In trincea, coi trattori

In trincea/ coi trattori In trincea/ coi trattori «Siamo in tremila, e ne arrivano altri» A tanta durezza corrisponde anche una certa elasticità. «Perché noi siamo uomini di buona volontà», spiega Giovanni Robusti, ex senatore della Lega adesso a capo del centro studi agricoli di Crema, da dove è partita la protesta. «Noi abbiamo 1500 ragioni dietro la schiena», dice. E fa il conto dei trattori, quelli già per strada e quelli che aspettano di planare alle porte di Milano. Da ogni provincia, da ogni strada, da ogni azienda agricola. Alle 14,30 viene tolto il blocco davanti all'aeroporto, tre chilometri più avanti dal gigantesco parcheggio spontaneo di trattori sulla Rivoltana. Dove c'è il lunapark con le luci che si perdono nella nebbia che da queste parti arriva prestissimo e rende tutto un po' irreale. Taxi e auto private in direzione di Linate, seppure a fatica, circolano fino alle 17. Quando si capisce che l'incontro in prefettura è andato a vuoto. E allora tornano il blocco, gli allevatori 0MILANO L mio Paese è nel Terzo Mondo ma una cosa del genere, lì, non l'ho mai vista». Elzoghdi Magdi, egiziano, in Italia per far visita al fratello, stenta a credere alle sue orecchie. Il taxista ha fermato l'auto a metà di viale Forlanini. «Spiacente - gli ha detto - ma deve scendere qui. C'è il blocco degli agricoltori». A un chilometro circa dalle porte scorrevoli, prima del check-in, a meno di un'ora dal suo volo per II Cairo. Il volto accigliato, Elzoghdi trascina con furia le sue valigie. «La sovrattassa per l'aeroporto però quel tassista l'ha voluta comunque». A fargli compagnia, sul lungo viale che porta all'aerostazione milanese, tra vitelli sdraiati sul pagliericcio e trattori che bloccano il traffico, gli altri passeggeri. Chi in partenza, chi in arrivo, ciascuno con un carico di bagagli diventato all'improvviso l'ennesimo impaccio della giornata. «Disappointed», contrariati, si descrivono i più in un in- per la strada, i falò, i campanacci e i poliziotti si rimettono l'elmetto. Uno degli agenti arriva da Genova. E' qui dalle 5 del mattino. E si capisce lontano un chilometro che non torcerebbe un capello a un allevatore. Dice: «Sa perché quando ci sono passati davanti questa mattina, per bloccare Linate, li abbiamo applauditi? Perché hanno tutte le ragioni, perché si fanno un culo così». In prima fila al blocco c'è Doriana, capelli biondi lunghi, campanaccio in mano, una delle poche donne tra i manifestanti. Arriva da Spino d'Adda, alle porte di Cremona. A casa ha lasciato i famigliari. «Sono loro che si occupano delle nostre 300 mucche», dice. Lei è una di quelle che non intendono mollare. Lo spiega come se fosse la cosa più naturale del mondo dormire su un trattore: «Se ce ne andiamo adesso è finita. E' vero che qui ci sono poche donne, ma sono quasi tutte a casa a guardare l'azienda visto che qui ci sono i loro uomini». Al terzo giorno di bivacco l'organizzazione è quasi perfetta. Per tutti c'è un pasto caldo, un salame, del formaggio. I più preparati con una motosega tagliano gli alberi dell'Idroscalo, accendono i fuochi. E fanno la polenta col cotechino e le salamelle. Giancarlo Gottardi arriva da Cortegnate in provincia di Brescia. Versa Franciacorta rosso nei bicchieri e affetta salame che è un piacere. «Ci siamo ingegnati. Chi viene qui porta da mangiare, ma solo roba genuina, un quintale di pane, trenta chili di formaggio. Mangiamo tanto perché fa freddo e perché sprechiamo energia, nel senso di tanta rabbia», dice. E taglia. A cento metri c'è il doppio cordone di carabinieri, omaggiati pure loro di pane a salame. Poi ci sono i trattori, 800, in fila per due. Uno è di Pierangelo Severini che viene da Copralba, vicino a Crema. «Un trattore da «Abbiamo 1500 trattori dietro la schiena Come si fa a pagare un miliardo di multa?» Un'organizzazione perfetta: pasti caldi per tutti, i fuochi accesi con gli alberi Padre, madre e figlio costretti a raggiungere a piedi Linate 100 cavalli oramai costa 100 milioni», fa tutto d'un fiato. Poi continua: «Io ho un vecchio Sanie Laser che andrebbe pure cambiato. Adesso ci sono i John Deere, i Ford. Ma chi me li dà 100 milioni? C'è la stalla da pagare, poi le multe per il latte. E il gasolio? Perché in Italia costa 850 lire al chilo di cui 266 di tasse, mentre in Germania costa solo 330 lire?». Trecentomila lire, di tasca sua per il fondo viveri, li tira fuori Ignazio La Russa di An, che sulla Rivoltana si fa vedere per mezz'ora. «Sono qui per esprimere la solidarietà del partito e per vedere se ci sono delle soluzioni possibili», dice. Poi lo fischiano. Altri politici, a parte quelli della Lega, da queste parti non si fanno vedere. Tocca agli allevatori rendersi visibili. E c'è già chi pensa di arrivare col trattore fino davanti allo stadio, dove oggi si gioca Inter-Bologna. Fabio Potetti

Persone citate: Fabio Potetti, Giancarlo Gottardi, Giovanni Robusti, Ignazio La Russa, Pierangelo Severini, Sanie Laser