«Meglio il Terzo Mondo»
«Meglio il Terzo Mondo» «Meglio il Terzo Mondo» La rabbia dei passeggeri a Linate glese turistico. Qualche agricoltore zelante si offre per dare una mano alle signore con bagaglio. Ma nulla serve a placare la rabbia di chi, soprattutto stranieri, si trova a dover fare i conti con una mobilitazione all'italiana che sta assumendo toni e colori di quella da poco vissuta in Francia. Tra i giapponesi in partenza c'è pure chi scatta fotografie. «Da noi li avrebbero arrestati tutti questi agricoltori - ricorda Katzue Takakoshi, studentessa di Tokyo in visi- li giornalista Paolo Brosio e la show-girl Milly Carlucci ta a Milano -, capisco i loro problemi e scatto queste fotografie come ultimo souvenir dell'Italia. Per me è quasi divertente». Ma sono tanti, turisti o viaggiatori per affari, quelli che non riescono a vedere nessun lato positivo in tutta questa vicenda che paralizza la mattinata di sole dei passeggeri di Linate e poi anche il pomeriggio fitto di nebbia. Marietta Dangiwan si guarda in¬ torno stranita. E' arrivata alle 11 da Manila, Filippine. «Cosa succede? chiede -. Non riesco a trovare un mezzo per tornare a casa». Troppi bagagli per percorrere a piedi quel chilometro che la separa dai taxi. «Non c'è un ministero del Turismo? E l'aeroporto, cosa fa?». Domande nel vuoto. Errore dopo errore, gli stranieri arrivati a Linate sciorinano il rosario anti-Italia. «Benvenuti a Milano. La temperatura a terra è di 11 gradi centigradi». Eva Schultze, manager tedesca, fa il verso alle hostess di bordo. «Non era meglio se ci informavano di quello che avremmo trovato a terra?». «Turismo o business, chiunque scenda da uno di questi aerei ha un motivo per farlo - dice Slavica Neijalica, arrivata da Manchester -; il mio doveva essere un weekend tranquillo. Ma il primo giorno di vacanza se n'è andato così». Colpiti anche molti pendolari di lusso: Paolo Mieli, direttore del Corriere della Sera, ha impiegato più di un'ora per raggiungere Linate e si è trovato faccia a faccia con alcuni agricoltori che lo hanno riconosciuto. Lungo anche il viaggio per l'aeroporto di Alberto Ronchey, di Guendalina Ponti, e di Valerio Veltroni, fratello del vicepresidente del Consiglio e di Milly Carlucci. Qualcuno ne approfitta per stringere amicizie insperate. «Sono napoletano e vorrei tornare a casa dopo una settimana di lavoro», spiega Ugo Galluccio che ha prestato metà del suo carrello a Hideko Mategi, una giapponese in partenza. Nessun disagio invece, per i vip. I trattori non si sono spinti fino a via dell'Aviazione, proprio dietro Linate, dove ha sede l'aeroporto Ata, quello che ospita jet privati e Falcon con la griffe. Tranquillo anche Paolo Brosio, pronto a volare verso Madrid per il prossimo collegamento con «Quelli che il calcio»: «Beh, lo sapevo. E chi si lamenta è un bischero. Bastava leggere i giornali». Olga Pisciteli!
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