Prodi «striglia» gli assenteisti

 i «striglia» gli assenteisti i «striglia» gli assenteisti Lettera e rimprovero a 7 ministri «E adesso non succeda mai più» do si avvisa, vuol dire che la cosa è importante e c'è l'obbligo di presenza. Mi rendo ben conto che i vostri impegni sono gravosi, ma voi dovete corrispondere a queste convocazioni e in questa circostanza non avete corrisposto. Non succeda mai più». Il disappunto di Prodi ha spinto gli uffici di palazzo Chigi addirittura a verificare se era vera l'autodifesa di Andreatta, il quale - notato alla Camera ma non in aula - ha garantito di aver schiacciato il suo pulsante di voto. Purtroppo i tabulati elettronici delle votazioni, dai quali risulta che il ministro era «in missione», non avrebbero dato una mano al titolare della Difesa. Del resto, Andreatta è celebre per la sua distrazione. Si racconta che una volta, recatosi con la moglie a un convegno, sia ripartito da solo. Colpa della testa fra le nuvole. [ l ROMA. Li ha rimproverati usando un linguaggio garbato, ma il rossore sul volto di Romano Prodi tradiva la sua profonda irritazione. E i membri del governo «assenteisti» - cioè Beniamino Andreatta, Lamberto Dini, Livia Turco, Rosy Bindi, Luigi Berlinguer, Claudio Burlando e Anna Finocchiaro, che a vario titolo non hanno partecipato alle votazioni di lunedì sulla Stet - si sono dovuti sorbire proprio all'apertura del Consiglio dei ministri una reprimenda di dieci minuti. Poi, come se non bastasse, tornati al ministero si sono visti recapitare una lettera che metteva nero su bianco i rimproveri del premier. «Sia la mia segreteria, sia quella del sottosegretario Bogi - ha detto il presidente del Consiglio nella riunione hanno avvisato dalle tre alle cinque volte ciascun esponente di governo che c'erano votazioni alla Camera. Quan¬ [r. r.l