Una strana coppia per Ivrea di Manacorda

Una strana coppia per Ivrea Una strana coppia per Ivrea «A Scarmagno faremo soltanto computer» si accolla altri 14 milioni di debiti (in tutto un'ottantina di miliardi al cambio attuale) attraverso una finanziaria lussemburghese. Dieci anni dopo Raleigh, leader nella mountain bike, vende 2,5 milioni di biciclette, ha avviato una lucrosa e promettente attività in Cina ma, soprattutto, è tornata al profitto. Stesso copione adottato per la Royal Worcester, nobile marchio delle porcellane di Sua Maestà, sull'orlo del fallimento quando, nell'88, Gottesman decide di acquistare l'azienda. Ora l'ex avvocato ha convinto i suoi soci d'affari che l'avventura in terra inglese può es¬ ser ripetuta in Sud Europa, dove ci sono le occasioni a più buon prezzo e più promettenti, «lo non ho raggiunto il pareggio nel '96 - dice Colaninno rivolto all'ospite -, mi auguro che Gottesman sia più bravo di me e lo raggiunga nel '97». Gottesman non perde tempo a sorridere. Certo, non sembra uno a caccia di bilanci in passivo anche se, in passato, non ha mai operato tagli brutali all'occupazione. Quando è arrivato in Raleigh, del resto, i vecchi proprietari avevano già tagliato. Chissà, forse la storia si ripeterà a Scarmagno. qualcos'altro oltre ai computer. Magari in abbinata con Seleco... «No. Solo computer». Che squadra s'avanza sulle strade del Canavese. Gian Mario Rossignolo, per ora, tace e preferisce lavorare a Pordenone piuttosto che affrontare i giornalisti (non è uno da «no commento del resto...) ma si muove. Certo, quel che conta sono gli uomini, più delle quote azionarie. E Rossignolo, che pure sarà anche azionista (con una piccola quota) cerca di radunare attorno alla «Piedmont International» una pattuglia decisa, magari con qualche voglia di riscossa. Della partita sarà senz'altro Elserino Piol, l'uomo che a Ivrea guidò la battaglia contro l'Ibm. E l'amministratore delegato sarà Alessandro Barberis, vicedirettore generale del San Paolo, una gran voglia di tornare all'industria. I capitali? Non solo «made in Usa», per carità. Investiranno probabilmente anche l'Arca Merchant, banca d'affari delle Popolari, e la Sofipa, leva finanziaria del Mediocredito Centrale. Inutile cercar conferme da mister Gottesman. «Ho fiducia si limita a dire - che con una buona gestione la società possa tornare alla redditività». E l'occupazione? «Per il momento non ci saranno riduzioni di organico. Poi deciderà il manage ment, dopo aver messo a punto un piano operativo». Non pensa che avrà problemi con il sindacato che chiede garanzie? «Non ho mai incontrato - è la risposta - un sindacalista italiano. Ma abbiamo sempre avuto buone relazioni sindacali nei nostri impianti in Europa». E le credenziali di mister Gottesman, a giudicare dai precedenti, sono più che buone. Nel 1987 lui, forte dei capitali riuniti in Centenary (e altri investitori locali), si fa avanti per rilevare la Raleigh, marchio nobile di Nottingham, ma azienda disastrata di biciclette in rosso da dieci anni. Gottesman la compra per 18 milioni di sterline e SMILANO CUSI, mister Gottesman, ma lei chi è? Lui, impassibile, replica così: «Sono quello che si vede - e non sorride -. Io non sono certo importante, i manager sì». E chi saranno i manager? «Li comunicheremo a tempo debito, quando saranno prese le decisioni da parte degli azionisti». E gli azionisti? «Stiamo definendo l'assetto». Quando potrà esser più preciso? «Quando tutto sarà stato definito». E' un osso duro Edward Gottesman, avvocato e promotore della Centenary, la holding industriale che, tra poco più di un mese, diventerà proprietaria attraverso la Piedmont International del Lussemburgo dell'Olivetti personal computers. Eppure Carlo De Benedetti ha scelto proprio lui per la vendita più impegnativa, almeno sul piano sentimentale, della sua carriera. Da quando conosce De Benedetti, mister Gottesman? «Da vent'anni. No, non ho mai fatto business con lui, ho curato alcuni suoi affari». Allora è giusto dire che fino a qualche anno fa lei era avvocato e poi ha cambiato mestiere, promuovendo Centenary? Una piccola smorfia di dolore si disegna sul suo volto. Proprio soffre a sentir parlar di sé, Gottesman. «Sì - ammette - è corretto». L'unico strappo ad un riserbo degno di un grande banchiere d'affari, Gottesman lo fa parlando di Rossignolo, che sarà il presidente esecutivo della «Piedmont International», un nome che è una garanzia. Perché ha scelto proprio Rossignolo? «Ci voleva un uomo in grado di muoversi con competenza nella realtà italiana e che avesse alle spalle un'esperienza di successo in un'operazione simile a questa». Ma Rossignolo si muove per conto suo?, chiede una giornalista svedese. Non è che dietro all'uomo di fiducia in Electrolux, Ericsson, Skf ci sono i Wallemberg? «Ritengo che Rossignolo operi per conto suo» risponde Gottesman. Ma a Scarmagno magari produrrete Frances Ugo Bertone co Manacorda