D'Alema maestro di cerimonie

D'Alema maestro di cerimonie D'Alema maestro di cerimonie E' la super star del raduno socialista RUINI ROMA. Nella saletta del residence Ripetta le luci sono fioche, l'umore è basso e ai socialisti del Si sta parlando la compagna Maria Rosaria Manieri, col suo vestito a fioroni color lilla. E' in questa atmosfera casareccia che si materializza il «miracolo», l'apparizione: dal fondo della sala compare Felipe Gonzàlez in carne ossa. E come un sol uomo Enrico Boselli, Roberto Villetti, Ottaviano Del Turco e Claudio Martelli si alzano, applaudono e trascinano il battimani dei cento compagni socialisti, eredi di quel psi che per qualche anno ha dettato legge nell'Internazionale socialista. Felipe Gonzàlez non ha dimenticato «il compagno Nenni» combattente in Spagna, non deve aver dimenticato i concreti i sostegni del psi di Craxi e ha voluto fare un regalo agli «eredi», parlando per ben 50 minuti al consiglio nazionale del Si. Ma a riprendere la scena c'era soltanto la telecamera della televisione spagnola e quella del Tgl. Ben altro dispiegarnento di forze - ed è il sogno dei tempi ci sarà questa mattina alle IO all'hotel Sheraton, quando Massimo D'Alema, nella sua qualità di vice-presidente, aprirà i lavori del Consiglio generale dell'Internazionale socialista alla presenza di primi ministri, di leader di mezzo mondo o di duo personaggi carismatici nel Medio Oriente: Yasser Arafat e Shimon Peres. Per D'Alema un passaggio importante: nei due giorni di lavori, dovrebbe consumarsi la sua definitiva consacrazione a leader della sinistra internazionale. E da quel che si sa, D'Alema non si limiterà ad un saluto rituale, ma affronterà un versante impegnativo, ambizioso: cosa può lare la politica davanti alla globalizzazione dei mercati, allo strapotere delle banche centrali e dei grandi operatori finanziari? E così, con Bettino Craxi ad Hammamet, ecco materializzarsi la più curiosa delle «nemesi»: un ex comunista come Massimo D'Alema che fa gli onori di casa ai leader socialisti (e non solo) dei cinque continenti. Per il leader del pds due giorni intensi: «Non bisogna dimenticare - spiega Umberto Ranieri, "ministro degli Esteri" della Quercia - che l'Italia è l'unico tra i grandi Paesi europei nel quale la sinistra è al governo» e questo è destinato ad accrescere la curiosità degli altri

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