Il nababbo Soros: che orrore il capitalismo di F. P.

Il nababbo Soros: che orrore il capitalismo Il nababbo Soros: che orrore il capitalismo Un articolo per dire che la finanza minaccia la democrazia dersi del concetto di mercato in tutte le sfere della vita metta in pericolo la nostra società aperta e democratica». In passato, ricorda, quel pericolo era rappresentato dal nazismo e dal comunismo, ambedue da lui sperimentati nella sua giovinezza vissuta in Ungheria. Ma ora che quelle due ideologie hanno «dimostrato la loro inconsistenza» ce n'è un'altra a minacciare da vicino gli esseri umani: la fede cieca nella «magia del mercato», che fa apparire legittimi dei «non valori» come quello di porre il proprio interesse al di sopra del bene comune e quello di stabilire la quantità di denaro che si possiede come criterio unico di valutazione delle persone. «Ma avere successo e avere ragione sono due cose diverse», afferma Soros. Nemmeno Adam Smith credeva nella «mano invisibile» del mercato, A correndo. La tendenza dei governi, infatti, è quella di «sedersi sui propri portafogli piuttosto che quella di aprirli» e questo ha finito di fatto per «mettere al bando ogni tenta tivo di ridistribuzione della ricchezza», cosa che prima o poi, per essere conservata, richiederà il ricorso a misure sempre più autoritarie, «come del resto è avvenuto in passato». Una prova di questa miopia dei governi? La mancanza di assistenza finanziaria ai Paesi dell'Est europeo, lasciati praticamente soli a cercare di ricostruirsi dopo la caduta del comunismo. L'esempio più clamoroso è la Russia, dove il potere del Pcus è stato sostituito dal potere di «capitalisti ladri», i quali hanno reso gli squilibri sociali talmente gravi da aprire la strada al primo «leader carismatico che prometta una rinascita nazionale Il finanziere George Soros capace di regolare ogni cosa, tanto che la sua teoria economica viene strettamente legata a un rigido codice morale. Oggi, proprio la venuta meno di quel codice morale, secondo lui, costituisce il pericolo maggiore che la democrazia sta in cambio delle liberta civili». Lui, come si sa. si è molto impegnato in questo campo. Prima di queste sue parole ci sono stati fatti concreti come il suo «Open Society Fund» che da quasi vent'anni opera in 25 Paesi a favore di istituzioni democratiche. Ma non può certo sostituirsi all'opera che i governi - se si liberassero della «ideologia del lassaiz-faro» potrebbero compiere. Quello di Goerge Soros, dicono quelli che lo conoscono, è il secondo «grande ripensamento» nella storia della società moderna. 11 primo, spiegano con una punta di ironia, fu quello di Alfred Nobel, l'inventore della dinamite che, sconvolto dagli effetti che il suo stesso genio aveva scatenato, decise di destinare la fortuna accumulata al servizio della crescita culturale e civile dell'umanità attraverso, appunto, il Premio Nobel, [f. p.]

Persone citate: Adam Smith, Alfred Nobel, George Soros, Goerge Soros, Soros

Luoghi citati: Russia, Ungheria