Bertinotti: vado a Cuba per cambiare Maastricht di R. I.
Bertinotti: vado a Cuba per cambiare Maastricht Bertinotti: vado a Cuba per cambiare Maastricht ROMA. Meglio andare a Cuba o a Maastricht? «Andare a Cuba, per poter cambiare gli indirizzi neo-liberisti di una politica come quella di Maastricht, che ha prodotto 25 milioni di disoccupati in Europa». Così Fausto Bertinotti risponde ad Enzo Biagi, nella puntata di ieri del «Fatto». Bertinotti ha sottolineato che «senza Rifondazione comunista non c'è una maggioranza, per questo governo» e conferma la necessità della lotta alla disoccupazione come contropartita al sostegno a Prodi. Il leader di Rifondazione si è poi soffermato sulle esperienze tratte dal recente viaggio a Cuba e nel Chiapas. Rifondare il comunismo, ha spiegato a Biagi, «è indispensabile, perché questo sviluppo capitalistico, questa gigantesca innovazione prodotta dal capitalismo, produce in quei Paesi dell'America Latina morti di fame, bambini malati e nei Paesi ad alto sviluppo, invece, disoccupazione e grandi squilibri». E a proposito di lotta armata, Bertinotti ha confermato di ritenerla giusta «contro gli oppositori: in Italia ce l'hanno insegnato i partigiani che, con la Resistenza, hanno costruito questa Repubblica». Quindi, visitare il subcomandante Marcos «è andare in un luogo in cui gli eredi dei Maya, gli indios, stanno per essere annientati da una politica crudele». Castro e Marcos sono due leader «forti» stimati dal segretario di un partito che è contro il presidenzialismo in Italia. Una contraddizione? Non per Bertinotti: «Uno di loro è figlio di una rivoluzione che ha abbattuto il regime di Batista, che aveva trasformato Cuba nel bordello degli Usa. L'altro - conclude Bertinotti sta proteggendo la possibilità, per un popolo che rischiava di essere distrutto, di costruirsi un futuro». [r. i.]
Persone citate: Batista, Bertinotti, Biagi, Enzo Biagi, Fausto Bertinotti, Prodi
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