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■raglili ■raglili sfuggivano. Dice il neopentito che, durante qualche colloquio che il vecchio boss ebbe in carcere con lui e col fratello più piccolo, Emanuele, don Bernardo confidò ai figli l'intenzione di Totò Riina di incontrarsi con Giulio Andreotti. L'opportunità di quel diabolico e incredibile «rendez-vous» sarebbe stato prospettata da Salvo Lima, l'uomo che in Sicilia rappresentava, insieme coi cugini Ignazio e Nino Salvo, la corrente andreottiana. Ma lui, il vecchio Brusca, diffidava e non era per nulla contento di quella eventualità. Temeva che quella richiesta di Lima - afferma Enzo Brusca potesse nascondere una trappola. Cosa nostra, d'altra parte non si fidava più di Lima, anche alla luce dell'esito «disastroso» del maxiprocesso e del successivo tentativo di «aggiustare» le conseguenze dell'inchiesta voluta da Giovanni Falcone. Per questo don Bernardo, face sapere che lui non era d'accordo. Anzi fu esplicito, ma- nuele che 0 padre non si sarebbe 10 stesso dimostrato contento di quella «promiscuità» fra Cosa nostra ed Andreotti. Anzi, manifestando tutta la sua avversità per il mondo politico, che - a suo parere - aveva mollato l'onorata società, affidò uno sfogo risentito al giovane Emanuele. Si sono incontrati? «E picchi - avrebbe esclamato 11 boss - invece di abbrazzarlu un ci stuccava i cuoddu?». Perché invece di abbracciarlo non gli spezzava il collo? Questo il segreto che Enzo Brusca ha affidato ai magistrati. Non sfugge a nessuno l'importanza della testimonianza. Una confessione destinata a rinfocolare polemiche mai sopite. Enzo Brusca è stato da poco accettato nel programma di protezione, che, invece, è stato negato a Giovanni che sulla testimonianza di Balduccio Di Maggio ha manifestato più di una perplessità. Giovanni Brusca, infatti, sul «bacio» ha detto nell'agosto scorso: «Se Riina fosse andato ad un appuntamento con Andreotti ci sarebbe andato con me, che ero capomandamento, e non con Di Maggio». Ma questa è una affermazione «vecchia», di quando cioè Giovanni Brusca tentava di fare il falso pentito. In seguito, ha modificato la sua posizione? E perché Enzo non ha nascosto il segreto? La risposta potrebbe essere proprio nei tempi degli avvenimenti. Cioè: Giovanni Brusca «si gioca» la credibilità all'inizio, con la «bufala» dell'incontro sull'aereo con Violante e con l'esplicita volontà di nuocere al suo «nemico» Balduccio Di Maggio. Tutto ciò che ha detto dopo è stato perciò preso con le dovute cautele. Enzo si è pentito dopo ed ha dovuto offrire «notizie forti». E' sincero, o gioca al rialzo? C'è solo un modo per fugare ogni dubbio: corredare il suo racconto di riscontri adeguati.

Luoghi citati: Lima, Sicilia