Così i pc «Made in Italy» hanno perso terreno negli ultimi anni

Così i pc «Made in Italy» hanno perso terreno negli ultimi anni Così i pc «Made in Italy» hanno perso terreno negli ultimi anni Dal successo dell'M24 alla crisi degli Anni 80 detti risponde come suo solito: <<Chi dice una cosa del genere è un ignorante o è in malafede; è come chiedere alla Fiat se vuole uscire dall'auto». L'obiettivo dichiarato per il '% è raggiungere il pareggio nei pc: significa produrre 900 mila personal con i 1750 dipendenti rimasti nella Olivetti personal computer, rispetto alle 750 mila macchine prodotte nel '95 da 3500 addetti. Un risanamento che ha già il Cine, dichiarato ufficiosamente dei vertici, di rendere più appetibile la società per un eventuale acquirente. E un risanamento difficile dato che nei primi sei mesi i personal sono 340 mila, su un fatturato di 991 miliardi le perdite ammontano a 16 miliardi, e Olivetti è decima in Europa con il 4% del mercato dei pc. E adesso? Il futuro di Ivrea senza personal computer sembra sempre più orientato verso il fiorentisskno mercato delle telecomunicazioni: quelle cellulari in primo luogo, dove Omnitel sta reggendo la competizione con un colosso come la Tim, anche se i suoi conti non andranno in attivo prima dell'anno prossimo, e poi quelle fisse, dove Infostrada tesse le sue alleanze con partner stranieri e gestori di reti alternative a quelle della Telecom e aspetta il '98, l'anno in cui il grande gioco della telefonia sarà completamente liberalizzato. Sempre più telefoni, ma ancora meno computer, temono i sindacati che già paventano un possibile addio anche alla Olivetti System and Services, il vero «nerbo» informatico del gruppo da cui dipende oltre la metà dei fatturato. UNA cessione ampiamente annunciata, ma che ha comunque un valore «storico», quella dei personal computer Olivetti. E' il 1964 quando viene aperto il grande stabilimento di Scarmagno, alle porte di Ivrea, dove all'inizio lavorano 800 persone. Allora i prodotti di successo nel campo delle macchine calcolatrici si chiamano Divisumma, Multisumma, Elettrosumma. La conversione all'elettronica non è facile ma proprio quell'anno nasce il Programma 101, di fatto il primo computer da tavolo del mondo, che presentato nel '65 negli Stati Uniti lascia impressionati clienti e osservatori. Al successo del Programma 101 non segue però un'adeguata strategia produttiva e commerciale e la Olivetti perde la sua prima occasione nel settore. E' negli Anni 80, con il boom del personal computer che Olivetti sale sulla cresta dell'onda. Nel 1982, solo un anno dopo l'ingresso nel settore del colosso Ibm, arriva l'M20, il primo personal Ibm-compatibile prodotto dall'azienda di Ivrea. Segue nell'83 l'MIO, il portatile di Ivrea. L'anno dopo, la At&t entra nell'azionariato Olivetti e l'azienda lancia quello che forse è il suo prodotto di maggior successo: l'M24. Anche grazie all'alleanza con At&t, nel solo '85 Olivetti ne vende 200 mila esemplari negli Stati Uniti. Alla fine degli Anni 80, però, il vento cambia rapidamente. Sul mercato arrivano, e si impongono in tempi brev_simi, concorrenti sconosciuti fino al giorno prima: la Dell, che vende i suoi computer per telefono, la Compaq, i taiwanesi della Acer che smettono di sidente proprio «a causa dell'ulteriore aggravarsi della crisi mondiale dell'industria informatica». produrre per conto terzi e incominciano a imporre il loro marchio. Di fronte all'esercito degli assemblatori i grandi gruppi avvertono la crisi e partono ristrutturazioni feroci. Olivetti invece non riesce a mettere mano immediatamente alla sua struttura produttiva e distributiva e perde colpi nella battaglia a chi è più veloce nel costruire i suoi computer attorno ai nuovi chip sfornati dalla Intel, che rappresentano ormai lo standard di mercato. Lo stesso De Benedetti ammetterà in seguito che la Olivetti ha sottovalutato i problemi del settore. Né serve a molto l'alleanza con la Digital (quella con At&t è finita nell'89) stretta nel giugno del '92. Ivrea non riuscirà mai a sfruttare a pieno il potente chip Alpha che la stessa Digital ha messo a punto. Il '91 si chiude con una perdita di gruppo, la prima dell'era De Benedetti, di 459 miliardi mentre l'Ingegnere riassume i pieni poteri in azienda, come amministratore delegato e pre¬ Ma anche nei laboratori di Ivrea ci sono dei problemi: le idee sono buone, talvolta preveggenti, ma manca i) polso del mercato. Il Quaderno, il «micro portatile» grande quanto un foglio formato A5 non riesce a sfondare e dopo qualche mese dal suo lancio si trova ormai relegato tra le offerte speciali a poche centinaia di migliaia di lire. Anche l'Envision, il computer da collegare al televisore, progenitore in qualche modo della WebTv, non trova la sua strada: pesa il prezzo troppo alto per la clientela familiare a cui è destinato. Con gli ultimi esercizi la situazione dei personal diventa sempre più difficile. Nel bilancio '95, il settore personal contribuisce con perdite operative per 220 miliardi e incide non poco sui 1123 miliardi di oneri di ristrutturazione pagati dal gruppo. Ma a chi gli chiede se a Ivrea si pensa di vendere i pc De Bene¬

Persone citate: De Benedetti, Olivetti