Tortona, nel gruppo quattro fratelli Furlan, il cugino, due amici e una ragazza di Antonella Mariotti

Tortona, nel gruppo quattro fratelli Furlan, il cugino, due amici e una ragazza Tortona, nel gruppo quattro fratelli Furlan, il cugino, due amici e una ragazza In otto con i sassi killer» Altri 5 fermi: ogni volta che colpivano un 'auto urlavano «bingo» L'appuntamento davanti a un supermercato per l'ultimo tragico raid ni. Scappano, qualcuno vede tre ombre sul cavalcavia, una coppia appartata lì vicino sente passare una macchina, ma forse sono due. Scattano i blocchi stradali, partono le indagini. Si cerca nel giro dei fratelli Furlan, la procura autorizza le intercettazioni telefoniche. Si raccolgono le prime testimonianze. Tra queste quella di Gabriele Furlan, dice di sapere che gli autori del delitto sono i fratelli, ma poi cerca di salvarne uno, il più giovane. Una testimonianza a corrente alternata, tra ripensamenti, scrupoli di coscienza raccontati al magistrato, mille dubbi, troppi verbali rifatti. I Furlan che finiscono in carcere negano, dicono di non capire perché il fatello li accusa. Forniscono alibi, uno copre l'altro, si tirano in ballo altri nomi, si finisce in un pasticcio di voci, indiscrezioni. La procura si chiude in un silenzio ermetico, e si arriva a domenica, con due Furlan in carcere e il più giovane a casa. LA SVOLTA. Arriva con le dichiarazioni di Roberto Sirigu, che racconta che cosa sarebbe successo la sera del 27 dicembre, e manda a gambe all'aria molti alibi. Racconta di aver incontrato Paolo Bertocco e Gabriele Furlan, in centro a Tortona, di aver chiesto un passag¬ gio per andare al Mercatone Zeta, alle porte della città. Poi incontrano Sandro e Paolo Furlan. Insieme, su due auto, vanno in un altro supermercato, quello dove lavora Loredana Vezzano. La ragazza va con loro. Arrivano al Mercatone, il gruppetto (con loro anche Franco Furlan e un altro ragazzo, quello non ancora fermato) si divide tra scaffali e mercanzie, poi Sirigu compra un berretto marca Harley Davidson, paga ed esce. Al magistrato racconta di essere poi andato via, fornisce un alibi, insiste comunque che Bertocco c'era. Bertocco però nega: «Io quello lo conosco appena, non siamo mai usciti insieme». Ma il suo alibi crolla. LE PIETRE. Cosa succede davvero sul piazzale? Secondo la ricostruzione fatta dalla procura, intorno alle 19,30 nel grande parcheggio che sta dietro al Mercatone il gruppetto decide di andare sul cavalcavia. Qualcuno raccoglie dei sassi, li mette nel bagagliaio della Tipo verde scuro di Sandro Furlan. Tre minuti dopo sono sul cavalcavia, che è proprio lì dietro, a un chilometro di distanza. Bevono qualche birra, cominciano a tirare. Qualcuno forse non è d'accordo, e se ne sta seduto in macchina. Qualcuno invece ci prova e riprova, e gli altri 10 sfottono. Ma uno invece, uno solo, alla fine fa «Bingo». LE CONFESSIONI. Per prima avrebbe parlato Loredana, fermata l'altra notte. Ma poi sarebbe toccato a Paolo Bertocco, in piena crisi dopo 11 crollo del suo alibi. Progressivi cedimenti, poi racconti finalmente concordanti. Carabinieri e magistrati interrogano in una caserma isolata, lontana dai curiosi. E alla fine ci riescono, a mettere la banda del cavalcavia spalle al muro. Brunella Giovare confusi. Una casa vuota quella dei Furlan, con le due camere da letto deserte, in fondo al corridoio, senza il via vai degli amici che avevano festeggiato la scarcerazione di Sergio. Ci sono però ancora i vicini di casa e qualche parente a difendere Giulia. «Non può parlare, sta male». Dolore, angoscia e vergogna, ma forse anche paura. «Ho deciso di non andare a lavorare per qualche giorno aveva detto -. Non voglio che mi vengano a cercare sul posto di lavoro per chiedermi dei miei figli». Adesso sarà peggio. Adesso sarà più difficile. «Non si capisce più cosa succede», dicono gli amici dei ragazzi Furlan: sono sempre convinti dell'innocenza, ma sempre più A casa Berdini, Maria Grazia non vuole partecipare allo «spettacolo di questi giorni». «Stiamo vivendo giorni di ansia», racconta Maria Grazia. E poi sembrano un insulto tutti quei ritratti televisivi dei probabili assassini, con mamma Furlan sempre in primo piano a difenderli. Ma è pur sempre una madre che difende i figli. «Sì, anche mia madre ha perso una figlia». Maria Grazia aspetta. «Vedremo quando tutto sarà sicuro». «La verità è che Letizia è morta». Lorenzo Bossini, il marito non ha altre verità da attendere. Non ha più Letizia. Antonella Mariotti