo segno di pace i due signori della guerra hanno esibito tutta la selvaggia scenografia guerresca che li circonda: jeep dotate di cannoncini c mitragliatrici e miliziani dall'aria feroce che li hanno accompagnati nell'albergo, posto a poche centinaia di metri dalla linea verde che divide in due la città e segna il confine tra i territori controllati dalle due fazioni. A tessere i fili sottili di quest'incontro l'inviato italiano per la Somalia, Giuseppe Cassini, che con un frenetico blitz diplomatico negli ultimi giorni ha fatto cadere il muro di ostilità die separa i due capi. Dopo mezz'ora di discussione è stata decisa la costituzione di un Comitato comune che dovrà discutere la riapertura del porto e dell'aeroporto; cadrà anche la linea verde CASSINI per consentire il passaggio della popolazione nelle due parti della città. Il porto e l'aeroporto, che sono nella zona controllata da Aidid, infatti, sono sotto il tiro dei mortai di Osman Ato, un trafficante capo del clan di Aidid che ha tradito per allearsi con Ali Mahdi e si è barricato nell'imprendibile quartiere di Medina. «Grazie alla mediazione dell'ambasciatore Cassini io e mio fratello AU abbiamo iniziato a riunire il popolo di Mogadiscio e ad avviare la pace e la ricostruzione», ha detto Hussein Aidid. Gli ha fatto eco Ali Mahdi: «Da oggi non c'è più la linea che divide i due settori di Mogadiscio e il popolo potrà andare tranquillamente da Nord a Sud. La capitale non è più divisa». L'incontro, dopo anni di guerra, potrebbe, se confermato dai fatti, aprire una fase nuova nell'infinito dramma della Somalia. Merito dell'entrata in scena di Hussein Aidid, che ha preso il posto del padre caduto in un agguato mentre combatteva contro Osman Ato. Aidid, 36 anni, che è vissuto in Italia e negli Stati Uniti dove è stato graduato dei marines, sembra l'uomo capace di uscire dalla logica suicida dei clan e affrontare la tragedia somala finalmente con idee nuove. d. q.] Duo immagini della carestia in Somalia che convinse il mondo a intervenire Dopo due anni di siccità sul Paese incombe di nuovo la fame {' che hanno fatto co¬ struire un piccolo pomo alternativo * nella zona Nord del¬ la città destinato a % diventare inutile Qualsiasi ideale ... in Somalia, anche la pace, può nasceri' solo da qualcuno cui risulti necessario o vantaggioso. Per capire se la strada imboccata ieri continuerà, bisognerà seguire quindi i conti bancari dei milionari della guerra. Come questo: «Io ho una fabbrica di pelli a Dubai. Indiani, pakistani e cinesi lavorano per me a tutta l'orza, non fanno storie e costano poco. Non avele capito niente della Somalia. Non è vero che è un Paese senza legge, c'e, eccome: la legge del dollaro». simi a cassa. Sono 150 mila dollari al mese che servono anche a finanziare la guerra. La riapertura de! pollo di Mogadiscio, se diventerà effettiva, costringerà Hussein Aidid a rinunciare a una parte degli introiti che derivano dalle banane; il carico verrà intatti subito spostalo nella capitale in cui ci sono moli e strutture, e i temili e i costi sono minori. Dovrà quindi toccare gli interessi del suo clan. Come Ali Mahdi, che dovrà vedersela con i suoi «elemosinieri» Domenico Quii ico L'appello dei genitori di un carrista israeliano