Bagno di folla del leader nel feudo degli integralisti, poi il discorso dall'ex quartier generale israeliano

Bagno di folla del leader nel feudo degli integralisti, poi il discorso dall'ex quartier generale israeliano Bagno di folla del leader nel feudo degli integralisti, poi il discorso dall'ex quartier generale israeliano Hebron in delirio per Arafat Presto riavremo anche Gerusalemme» « P« TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO A 48 ore dal ritiro israeliano, Yasser Arafat è giunto ieri in visita a Hebron per la prima volta dopo 30 anni di occupazione militare ed è stato accolto da una folla plaudente di decine di migliaia di palestinesi. Arafat è giunto in elicottero da Ramallah in Cisgiordania ed è atterrato presso il quartier generale della polizia palestinese, il palazzo che fino a pochi giorni fa era occupato dal governatore militare israeliano. Malgrado la contrarietà delle sue guardie del corpo, il presidente palestinese ha raggiunto l'edificio dopo un bagno di folla lungo 200 metri volto a dimostrare fra l'altro che i suoi servizi segreti hanno saldamente il controllo della situazione anche in una città notoriamente simpatizzante per gli islamici di Hamas, come Hebron. Poi, salito sul balcone, ha arringato la folla, ha proclamato Hebron «Città libera» e ha promesso che presto «Gerusalemme sarà capitale dello Stato palestinese». I coloni ebrei hanno mestamente assistito all'ingresso trionfale del loro nemico in città dall'alto della collina di Tel Rumeida. Oggi terranno un rito di contrizione alla tomba dei patriarchi di Hebron, assieme a migliaia di sostenitori provenienti dai territori. Verso i circa 500 coloni ebrei rimasti in città sotto la protezione di un migliaio di soldati israeliani Arafat ha usato un tono conciliante: «Noi non vogliamo un confronto», ha detto a quei coloni che a 300 metri di distanza seguivano la cerimonia in diretta, sintonizzati sulla Cnn. «Siamo dalla parte della pace, vogliamo la pace». Sabato il responsabile della sicurezza palestinese in Cisgiordania, colonnello Jibril Rajub, aveva invece affermato che i coloni sono «una pietra al collo» per i palestinesi che vivono in città e che «il loro posto è altrove». I portavoce locali di Hamas non hanno ancora manifestato apertamente il loro pensiero. Ma in conversazioni private hanno chiarito che la presenza dei coloni in città equivale a una resa da parte dell'Autorità nazionale palestinese e hanno condannato che sia rimasta per ora sotto controllo israeliano la «moschea Ibrahimi» (ossia la tomba dei Patriarchi) «che rappresenta hanno sottolineato - il cuore pulsante di Hebron». La grigia e trasandata Hebron si è agghindata ieri a festa. Una mano di vernice fresca è stata passata sugli ingressi dei negozi e grandi striscioni di benvenuto sono stati tesi nelle vie del centro. In città sono affluiti camioncini carichi di capretti destinati a essere sgozzati in serata (alla rottura del digiuno del Ramadan) per un grande banchetto in onore di Arafat. Arafat ha iniziato il suo discorso con un omaggio ai «martiri di Hebron» fra cui l'ex sindaco Fayez Kawasmeh, espulso dalla Cisgiordania all'inizio degli Anni Ottanta dalle autorità israeliane e ucciso in un attentato ad Amman da un sicario palestinese. Poi ha annun ciato alla folla che la liberazione Puniti fidanzati appartat dei detenuti è imminente e che con loro riacquisterà la libertà lo sceicco Ahmed Yassin, il capo carismatico di Hamas. Agli integralisti islamici Arafat ha aggiunto: «Dobbiamo unire le nostre forze per costruire lo Stato palestinese». Arafat ha poi definito per la prima volta il premier israeliano Netanyahu «un partner di pace» e ha espresso fiducia che «assieme agli israeliani edifichiamo un nuovo Medio Oriente». Forse qualcosa sta infatti cambiando nella rigida politica del leader del Likud. Fonti dei coloni hanno rivelato ieri che Netanyahu ha deciso di congelare di fatto per due mesi la colonizzazione ebraica nei Territori e l'approvazione di progetti edili ebraici a Gerusalemme Est, per non pregiudicare le relazioni con l'auto¬ ati i «Israele dovrà liberare il capo di Hamas». Rabbia fra i coloni Due immagini del trionfo di ieri di Yasser Arafat a Hebron tornata in mano ai palestinesi [FOTO REUTER] Le finanziarie promettevano interessi fino al 700 per cento Bruciati 3000 miliardi TIRANA. La bancarotta delle finanziarie, che minaccia di bruciare i risparmi del 90 per cento della popolazione albanese, si trasforma in scontro politico. Da giorni la gente manifesta nelle strade e ieri mattina 5000 manifestanti convocati dalle forze dell'opposizione sono scesi in piazza, a Tirana, scontrandosi con la polizia. Il governo e il presidente della Repubblica Sani Berisha sono accusati di aver coperto lo scandalo. Il ministero dell'Interno sabato aveva negato l'autorizzazione al comizio in piazza Skanderberg, ma i dimostranti hanno deciso di disobbedire al divieto. Ingenti forze di polizia presidiavano fin dalle prime ore del mattino tutta la zona del centro. Verso le 11 è iniziato l'assembramento dei dimostranti che hanno tentato di superare i cordoni di agenti e raggiungere il centro della piazza. E' in questa fase che sono avvenuti tafferugli con i poliziotti e violenti pestaggi. Alla fine della giornata vi erano quattro feriti e alcuni fermati. Nella zona dei disordini in macchina: massacrat rità palestinese. «Stavamo meglio quando stavamo peggio» ha commentato ieri il leader del movimento dei coloni Avraham Domb secondo cui «i laburisti facevano meno dichiarazioni retoriche che non il Likud, ma costruivano molto di più nei Territori». Nei due settori di Hebron l'esercito israeliano e la polizia palestinese stanno cercando in questi La polizia arresta un manifestante a Tirana, durante il corteo di protesta per la truffa contro i risparmiatori. Sopra, Berisha era stata predisposta anche una autobotte con gli idranti, ma gli agenti non vi hanno dovuto far ricorso. «Il governo avrebbe dovuto dirci che queste società ci stavano derubando», ha detto uno dei dimostranti, Bangjel Gjeshaj, asciugandosi il sangue che gli colava dall'occhio destro dopo una carica della polizia. Gjeshaj, 50 anni, aveva investito in quattro fondi. Negli scontri o l'uomo, rapita la donna [Ansa] DAL MONDO Somalia, forse oggi l'incontro Mahdi-Aidid MOGADISCIO. Un difficile dialogo a distanza è stato avviato tra i due antagonisti che si contendono il controllo della capitale somala: l'ex presidente ad interim, Ali Mahdi Mohamed, e Hussein Aidid, figlio del defunto generale Mohamed Farah Aidid. I due potrebbero arrivare a incontrarsi per discutere dello smantellamento della «linea verde» e della riapertura del porto della capitale. [Ansa] Ruanda, ammazzati tre volontari spagnoli «Eltsin fuori domani» Il Cremlino smentisce MOSCA. Il Cremlino non ha confermato la notizia data ieri dalla radio «Eco di Mosca» secondo cui il presidente Boris Eltsin uscirà domani dall'ospedale in cui è ricoverato per polmonite doppia. «Non disponiamo di tale informazione», ha commentato l'ufficio stampa del Cremlino. La radio aveva aggiunto che il presidente si sarebbe recato in una delle sue dacie fuori Mosca. (Ansa] Usa, morto Tsongas presidente mancato WASHINGTON. L'ex senatore democratico del Massachusetts e sfortunato candidato alla presidenza degli Stati Uniti, Paul Tsongas, è morto all'età di 55 anni per complicazioni polmonari derivanti dalla leucemia da cui era affetto. Tsongas aveva dato la scalata alla Casa Bianca nel 1992; alle primarie del New Hampshire aveva battuto l'altro candidato democratico: Bill Clinton. [Ansa] Serbia, cani in piazza contro Milosevic BELGRADO. Dopo il corteo in costume, l'opposizione serba ha portato in piazza i cani per animare le dimostrazioni quotidiane contro la «rapina» della vittoria elettorale nelle amministrative di novembre. Ha sfilato un grande assortimento di quadrupedi canini, dai pastori tedeschi, ai grandi danesi alla molteplice folla di bastardi, mescolati tra i circa 10 mila dimostranti. [Agi]