I due volti della Bulgaria

UN VILLAGGIO TRA FORTUNA E CARESTIA UN VILLAGGIO TRA FORTUNA E CARESTIA I due volti della Bulgarie 77 banchiere e il contadino PRAVEZ si fa pagare taglio e trasporto. Io me la taglio da solo. Grazie a Dio ho i miei animali. Prima li tenevo nella stalla. Poi, quando mi hanno rubato la pecora, me li sono messi in casa». La famiglia Karailanski divide 0 cortile con venti galline, due faraone, un tacchino, una mucca («l'altra l'abbiamo macellata per sfamarci») e Zonka, la scrofa. «E' di nuovo incinta, e ogni volta sono 12-13 maialini - dice Dotko con affetto, lisciandosi i baffi bianchi -. La metà li vendo. Gli altri eccoli lì. I mediatori mi pagano 50 lev per un litro di latte, lo passano a 100 alle industrie, che lo rivendono a 200. Da Sofia arrivano gli impiegati a approvvigionarsi. Mio figlio Ivan viene la domeniche e carica la macchina. Lei è mia figlia, Rossana. Ha 19 anni, è disoccupata, senza sussidi. Ama la musica, vorrebbe suonare il violino, ma quello non saprei costruirlo. Ai tempi di Zhivkov aveva imparato a sciare, a Natale la scuola li portava in vacanza a Pampovoro. A luglio partivo anch'io, por il Mar Nero, di giorno in spiaggia, la sera a cena nelle trattorie (private). Adesso la pensione non mi basterebbe per la benzina fino a Varna. «La protesta? Di politica si occupa chi ha il frigo pieno. Io non ho il tempo libero degli studenti che vanno in piazza». Pravez doveva diventare lo specchio del regime: Zhivkov ha fatto radere al suolo tutte le vecchie case, tranne la sua, una deliziosa isbà di legno e pietra trasformata in museo, e le ha sostituite con i «blok» prefabbricati: casa della cultura, teatro, fabbriche e un hotel sul lago. Ora è lo specchio della rovina: l'hotel è chiuso, l'industria elettronica che aveva 2000 operai ne ha licenziati 1650, i trattori e i fertilizzanti delle ex cooperative sono stati produce e tiene in dispensa, che è anche stanza da letto di nonno Anton. La storia sua e di questo villaggio è la metafora di come un Paese, la Bulgaria, possa andare in malora. «Zhivkov è stato al potere dal '54 all'89. Nello stesso periodo io ho lavorato in ferrovia, macchinista. Poi è crollato tutto. Ci hanno tolto anche la dignità. Adesso la mia pensione è di 8700 lev al mese (22 mila lire nda). Avrebbero dovuto aumentarla del 50% a gennaio, ma per colpa dei vandali dei cortei di Sofia i socialisti hanno rimandato tutto a giugno. Per sopravvivere sono diventato contadino. Ma solo il riscaldamento mi costava più della pensione. Allora l'ho fatto togliere e ho tenuto un unico termosifone, qui in cucina. Ecco la bolletta di dicembre: 4 mila lev. Ho tolto anche quello. Ora ci scaldiamo con la legna. Il governo ne passa tre metri cubi, ma DAL NOSTRO INVIATO svenduti e le 1500 mucche da latte macellate. Resta qualche mulo, che trascina carri di fieno sulle strade gelate. Quando «tato» (papà) Zhivkov, che i bulgari hanno cominciato giustamente a chiamare «bai», nonno, è tornato qui 1' 11 settembre scorso, per il suo 85° compleanno, l'hanno accolto come un eroe. Tutti votano socialista, con lo stesso spirito con cui espongono l'icona del segretario generale: non è ideologia, solo rimpianto per il perduto sistema di magre garanzie, e odio per il capitalismo (chiamato con lo stes- Aldo Cazzullo PER CHI PREFERISCE UN FINANZIAMENTO PER CHI NON HA UN USATO DA ROTTAMARE iiIIIf ili iFjà &HFm if?

Persone citate: Aldo Cazzullo, Carestia I, Zhivkov

Luoghi citati: Bulgaria, Sofia, Varna