«Dall'estero ci spiano»

«Dall'estero ci spiano» «Dall'estero ci spiano» contro il giornalista Maurizio De Ponti». Tanti attori per una unica spiegazione. Che Dinoia snocciola puntigliosamente: «C'è stata una controattività per bloccare Antonio Di Pietro sin dal '92, dall'inizio dell'inchiesta Mani pulite. Nel '94 gli attacchi velleitari contro di lui sono arrivati più forti, a partire dal momento in cui ha scoperto i conti esteri di Sergio Cusani, di Bettino Craxi e di Mauro Giallombardo». Risale a quel periodo, secondo il suo legale, la decisione di Di Pietro di lasciare la magistratura: «Poteva non dimettersi? Non era pensabile che la mattina fa¬ cesse il pm e il pomeriggio pensasse a difendersi. Poteva non dimettersi da ministro? No, perché ci sarebbe stato uno scontro istituzionale e Di Pietro è un uomo dello Stato». L'avvocato Massimo Dinoia va anche oltre. Guarda al futuro della procura di Brescia. E mette le mani avanti sulla nuova inchiesta, quella che vede Di Pietro sotto inchiesta per concussione insieme ai suoi amici, Antonio D'Adamo e Giuseppe Lucibello. Tutti nel registro degli indagati perché sospettati di aver «sbancato» Pacini Battaglia. Spiega, Dinoia: «Non sappiamo chi ha organizzato il dossier

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