Col pm, in una pausa, aveva parlato del sistema «del bastone e della carota» di Susanna Marzolla
Col pm, in una pausa, aveva parlato del sistema «del bastone e della carota» Col pm, in una pausa, aveva parlato del sistema «del bastone e della carota» «Non processerò Berlusconi» Si astiene ilpresidente del tribunale Crivelli E adesso il dibattimento potrebbe venire annullato e ricominciare tutto da capo colpevolista». E' il 5 ottobre. Quando riprende il processo, i legali di Berlusconi e degli altri firmatari la ricusazione (il fratello Paolo, Massimo Maria Berruti e Alfredo Zuccotti) chiedono a Crivelli di astenersi: lui ribatte che non ce n'è alcun motivo, che quella frase si riferiva soltanto a questioni tecniche. Il 28 ottobre si discute l'i¬ stanza di ricusazione e lì i legali si lamentano anche di altre battute del presidente (ad esempio, rivolgendosi al teste Niccolò Querci, segretario di Berlusconi: «Non voglio infierire»). Il 4 novembre la corte d'appello decide: respinge l'istanza. Ma scrive: «Il presidente ha perso molto di quel prestigio che l'alta e delicata funzione giudicante dovreb¬ be sempre conservare; avrebbe fatto bene ad astenersi». A compiere quel gesto, però, Crivelli non ci pensa proprio; né nell'udienza che si tiene lo stesso giorno né in quelle successive. Nel frattempo uno dei giudici a latere, Paolo Caringella, passa al Tar e nel frattempo arrivano in Cassazione altre ricusazioni di tipo tecnico. Una di que- Da sinistra: il giudice Carlo Crivelli e Silvio Berlusconi ste poteva anche passare. Spiega Guido Viola, difensore del manager Fininvest Salvatore Sciascia: «Crivelli si era pronunciato su un ex coimputato, il colonnello Tripodi, quando faceva parte del tribunale della libertà. La nostra istanza era stata respinta dalla corte d'appello ma il pg presso la Cassazione ha proposto l'annullamento dell'or¬ Francesco Pintus giudiziario '95 a Cagliari e le critiche alle indagini allora in corso su Corrado Carnevale; la circostanza che il figlio del magistrato è stato avvocato a Milano ed ha collaborato con Guiso, difensore di Craxi; il passato politico di Pintus, nell'83 deputato per la sinistra indipendente «La sensazione - ribattono Pazzaglia di An e Viviani di Forza Italia - è che Pintus non debba andare a Milano». Mentre Gennaro parla di due partiti: «Chi vuole che a Milano vada un uomo forte come Pintus e chi non vuole che ci vada proprio per la stessa ragione». Ir. i.] dinanza». L'astensione di Crivelli previene la decisione sul problema e previene anche la pronuncia della stessa Cassazione su una presunta «abnormità» delle parole usate sul presidente dalla corte d'appello. E' su questa «abnormità» che fa comunque leva Crivelli per spiegare come sia stato «costretto alla scelta, per nulla libera, di astenersi dal processo». Nei suoi confronti, sostiene, è stata realizzata «un'indebita forma di pressione»: con la pubblicità data a quegli apprezzamenti si sarebbe infatti «originata nell'opinione pubblica una perdita di prestigio» nei suoi confronti. Fin qui Crivelli. E il processo? Se ne saprà qualcosa il 5 febbraio, data fissata per la prossima udienza. La difesa fa già capire che potrebbe accettare di «salvare» le testimonianze ma chiederà di ridiscutere tutte le questioni preliminari respinte da Crivelli. Susanna Marzolla
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