Prodi: non cediamo agli allevatori di Paolo Colonnello

Fallito l'incontro in prefettura, il presidente del Consiglio: non si può disobbedire all'Europa Fallito l'incontro in prefettura, il presidente del Consiglio: non si può disobbedire all'Europa Prodi: non cediamo agii allevatori Continua l'assedio di Milano: dopo Linate anche San Siro MILANO. «Non possiamo esaminare questa questione partendo dalle manifestazioni». Dice a Venezia il presidente del Consiglio Romano Prodi. E' un dialogo difficile, quasi impossibile quello tra il capo del governo e i 3000 agricoltori che da tre giorni assediano Milano. Il primo non può scendere a patti con i rappresentanti di una manifestazione di piazza, i secondi riconoscono ormai come unici portavoce il rombo dei loro trattori fermi nella nebbia dell'Idroscalo e, da ieri pomeriggio, anche alle porte dello stadio di San Siro. Un'incomunicabilità che si respira anche nell'unico incontro ufficiale tra un esponente del governo e i manifestanti, nel primo pomeriggio giunti nel fortino governativo della prefettura milanese. Il sottosegretario all'Agricoltura Roberto Borroni, «costretto» ad abbandonare un convegno a Varese per incontrare i produttori di latte nel capoluogo lombardo, ascolta le ragioni degli agricoltori, ma poi parla di trattative «in corso a Roma con i rappresentanti delle organizzazioni professionali». Rappresentanti che gli uomini dei trattori han già detto di non riconoscere. E dunque, che si fa? «Io non posso che riferire», spiega laconico Borroni, aggiungendo che l'assedio di Milano e in particolare dell'aeroporto di Linato, lo considera ormai «un prò- Bossi: i contadini devono sfilare per tutta la città blema di ordine pubblico». Con buona pace del prefetto Roberto Sorge, al quale è demandata la soluzione. Il presidente Prodi tenta di avvolgere in un guanto di velluto il pugno di ferro: «Il governo italiano è fermamente impegnato nel dare il maggiore sollievo possibile agli agricoltori - dice -, ma non può disobbedire a disposizioni dell'Unione Europea che costituiscono un quadro di riferimento a cui noi siamo obbligati ad obbedire». Parla, il presidente del Consiglio, in un incontro con i giornalisti tenuto insieme al capo del governo spagnolo, José Maria Aznar, con il quale sta trascorrendo un weekend informale nella città lagunare. «E' chiaro che le quote latte - aggiunge il presidente del Consiglio - stringono sia la Spagna che l'Italia. Ma è chiaro che diventa impossibile disobbedire ad un accordo che noi stessi abbiamo firmato». Rabbia e disperazione per gli agricoltori dei comitati autonomi, che accusano i politici di aver appunto firmato impegni senza sapere se potevano essere davve- Berlusconi: i comunisti sono disastrosi nel gestire l'economia ro mantenuti. E così ha buon gioco Umberto Bossi, che dalle colonne del quotidiano della Lega «La Padania», tuona: «I contadini devono sfilare con tutti i loro trattori attraverso una Milano che si prepara ad essere trascinata per mano dalla Padania verso la liberazione dall'oppressione italiana». E quindi, il leader della Lega, incoraggia i manifestanti a proseguire la loro «ferma e composta resistenza», definendo la loro richiesta «prima ancora che giusta, assolutamente doverosa». Secondo Bossi, la salatissima multa comminata dalla Ue sarebbe il risultato del «metodo all'italiana, con dati di produzione palesemente falsati a scopo truffaldino». E' giusto, prosegue, che i manifestanti pretendano che l'Aima «renda noti i documenti che dimostrano la produzione vera di latte, di spostare in là la data di fine gennaio prevista per il pagamento del prelievo-multa di 380 miliardi». Sferzante anche il capo dell'opposizione, Silvio Berlusconi: «La vicenda quota latte - dice - deve fare ulteriormente riflettere sul¬ l'incapacità di governo di questa sinistra. I comunisti, comunque la mettiamo, sono maestri nel conquistare, mantenere e gestire il potere, ma sono disastrosi nella gestione dell'economia». Parla invece di strumentalizzazioni di Lega e An il pidiessino Lanfranco Turci, mentre secondo il vicepresidente della Camera, Alfredo Biondi, «la protesta degli agricoltori è giusta, ma è sbagliato farne pagare il prezzo ai cittadini». Preoccupato per le conseguenze del blocco all'aeroporto di Linate è il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che chiede un intervento diretto di Prodi. Riassume la difficile posizione in cui si trova l'esecutivo, il ministro delle Risorse agricole, Michele Pinto, che tenta di andare al di là delle polemiche: «Tutta la comprensione possibile per gli allevatori, ma c'è una normativa europea e italiana insuperabile. Anche se non rinuncia alla ragionevolezza, lo Stato non può cedere». E ricorda che se il governo intervenisse economicamente per mettere fine alle rivendicazioni, «commetterebbe un atto illegittimo perché non consentito, ed inutile perché verrebbe revocato un minuto dopo. La via d'uscita è intervenire non sul problema quote, ma con sostegni consistenti al settore lattiero-caseario». Paolo Colonnello