«Una voce si spegne, è triste»

«Una voce si spegne, è triste» «Una voce si spegne, è triste» partito. A levar alta la voce è soprattutto quella parte, il Polo della Libertà, che con le minacce di interrogazioni parlamentari e le accuse all'Eni di vendere il giornale ai soliti «amici» ha in qualche modo contribuito alla scelta finale. «La decisione di mettere in liquidazione ìl Giorno è stata presa perché non era più possibile vendere la testata a chi voleva il governo - dichiara Rocco Buttiglione, cdu, che due giorni or sono aveva preannunciato una interrogazione y •. '% ''' veste di ospite politico nonché di moderatore. Storace, appena preso il microfono, attacca frontalmente Enzo Siciliano, che in un suo libro appena uscito racconta di aver brindato il 21 aprile a Botteghe Oscure. Per Storace è la prova provata che il presidente Rai è «una persona soggetta a certi potentati politici». Al punto «da confessarlo apertamente», aggiunge Storace che, tornato presidente della Vigilanza, annuncia una sua lettera a Violante e il governo non ha varato un nuovo decreto -. Il governo voleva dare II Giorno ad una cooperativa di amici suoi che non dava garanzie. Colto sul fatto dalle proteste nostre e di altri del Polo, ha avuto paura». Più lungimirante, Silvio Berlusconi osserva: «Non vorremmo che la messa in liquidazione del Giorno fosse preliminare a un'assegnazione della testata, priva di ogni peso negativo, ancora ai soliti amici». Mentre il responsabile dell'informazione di An, Riccardo De Corato, informa di un'interrogazione a Prodi e a Ciampi, invitandoli a intervenire sull'Eni per «evitare la liy •. quidazione». '% ''' Contempora-

Persone citate: Ciampi, Enzo Siciliano, Giorno, Riccardo De Corato, Rocco Buttiglione, Silvio Berlusconi, Storace