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Sulla voglia di vendetta Pltalia si divide in due Sulla voglia di vendetta Pltalia si divide in due Manconi: Tortona, Mons. Tonini: un c giustizialismo si sia impadronito di questo Paese. Da quattro anni a questa parte si attribuiscono reati e giudizi con molta facilità. E' indegno di un Paese civile». Sostiene Franco Corbelli, coordinatore dell'associazione Diritti civili: «E' grave la spettacolarizzazione delle indagini. I tre ragazzi sono stati considerati presunti colpevoli». Fa eco Franco Ferrarotti, sociologo: «La folla ha mostrato un desiderio di voleisi scaricare della vicenda attraverso il grido di "impiccateli!". Quasi a volersi purificare di un fatto che coinvolge tutta la cittadina». spettacolo osceno Veltri: è stato un istinto di giustizia lima irrespirabile Buontempo: basta perdonismo E Ida Magli, antropologa: «A dettare legge dev'essere il codice penale e non la piazza. Bisogna indignarsi di fronte a simili manifestazioni d'inciviltà». Tutt'altra è invece l'analisi del fronte «giustizialista». Si potrebbe dire opposta. Ci si domanda il perché di simili eccessi? Risposta: nel Paese c'è una tale esigenza insoddisfatta di giustizia, che può trasformarsi in voglia di linciaggio. Sentiamo Elio Veltri, deputato dell'Ulivo, amico di Antonio Di Pietro. «Chiamatemi giustizialista, se volete, ma io penso ancora che chi ruba de¬ ve andare in prigione. Chi ammazza una persona dev'essere punito severamente. Sono anche per il recupero, ma sulla distanza. Altrimenti la gente ha questo istinto naturale a farsi giustizia da sola. Un istinto che non può trovare cittadinanza in uno Stato di diritto, naturalmente. Lo Stato deve dare delle risposte giuste, ma severe». Gli fa eco da una sponda opposta Teodoro Buontempo, deputato di An. «E' questo perdonismo trionfante che rischia, alla lunga, di portarci all'esasperazione e a una forte protesta popolare. Per colpa della cultura di sinistra, ti cri-