Il Banconapoli alla «cordata» Ina-Bnl

Vìa libera al passaggio per 61,6 miliardi. Il Tesoro: «Ci libereremo di tutte le partecipa2ioni» Vìa libera al passaggio per 61,6 miliardi. Il Tesoro: «Ci libereremo di tutte le partecipa2ioni» Il Banconapoli alla «cordata» Ina-Bnl Ciampi: ora si vende tutto va di poter rinegoziare tutte le condizioni del bando d'offerta. In caso di fusione, nascerebbe un istituto che potrebbe contare su un totale dell'attivo di 250 mila miliardi, una raccolta da clientela di 143 mila miliardi e su impieghi a clientela per 140 mila miliardi. L'eventuale operazione di fusione è stata ieri ricordata dal ministro Ciampi, che ha spiegato come «mai, Ina e Bnl si sarebbero avvicinati al Banco se l'avessero ritenuta una partecipazione finanziaria, tant'è che abbiamo disegnato uno scenario più ampio che prevede anche la Mario Sarcinelli Sergio Siglienti UN SISTEMA IN ORBITA fusione». Ma - ha anche detto - «a questo punto la parola spetta a Bnl e Ina» che non hanno ancora inserito quella parola in calendario: Ina e Bnl hanno, invece, annunciato che la partecipazione del 60% del Banco di Napoli verrà custodita in una società ad hoc che farà capo per il 51% all'Ina e per il 49% alla Bnl. L'operazione «ha come obiettivo principale per l'Ina l'acquisizione di uno dei più significativi canali di bancassurance esistenti che può contare, oltre che sul potenziale di 750 sportelli del Banco di Napoli, anche su Bnl vita, la quinta compa¬ gnia bancassurance italiana, di cui l'Ina acquisirà il controllo, che opera attraverso la consolidata rete di 650 sportelli della Bnl», ha spiegato il presidente dell'Ina, Sergio Siglienti, annunciando i passi futuri. «Già nei prossimi giorni comincerà un'analisi approfondita della situazione del Banco che ci porterà, in tempi brevi, alla definizione di un piano industriale e di rilancio delle sue attività». In prospettiva, vi è «l'auspicata accelerazione del processo di privatizzazione del nuovo gruppo bancario». Anche la Bnl ha espresso la propria soddisfazione. «La collaborazione con l'Ina - ha spiegato il presidente di Bnl Mario Sarcinelli - avvicinerà il momento dell'auspicata privatizzazione della Bnl» e riporterà l'istituto ai vertici del mondo bancario. Critiche e una denuncia alla Corte dei conti, invece, sono giunte dall'Adusbef. Si tratta di «un'operazione disinvolta - ha affermato il presidente Elio Lannutti - mentre sarebbe molto più serio avviare una procedura di liquidazione del maggior gruppo bancario del Mezzogiorno». Lannutti ha anche annunciato l'intenzione di rivolgersi alla Corte dei conti per valutare «con serenità» gli effetti dell'operazione di salvataggio. Flavia Amabile CON la decisione di cedere il controllo del Banco di Napoli alla joint-venture tra Ina e Banca Nazionale del Lavoro il Tesoro ha dato l'avvio ad un significativo avanzamento sia del riassetto che della privatizzazione del sistema bancario italiano. Il riassetto, in primo luogo. Bnl e Banco di Napoli sono due grandi banche con rilevanti complementarità. La Bnl è l'unica banca italiana che, per la stessa natura delle sue origini, manca di un radicamento territoriale. In tempi di internazionalizzazione e di globalizzazione può sembrare strano che questo costituisca un handicap, ma lo è se si considera che una solida base territoriale assicura ad ogni azienda bancaria un mercato meno esposto agli assalti della concorrenza, più prevedibile nei comportamenti, più coltivabile con la personalizzazione dei seivizi che non con politiche di prezzo che finiscono per erodere i margini senza produrre risultati durevoli. Il Banco questo radicamento ce l'ha ed assai forte dominando la Campania e la Puglia, regioni critiche certo, ma con rilevanti potenziali di ripresa e di sviluppo. Sul piano operativo, basta considerare che Bnl è una forte prenditrice sul mercato interbancario, per compensare possibilità di impiego eccedenti le possibilità di raccolta, mentre il Banco di Napoli ha più raccolta che possibilità di impiego. La complementarità è tanto forte da prospettare in tempi brevi una fusione tra le due banche in una unica azienda che sarà la prima italiana per dimensione dell'attivo, la seconda per dimensione della raccolta e la terza per dimensione della rete. Ma sarà soprattutto la prima realmente integrata con una grande compagnia assicurativa come l'Ina che, dal canto suo, acquisisce una rete molto estesa e capillare proprio in regioni tra quelle con il maggiore potenziale di sviluppo assicurativo, ma soprattutto si precostituisce azionista di riferimento in una delle maggiori banche italiane. Infatti, se l'acquisizione del Banco di Napoli da parte della Bnl e dell'Ina prelude alla nascita di una nuova grande banca, sempre controllata dal Tesoro, la nascita di questa banca prelude alla possibilità che possa essere ceduta sul mercato a condizioni ben più remunerative di quelle altrimenti conseguibili. Probabilmente è questa la ragione che ha indotto il Tesoro ad accelerare i tempi per l'aggiudicazione del Banco di Napoli: l'avvio dell'operazione che ha per fine ultimo la privatizzazione in blocco del Banco stesso e della Bnl può essere assai utile a Ciampi che dovrà incontrarsi con Van Miert ed al quale, altrimenti, avrebbe potuto portare solo lo sconcertante voto della Camera sulla Stet. La decisione di ieri è dunque l'avvio di un consistente progetto strategico che ora dovrà essere realizzato. Esperienze già vissute avvertono che il punto di maggiore criticità sta nell'integrazione tra due grandi banche, tra le loro tradizioni, le loro organizzazioni, le loro culture: la convinta partecipazione di tutte le risorse umane che ne verranno coinvolte è indispensabile perché l'integrazione si compia e l'intero progetto possa realizzarsi con successo. chi SPORTELLI E SUD

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