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8 8 Martedì 21 Gennaio 1997 ROMA. Se noi resto d'Italia è il 17 il numero «maledetto», nel Palazzo (ulteriore esempio di allontanamento delle istituzioni dal Paese?) è invece il 35. Tanti devono essere i senatori, e tanti i deputati, che comporranno la commissione Bicamerale. Ragion per la quale, all'interno dei diversi gruppi parlamentari, si è aperta una guerra di quelle all'ultimo millilitro di sangue. E non perché, come pure si era ventilato, ì membri di questo organismo parlamentare riceveranno un gettone di presenza di trecentomila lire. Che questa ipotesi l'hanno smentita tutti. Solo il presidente, i suoi vice e i segretari riceveranno un'indennità aggiuntiva mensile. Cinque milioni lordi per il primo, un milione duecentossessantottomila per i secondi, e seicentotrentaquattromila lire per i terzi. Ma non entrare alla Bicamerale è quasi come non essere ammessi ad un circolo esclusivo dei padri fondatori della nuova Repubblica. E non un solo gruppo è stato risparmiato da questa frenesia. C'è la sinistra democratica dove Massimo D'Alema ha i suoi bei guai. Dieci senatori e dieci deputati, abbastanza per accontentare tutti, si dirà, ma non è cosi. Innanzitutto c'è Achille Occhetto, a cui non dispiacerebbe affatto entrare in Bicamerale. Ma l'ex segretario rappresenta per l'attuale leader una sona di bomba ad orologeria, perché strizza l'occhio al presidenzialismo in modo più che palese. Co¬

Persone citate: Achille Occhetto, D'alema

Luoghi citati: Italia, Roma