Abdica il Cancelliere stanco di Aldo CazzulloTito Sansa

La decisione è irrevocabile, gli succede il ministro delle Finanze Klima La decisione è irrevocabile, gli succede il ministro delle Finanze Klima Abdica il Cancelliere stanco I Vienna, Vranitzky si dimette dopo 10 anni Forse l'uomo che ha portato l'Austria in Europa e ha guidato il Paese all'epoca difficile della leadership di Waldheim si candiderà (ma lui nega) alla Presidenza successo personale del ministro (premiato dai sondaggi degli istituti demoscopici, che hanno visto Klima superare in popolarità il Cancelliere, con il 47% di voti favorevoli) a scoraggiare Vranitzky, già depresso per le continue diatribe con l'alleato di governo democristiano-popolare. All'apice dei successi politici, il Cancelliere ha capito che la sua parabola discendente stava per cominciare, che l'astro nascente, la speranza per il futuro dell'Austria era Viktor Klima, di dieci anni più giovane di lui. La scelta del momento per il passaggio dei poteri tra i due uo¬ mini politici socialdemocratici, uniti da stima e affetto, è perfetta, rientra nella logica delle tranquille successioni: tra un paio di mesi ci sarà il Congresso straordinario del partito con l'elezione del nuovo Presidente, l'anno prossimo l'Austria avrà per turno la presidenza dell'Unione europea, nel '99 vi saranno le elezioni europee e quelle politiche austriache. Con l'uomo nuovo Klima, che riassume in sé qualità di populista e di tecnocrate, di capo energico e nel contempo di negoziatore duttile, i socialdemocratici austriaci si presentano freschi e rinnovati. pelli lunghi e jeans ma il loro nemico sono i «rossi» smo del suo partito, di avere (primo fra i cancellieri austriaci) ammesso la corresponsabilità del Paese nei crimini nazisti, di essersi dichiarato antifascista, di avere estromesso dal suo primo governo, nel 1986, il partito cosiddetto «liberale» non appena alla guida di questo venne U demagogo Jorg Haider, di essersi distanziato «per sempre» da lui. Infine di aver convinto i socialdemocratici della necessità di entrare in Europa, sì da ottenere il 66,4% di voti favorevoli nel referendum di tre anni fa e di avere portato l'Austria in Europa. Mentre Viktor Klima si prepara a condurre l'Austria nel 2000, Franz Vranitzky potrà fare un pensierino (anche se lui lo nega) per succedere l'anno prossimo al democristiano Thomas Klestil malato - alla presidenza della Repubblica. Se si presenterà - dicono i demoscopi - dovrebbe vincere «a redini basse». Anche gli avversari politici gli dovrebbero dire grazie per il suo decennio alla guida del Paese. Figlio di un insegnante, il futuro cancelliere austriaco riceve un'eredità pesante. Franz Vranitzky, al quale l'elettorato ingrato ha sovente rimproverato la mancanza di rapide decisioni (l'hanno chiamato cunctator, temporeggiatore) senza peraltro apprezzare a sufficienza la sua straordinaria pazienza con gli «alleati» di governo democristiani, ha guidato l'Austria con dignità e senza clamore nel difficile periodo della discussa presidenza di Kurt Waldheim alla testa della Repubblica. Tra i suoi meriti vi è quello di avere rinnegato l'austromarxi- per l'occupazione e per la settimana bianca a Borovez, fondi per i bambini dei villaggi e iscrizioni al seminario di «teoria e tecnica della rivoluzione studentesca», tenuto dallo psichiatra Timen Timef, lunghi capelli bianchi, sguardo spiritato e tre best-seller nelle librerie (bulgare). Il professor Timef insegna ai ragazzi di Sofia la storia di Berkeley '64, Parigi '68, Bologna '77 e spiega: «Non stupitevi se i miei discepoli insorgono in nome dei pop, del re e della destra. In fondo anche loro si ribellano al potere, che qui è Petar Stoianov presta oggi giuramento come nuovo Capo dello Stato bulgaro in un momento difficilissimo della vita economica e politica del Paese sempre stato rosso. Io gli insegno a non farsi manovrare, a chiedere tutto, non solo elezioni anticipate». Nell'attesa, gli studenti voteranno per i democratici, tranne qualcuno tentato da George Gantchey, il miliardario appena tornato dagli Usa che ha fondato un partito centrista e l'ha chiamato con un nome - Business Bloko che segna il definitivo tramonto delle ideologie. Solo Andrej ha la faccia perplessa e qualche dubbio: «I miei amici non si rendono conto che, se tra un secolo gli storici si occuperanno di questo Paese, sarà perché qui si è tentato, fallendo, di realizzare idee che altre epoche avevano solo fantasticato. Dicono che non era un esperimento, solo una forma del colonialismo sovietico. Dicono che finalmente la Bulgaria si riaffaccia in Europa, rientra nella storia. Ma forse, dalla storia, ci stiamo uscendo». Aldo Cazzullo Tito Sansa