L ' Alitatici aumenta le tariffe del 3%

L ' Alitatici aumenta le tariffe del 3% L ' Alitatici aumenta le tariffe del 3% ROMA. L' Alitalia ha informato con un comunicato che, a seguito dell' aumento del costo del carburante (più 40% nel 1996), da oggi, le tariffe nazionali di «economica piena» saranno adeguate ad un livello (più 3 per cento) che recupera solo in parte questo incremento. Si precisa, comunque, che le tariffe legate all' iniziativa promozionale «Vi voliamo bene», valida sul territorio nazionale dall' 11 gennaio al 23 marzo 1997, rimarranno inalterate. La clientela nazionale, quindi, conclude il comunicato - potrà «continuare a beneficiare di livelli tariffari particolarmente vantaggiose». La decisione dell'Alitalia è stata presa Antonio D'Amato, consigliere Confindustria per il Mezzogiorno e (a fianco) Federico Pepe direttore del Banco di Napoli infatti debolezze strutturali che possono essere affrontate soltanto con le privatizzazioni». Perché? «Collocando le aziende sul mercato si può rendere libero il sistema per ridargli efficienza e competitivtà con ristrutturazioni, alleanze e consolidamenti». Il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi rivendica che la cessione del Banco è la premessa del piano di NOMI E GLI AFFA alla vigilia della diffusione dei dati sull'inflazione a gennaio che, secondo gli istituti di ricerrca, resterà sotto controllo, anche se probabilmente non soltanto non scenderà sotto il 2,6% di dicembre, ma potrebbe anzi salire al 2,7%. Il possibile aumento è attribuito a un effetto tecnico, cioè alle modifiche al «paniere» di riferimento fatte dall'Istat nel gennaio del '95. «Non ci sarà nulla di preoccupante se il dato di gennaio salirà al 2,7%», conferma il direttore del centro studi della Confindustria Giampaolo Galli, secondo il quale un aumento di questo genere «si spiega tranquillamente con il cambio del paniere». to) e quello per il porto container di Gioia Tauro (60,8%). Ma il problema è annoso e dipende assai più dalle Begioni che dal governo. Ciampi però vanterà la notevole accelerazione impressa negli ultimi sei mesi. La percentuale dei pagamenti è infatti raddoppiata rispetto ai due anni e mezzo precedenti (dal 7,7 al 14,3%). Infine de Silguy. Il portavoce del commissario ha detto solo che i due discuteranno di «aspetti dell'agenda dell'Unione monetaria». Ma per l'Italia l'agenda è tutto: riusciremo ad aderire alla moneta unica con il gruppo di testa o no? Ciampi porterà certamente a de Silguy i conti del '96, e probabilmente gli spiegherà anche cosa il vo gioco. Con la Wulf-Mathies il discorso è diverso. L'Italia, lo ha detto anche Ciampi in Parlamento, versa alle casse dell'Unione molti più soldi di quanti non ne riceva, e questo proprio a causa del cattivo utilizzo dei Fondi strutturali che l'Unione ha assegnato al Mezzogiorno ed alle aree a declino industriale del Centro-Nord. Secondo fonti comunitarie nel periodo 1994-96 l'Italia non è riuscita a sfruttare 3000 miliardi di fondi comunitari, e solo il 14,3% degli investimenti previsti sono stati effettivamente versati. Vero è che nel Mezzogiorno stanno andando bene i programmi di aiuti a industria e servizi (42,4% già realizza¬ governo intende fare per centrare entro la fine dell'anno l'obiettivo di ridurre il deficit pubblico al 3% del Pil (anche se si teme un beve risveglio dell'inflazione al 2,7% a gennaio). E' verosimile inoltre che Ciampi si lamenti della recente uscita del ministro dell'Economia olandese Zalm, attualmente presidente di turno del Consiglio Ecofin. Presentando la presidenza del suo Paese, Zalm aveva detto che, se l'Italia dovesse entrare nell'Unione monetaria col gruppo di testa, l'Olanda ne uscirà. De Silguy non potrà che ribadire che le regole vanno rispettate, ma che sono uguali per tutti.

Luoghi citati: Gioia Tauro, Italia, Olanda, Roma