«No alle maggioranze variabili»

«No alle maggioranze variabili» «No alle maggioranze variabili» Fini: ma diremo sì alle privatizzazioni Uno degli argomenti del giorno è la Bicamerale. Lei non pensa che il Polo sia più garantito da una presidenza D'Alema? «E' vero che la presidenza di D'Alema potrebbe essere una garanzia in più perché lui si giocherebbe il suo prestigio di leader e perché vincolerebbe in qualche modo gli alleati dell'Ulivo. Quindi, se la maggioranza ritiene di dare a se stessa la Bicamerale non vedo perché non debba presiederla l'esponente più autorevole di quella coalizione, ma...». Ma lei preferirebbe un personaggio «super partes»... «Mi troverei in difficoltà a trovare un solo nome di personaggio super partes. Il problema, semmai, è un altro: quello relativo all'opportunità che sia un uomo dell'opposizione a presiedere la Bicamerale. Ed è per questo che Berlusconi ha risposto di non credere che la nomina di D'Alema possa necessariamente fare parte di un dialogo. Comunque vedremo che cosa la maggioranza dirà a questo proposito». Onorevole Fini è ancora pessimista circa gli esiti della Bicamerale? «Rimango dello stesso stato d'animo. Comunque non entro nella Bicamerale con la volontà di boicottare». Ma lei non teme che l'Ulivo possa usare l'arma della proroga delle concessioni a Mediaset per condizionare Berlusconi nella Bicamerale? «Casini ha detto una cosa giusta all'assemblea del Polo: la tattica del rinvio può agevolare o quanto meno non danneggiare l'impresa Mediaset, ma sicuramente danneggia o limita lo spazio d'azione dell'opposizione di Berlusconi. Io condivido pienamente questa analisi, ergo occorrerà che il Polo faccia la sua parte per evitare che ci sia una proroga e per risolvere il problema del riordino dell'assetto televisivo». Onorevole, le amministrative si avvicinano e i ccd invocano la politica delle «mani libere»... «Quella delle mani libere non può essere una regola da reclamare ovunque e comunque. Ma non è un ragionamento sbagliato in assoluto quello di due che bisogna valutare caso per caso, perché in alcune realtà non è utile riprodurre l'alleanza a livello nazionale. L'impegno è che la norma sia la riproduzione della coalizione e poi ci sono le eccezioni». Insomma, il Polo, per ora, si è ricompattato, ma sembrano già profilarsi le avvisaglie di future divisioni. «No, comunque io penso che sia necessario portare avanti il progetto di un partito-polo. Non parlo del partito unico ma del fatto che il mimmo comun denominatore dell'alleanza debba essere il programma elettorale: ogni forza politica deve farsi carico di essere in sintonia con quel programma». Un'altra domanda ancora sull'ultima «querelle» Polo- Il cardinale Sodano: non si può trascurare il rapporto tra etica ed economia Ulivo: il brindisi di Enzo Siciliano il 21 aprile. «Non mi ha meravigliato: è una conferma del fatto che al vertice della Rai c'è un personaggio che è legato in modo organico all'Ulivo. E questo rende ineludibile il problema dell'obiettività e del pluralismo del servizio pubblico. A parte gli altri problemi - gli aspetti gestionali, il livello qualitativamente non eccelso - la faziosità della Rai mi sembra incontestabile». Maria Teresa Meli

Persone citate: Berlusconi, Casini, D'alema, Enzo Siciliano, Maria Teresa Meli