Figli di un mondo arcaico
Senza emozioni né rimorsi, sono una cellula anti-sociale Senza emozioni né rimorsi, sono una cellula anti-sociale Figli di un mondo arcaico Da Maso ai primi lanciatori di pietre contro le auto la costante è sempre la stessa: sono primitivi e ignoranti Nella famiglia numerosa di una volta - così diffusa nel Veneto - tutti erano sconfitti dal mondo, ma vendicavano la sconfitta in casa, con pretese, con violenze, e in casa la mogliemadre era la serva di tutti. Senza quella valvola di sicurezza, la famiglia numerosa sarebbe esplosa: era l'annientamento della madre che la teneva in piedi. Qualcuno racconta che questa madre ogni tanto scappava al bar, per avere un po' di pace e tirarsi su con l'alcol, ma i figli la raggiungevano anche lì, a chieder denaro. Fan lavori saltuari o inventati, i figli, però ognuno ha il telefonino. E da dove viene una famiglia così? Da Rovigo. Sono emigrati al tempo della grande alluvione. Rovigo è il cuore del Veneto contadino: se si facesse un museo della civiltà contadina, bisognerebbe farlo a Rovigo. Tutto il Veneto marcia verso l'industria, ma Rovigo resta contadina. Nessuno ci pensa, ma forse questo (tirar sassi sulle auto che passano sotto) è il modo in cui muore la civiltà contadina: vendicandosi, senza rimorsi. Se non finivano ammanettati, trascinati uno alla volta con la coperta sulla testa verso le Alfa 33, questi tre fratelli sarebbero stati certamente davanti al televisore, a godersi, urlando, i 6 gol della Juve. Perché la loro passione di ultras sovrasta ogni altra emozione (anche quella del delitto, se l'han commesso loro). Tutti i killer dei sassi, a partire dai veronesi Moschin e compagni che furono i primi, sono L > ai primi di pietre e auto tante la stessa: imitivi ranti intimamente insensibili, mitomani, ultras, con orecchini. La novità, che nessuno aveva previsto, è che stavolta i sospettati son tutti fratelli e cugini. Dunque non è più un gruppo, ma una famiglia. Al gruppo veneto, spiegabile con il bisogno di emozioni, i soldi in tasca e la mancanza di cultura (quindi di rimorso), subentra la famiglia veneta, spiegabile come cellula arcaica e fallimentare, non difesa più da nessuno, neanche dalla Chiesa, che un tempo ne era la grande protettrice. Rinnegata dalla società, questa famiglia funziona ormai come una cellula anti-sociale. La sua apparizione nella cronaca di oggi è come il ritorno dei dinosauri in «Jurassic Park»: crea sfracelli. «Hanno messo in prigione quelli che portavano in casa da mangiare», urla la madre attraverso la porta chiusa. Noi abbiamo il problema del delitto, lei contrappone il bisogno di mangiare. C'è tutto un sistema, in quelle parole. Un vecchio sistema, residuo della nostra preistoria. Furlan si chiama questa famiglia, tipico nome veneto che è già registrato nella storia, perché era anche nella banda Ludwig. Una famiglia con otto figli è un caos che genera caos. Una volta le famiglie numerose eran tutte così, nel Veneto: mondi chiusi, incontrollabili e sconosciuti, pieni di violenze e di grandezze. Si salvavano quelli che scappavano. Particolare importante: hanno di tutto, nelle due camerette dove dormono, questi cinque fratelli, non c'è un centimetro di muro libero. Poster di donne nude, gagliardetti della Juventus, immagini sacre, perfino crocefissi, e video di X Files. Ma neanche un libro. Dai delitti del ricchissimo Maso, dei primi lanciatori di sassi come Moschin, che facevano lavori da artigiani e avevano soldi in tasca, a questi Furlan (se sono loro), la costante è sempre la stessa: sono primitivi e ignoranti. Moschin e compagni non sono mai arrivati a farsi un'idea della società. Questi qui non sono mai partiti. Ferdinando Camon fa
Persone citate: Ferdinando Camon, Furlan, Moschin
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