Il '68 a rovescio degli universitari di Sofia

Il '68 a rovescio degli universitari di Sofia Il '68 a rovescio degli universitari di Sofia Manifestazioni da «fantasia al potere» ma inneggiando al re, ai preti e alla Borsa ma non nella Nato, perché ci sono i nostri antichi oppressori, i turchi. Siamo per il libero mercato, ma non voghamo diventare una colonia Usa, né una filiale di Soros. Siamo di destra e nazionalisti, ma non aggressivi». L'ala dura del movimento mormora: hanno dato l'esame di storia medievale e vagheggiano una Grande Bulgaria che riunisca, se non i territori di re Simeone (X secolo), almeno quelli perduti all'inizio del '900: la Dobrugia fino al Danubio, parte della Macedonia e lo sbocco all'Egeo, che chiamano Mar Bianco. Petar, Gheorghi e tutti gli studenti che da 13 giorni manifestano sul sagrato della cattedrale sembrano sessantottini in fuga a Valle Giuba: capelli lunghi, barbe, occhiali di tartaruga, jeans, maglioni sdruciti (il rigore del gennaio bulgaro impone di sostituire l'eskimo con la giacca a vento). Ma scandiscono slogan che del '68 suonano come ossimori: «Via la mafia rossa», «Spazziamo i rifiuti rossi», e anche: «Ho avuto un incubo, il comunismo». Al caffè dell'università si prepara l'occupazione, se il rettore Ivan Lalov non accetterà di rinviare la sessione d'esami di 20 giorni. Tanti basteranno, secondo i calcoli di Gheorghi, a spazzare via i rossi. Una ragazza porta un fax datato Bucarest: sono gli studenti romeni che due mesi fa hanno festeggiato per tutta la notte la caduta del postcomunista Ion Iliescu, e ora augurano la stessa fortuna ai colleghi di Sofia. Da Belgrado i messaggi arrivano ogni giorno. Ma chi sono questi studenti di una specie per noi misteriosa, che sognano la rivoluzione, ma quella azzurra, della Borsa e della religione, dell'Europa e delle nostalgie monarchiche? Ascoltano i Beatles e l'inno nazionale (la colonna sonora della rivolta sono «Time is on my side» dei Rolling Stones e le canzoni patriottiche della lotta ai turchi). Sfilano sottobraccio alla tennista A Nazionalisti, chiedono Invocano l'Europa ma «la Dobrugia e uno non la Nato «perché sbocco all'Egeo» lì c'è la Turchia» Katerina Maleeva e all'effigie di re Simeone II, figlio di Giovanna di Savoia, il nonno lontano che non hanno mai conosciuto. Innalzano il tricolore bulgaro e la croce di Sant'Andrea, impazziscono per «Kanaleto», letteralmente «canale tv» ma anche «fogna», la trasmissione di satira domenicale che il governo ha prontamente censurato. Soprattutto, questi ragazzi hanno molto sofferto, continuano a farlo e ne attribuiscono la colpa ai comunisti. Hanno fatto in tempo a vestirsi da «pionieri», tutti in fila con il fazzoletto rosso dietro l'icona del segretario generale Todor Zhivkov, e qualcuno anche a sbucciare patate nei campi paramilitari del partito. In questi anni hanno mangiato, vestito, vissuto male: dormono in cameroni a sei letti che costano 5 mila lire al mese di retta e il doppio di tangente, rischiano il posto in facoltà se scendono sotto la media del 4,5 (il voto massimo è 6) e l'osso del collo sulle scale, lasciate al buio per risparmiare elettricità. La bacheca di Lettere è lo specchio della loro rabbia e della loro leggerezza. Si raccolgono adesioni

Persone citate: Ion Iliescu, Maleeva, Soros, Todor Zhivkov