Tatarella: presidente? Perché no? di Augusto Minzolini

Tatarella: presidente? Perché no? Tatarella: presidente? Perché no? E il pds sarebbe pronto ad appoggiarlo IN CERCA DI UNA LEADERSHIP gomento che consigli a Bertinotti di essere ragionevole sia nei rapporti con il governo, sia nel suo atteggiamento sulle riforme (Rifondazione ha il terrore che si riduca la quota proporzionale nella legge elettorale). «Io - ammette Umberto Ranieri, responsabile Esteri di Botteghe Oscure - l'ho detto addirittura ad Italia Radio che spero in una sentenza favorevole della Consulta sul referendum elettorale di Pannella». «Ci sono molte voci - conferma Pietro Folena - che non escludono un giudizio positivo della Consulta. Certo si risolverebbero un mucchio di problemi sia pure seguendo una via traumatica. Un fatto è certo: si farebbe una nuova legge elettorale in 20 giorni». Ebbene, la stessa cosa avviene sulla presidenza della Bicamerale, dove non si può dare nulla per scontato. Per ora viene prima D'Alema e, quindi, Tatarella. Ma per tirare le somme bisognerà attendere il giorno dell'elezione dell'uomo che darà il nome alla commissione. Il presidente dei deputati di An, comunque, appare per un verso diffidente e per l'altro lusingato. «La Bicamerale - confessa - è un'arma a doppio taglio. Se ero a conoscenza di questa voce? No, ieri nel colloquio con D'Alema, dato che siamo due furbi, abbiamo parlato della Bicamerale solo in termini generali. Né ho sentito dire una cosa del genere negli incontri che ho avuto oggi con Berlusconi e Buttiglione. L'unico che nei giorni scorsi mi ha detto qualcosa è -stato il nostro rappresentante nella commissione Affari Istituzionali, Armaroli. Mi ha raccontato che il rappresentante pidiessino, Antonio Soda, gli ha fatto tre-quattro nomi per la presidenza della commissione, tra i quali c'era anche il mio. Poi oggi ho saputo che quelli di Forza Italia hanno chiesto un parere a Giuliano Ferrara sull'ipotesi che mi riguarda. Lo consultano sempre nei momenti particolari». E parlando e riparlando della questione nell'androne del palazzo Cenci-Bolognetti, che per tanti anni è stato la sede della Democrazia Cristiana, ci si accorge che Tatarella è davvero tentato. «Se si tratta solo di una tattica di D'Alema? Non credo - risponde il capogruppo di An -. Se sarei pronto a fare il presidente della Bicamerale? Certo che, se il Polo decidesse unanimemente che il nome potrebbe essere il mio, io non avrei problemi. La verità è che bisognerebbe capire cosa ne pensa Berlusconi. La Bicamerale, infatti, è una cosa che nasce da lui e da D'Alema. Comunque, mi piacerebbe davvero capire come sia nata esattamente questa proposta. Sarebbe interessante...». Insomma, ci vuole poco a capire che Tatarella il presidente della Bicamerale lo farebbe volentieri. Bisogna vedere gli altri del Polo come la pensano. «Io - osserva Giuseppe Pisanu, presidente dei deputati di Forza Italia - non avrei problemi. Anzi». Ma c'è ROMA chi continua a ritenere che la soluzione migliore sarebbe quella di aver in quel posto D'Alema. «Visto che abbiamo sollevato delle questioni precise per quanto riguarda i contenuti delle riforme, che abbiamo detto che una soluzione che preveda l'elezione diretta nella forma di governo è irrinunciabile - osserva Rocco Buttiglione -, probabilmente un D'Alema investito del ruolo di presidente della Bicamerale potrebbe essere l'uomo che può concederci di più». Augusto Minzolini

Luoghi citati: Italia, Roma