«Uccidi una coppia per me»

«Uccidi una coppia per me» «Uccidi una coppia per me» Un detenuto: Pacciani mi ingaggio come killer LE INDAGINI SUL «MOSTRO» sieme a Lotti e a Giovanni Faggi a conclusione dell'inchiesta bis sui delitti del mostro) perché non si fidava di lui e temeva che, prima o poi, avrebbe rotto la consegna del silenzio. Anche perché proprio a Vanni il Pacciani aveva inviato, sono sempre rivelazioni del Lotti, una lettera dal carcere in cui lo invitava a uccidere una coppietta per scagionarlo. Ma non basta. Novità su Pacciani le ha fornite anche Giuseppe Sgangarella, 36 anni, in carcere con l'accusa di aver ucciso il 29 maggio del '94 la prostituta Milvia Mattei durante un permesso premio. Anche lui ha conosciuto Pacciani nel centro clinico di Sollicciano. E anche lui ha detto ai magistrati che la prostituta in questione «era a conoscenza di alcuni segreti legati alle vicende del mostro». In casa della donna, incredibile coincidenza, viveva Fabio Vinci, figlio di Francesco, uno dei sardi a suo tempo finiti in carcere con l'accusa di essere il mostro e poi scagioanto da un nuovo delitto. [f. ma.] gliono mettere zizzania. Non mi fate andare il sangue al capo se no non rispondo più delle mie azioni», e poi improperi all'indirizzo di questo fantomatico compagno di cella e del Lotti, attualmente 2 suo grande accusatore. E sarebbero proprio alcune analogie tra il racconto del misterioso detenuto e le modalità nella scelta delle vittime da colpire descritte da Giancarlo Lotti a rendere credibile, secondo gli inquirenti, l'ipotesi del piano per far rientrare in scena il mostro. Sarebbe in particolare il duplice omicidio dell'84 a Vicchio, quando il maniaco assassino uccise e mutilò Pia Rontini e Claudio Stefanacci, ad essere organizzato, secondo quanto raccontato dal superpentito Lotti, seguendo una «scaletta» che ricorda quella illustrata da Pacciani al compagno di cella. Ma non basta. Il nuovo testimone a carico di Pacciani avrebbe anche detto che il «Vampa», in carcere, meditava di uccidere Mario Vanni (recentemente rinviato a giudizio in¬ «Voleva che usassi la sua Beretta Quel nuovo delitto lo avrebbe scagionato» Per Pietro Pacciani i guai sembrano non finire più grafare. Il detenuto avrebbe poi dovuto far arrivare le foto in carcere a Pacciani e se questi avesse ritenuto 1'«obiettivo» idoneo, avrebbe svelato all'aspirante killer il nascondiglio della Beretta. «C'è gente infame che ne inventa di tutte, sono cose preparate», è stata la veemente reazione di Pacciani. «Vadano all'inferno questi infami avvelenati che vo¬ zione di Mercatale dove abitano le figlie (più grande di quella in cui sta lui), che è di sua proprietà, in cambio di un nuovo duplice omicidio che avrebbe dimostrato la sua innocenza. Il piano, che il misterioso detenuto racconta di aver rifiutato, prevedeva l'individuazione di una coppia di fidanzati da seguire per annotarne i movimenti e da foto-

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