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Cron t LA STAMPA" TORTONA DAL NOSTRO INVIATO «Bingo!». Gridavano così, quelli della banda del cavalcavia della Cavai Iosa, quando riuscivano anche solo a sfiorare una delle macchine bersaglio dei loro sassi, sulla Torino-Piacenza. La sera del 27 dicembre invece fecero centro: colpirono la Mercedes 200 bianca di Lorenzo Bossini, e sfondarono la testa alla moglie, Maria Letizia Berdini. Un omicidio volontario, un'accusa da ergastolo che adesso pende sulla testa di altre sei persone fermate nella notte tra domenica e lunedi, interrogate per 10, 15 e anche 20 ore di seguito. Per la procura di Tortona, anche i sei fanno parte della banda del cavalcavia. Sono loro i responsabili di quel delitto, e i loro nomi vanno ad aggiungersi a quelli dei due fratelli Furlan, Sandro e Paolo, i primi ad essere fermati per questa vicenda, ora reclusi in totale isolamento nel carcere di massima sicurezza di Voghera. I NOMI. Gabriele Furlan, fino a ieri grande accusatore dei suoi fratelli, ovvero il testimone chiave per l'accusa, quello che ha raccontato al procuratore Cuva di aver sentito i suoi fratelli dire in casa «siamo stati noi, noi abbiamo tirate le pietre». Ma sul cavalcavia quella sera ci sarebbe stato anche lui. Franco Furlan, il quarto dei fratelli, il maggiore di età, e finora defilato dall'inchiesta. Paolo Bertocco, cugino dei Furlan, indagato per questa vicenda l'in da martedì scorso, il giorno del fermo di Sandro e Paolo Furlan. Quel giorno Bertocco era stato interrogato a lungo, ma aveva ottenuto, grazie alle dichiarazioni rese davanti al magistrato, di tornare a casa. Con un avviso di garanzia, ma libero. E ancora: è stata fermata Loredana Vezzaro, commessa di 23 anni, fidanzata di Sandro Furlan. Infine, ferino per Roberto Sirigu, amico di Bertocco e protagonista di un interrogatorio che aveva evidenziato le incongruenze di alcuni degli alibi forniti agli inquirenti dai suoi amici. L'elenco dei fermati si conclude con un punto interrogativo, sul nome di un ragazzo che i carabinieri ieri sera stavano ancora cercando. Un fermo da eseguire, un nome da cercare nel giro dei fratelli Furlan e dei loro amici. «IL PICCOLO». Infine, tra gli indagati compare un altro dei fratelli, Sergio, 18 anni compiuti tre giorni dopo quel 27 dicembre. Fermato anche lui martedì assieme ai fratelli Sandro e Paolo, aveva ottenuto la liberta venerdì sera. LA BANDA. Per la procura di Tortona questi giovani (il più giovane è Sergio Furlan, diciottenne, il più anziano Franco, 30 anni), giravano spesso assieme, frequentavano gli stessi locali, paninoteche, discoteche, negozi, bar, e da musi avevano trovato un divertimento nuovo: tirare alle macchini! che passavano sulla Torino-Piacenza. Un gioco crudele, che andava avanti almeno LA STAMPA Quotidiano fondato nel IH67 DIRETTORE RESPONSABILE ( arili Rossella CONDIRETTORE Luigi La Spina VICEDIRETTORI Vittorio >.iliadiii, l'ani" Passarmi REDATTORI CAPOCENTRALI Roberto Bellato Dario < ii'stii-Dina, Franili Tropea EDITRICE LA STAMPA SPA PRESIDENTE Giovanni Agnelli VICEPRESIDENTI Vittorio Caissotti ili Chiusano Umberto l'union AMMINISTRATORE DELEGATO E DIRETTORE GENERALE l'alilo l'alost'hi AMMINISTRATORI Luca Corderò di Montezemolo Giovanni (ìiovunnim Francesco l'aolo Mattioli. Alberto Nicolello STABILIMENTO TIPOGRAFICO La Stampa, via Mareni-o 32, Torino STAMPA IN FACSIMILE * La Slampa. V. G. Unititi HI, Turino SrTwt.v.CPBtnlilM.Ronu STS spa. Quindi Strada & Catania Suora SAME ipa, v. della Giustizia 11. Milann Limone Salda -pa. vjt Elmo. Cagliari Xnrd Krlair. IMI Ruedu ('aire. Rtiubaiv—" CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ' l'uhliliompass Soa v. Carducci 29, Milano, tel. (02) SG470.1 e. M. d'Azeglio fi», Torino, tel. (1111) fili(i5.211 <q 1997 Editrice La Stampa SpA Run 'lì* ili Turino n. 613/1926 Certificato n. 3320 del 13/12^1996 IT Cron B ISOGNA evitare ogni tipo di giustizia sommaria e troppo anticipata». Giovanni Conso, inaugurando a Roma i corsi dell'istituto superiore di studi romani, ha sfiorato nella parte conclusiva il giallo di Tortona, invitando tutti a non affrettare i giudizi. «Come scriveva Cicerone - ha detto l'ex presidente della Corte Costituzionale - c'è l'accusatore e c'è l'accusato, ma il colpevole c'è soltanto al termine del processo. Un processo che a Tortona è ancora da fare. E' assurdo gridare "a morte a morte", come purtroppo è accaduto, senza sapere nulla di certo sulla vicenda. Del resto uno dei tre fermati, è stato rilasciato su ordine del gip alla scadenza delle quarantotto ore». Professore, il suo era un grido d'allarme? «La mia è soltanto una constatazione, inserita oltretutto in un discorso più ampio. Vede, si dice spesso che l'indipendenza del giudice è uno dei principi cui si ispira

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