La Nasa: bucale quel satellite, sotto c'è la vita di Piero Bianucci

La Nasa; bucale quel satellite/ sotto gè la vita La Nasa; bucale quel satellite/ sotto gè la vita Su Europa, luna di Giove, geyser che sciolgono la crosta ghiacciata Forme di vita extraterrestre? Cerchiamole su Europa, un satellite di Giove. L'invito viene da Torrence Johnson, dei laboratori della Nasa a Pasadena, in California. C'è ghiaccio, lassù, e c'è qualche sorgente di calore per farlo fondere trasformandolo in acqua. Ci sono, per di più, composti organici a base di carbonio. Quindi - conclude Johnson - abbiamo tutti gli ingredienti per cucinare la ricetta della vita. Almeno una vita primordiale, molto semplice, microrganismi formati da una sola cellula. Uno non prenderebbe Johnson molto sul serio guardando la maglietta con cui ieri si è presentato alla conferenza stampa sulle ultime scoperte riguardanti il satellite di Giove: la sua T-shirt portava la scritta «Club Europa. Grandi battute di pesca nel ghiaccio». Invece, nonostante le apparenze, Johnson è forse il maggior esperto di quel mondo lontano, grande più o meno quanto la nostra Luna, in orbita intorno a Giove, il pianeta gigante. Johnson studia queste cose da vent'anni: prima sulle fotografie inviate dalle sonde Pioneer, poi su quelle delle sonde Voyager, ora sulle «cartoline» che ci sta inviando la navicella Galileo. Scattate da appena 690 chilometri di distanza, le ultime immagini di Europa sono eccezionali. E non è ancora finita: il 20 febbraio la sonda si abbasserà fino a 585 km. Già ora, comunque, compaiono particolari duecento volte più piccoli rispetto alle foto inviate dalle sonde precedenti. Come dire che se ci fosse qualcosa di simile alla piramide di Cheope riusciremmo a distinguerla. Invece vediamo un'immensa banchisa di ghiaccio, di colore tra il bianco, il grigio e il marrone, attraversata da una fitta rete di crepacci che si intersecano come binari in una stazione. La banchisa è una vera pista da pattinaggio, perché Europa è il corpo più Uscio che si conosca nel sistema solare: i dislivelli tra altopiani e burroni so¬ no tutt'al più di qualche centinaio di metri. Una palla da biliardo. Ma la navicella «Galileo» ha rivelato una grande novità: quella banchisa in qualche punto può fondere perché Europa ha un cuore caldo che alimenta un'attività vulcanica con geyser e fumarole che qua e là spacca la banchisa e fa lentamente slittare i ghiacciai. «Abbiamo le prove - dicono gli scienziati - che i ghiacci di Europa si muovono». In base ai primi dati, ancora tutti da verificare, si suppone che lo strato di ghiaccio sia spesso circa 190 km. Sotto potrebbe esserci un vastissimo e profondo oceano, mantenuto allo stato liquido dal magma caldo che Europa nasconde in sé. Ancora misterioso è come questo satellite abbia potuto conservare il calore e come possa continuare ad alimentarlo. La spiegazione che alla Nasa preferiscono è che il calore derivi da deformazioni simili alle maree terrestri prodotte nel corpo solido del satellite dalla forte gravità di Giove, contrastata dall'attrazione di Io e di Ganimede, altri due satelliti gioviani che periodicamente vengono a trovarsi vicino ad Europa. L'ipotesi presentata ieri da Torrence Johnson, ma anche da Ronald Greeley, dell'Università dell'Arizona, è che là dove il ghiaccio si scioglie, o forse nell'oceano sottostante, dove potrebbero esserci persino acque tiepide come quelle dei nostri Tropici, qualche forma di vita abbia avuto modo di svilupparsi. Di qui la maglietta che invita a pescare su Europa. Nessuno, per la verità, pensa a squali e neppure ad acciughe. Ma certo la sonda della Nasa, nonostante la sua antenna in avaria, ci sta dando forti emozioni. Paragonabili all'emozione che dovette provare l'altro Galileo, quello in carne e ossa, quando nel 1610 con il suo cannocchiale vide per la prima volta Europa. Anche allora era gennaio. Piero Bianucci

Persone citate: Ganimede, Johnson, Ronald Greeley, Torrence Johnson